Viktor Orban ha dichiarato che l’Europa sarebbe sul punto di mandare soldati in Ucraina dando vita così alla terza guerra mondiale, con tutte le potenze che stanno comprando armi.
Siamo a un passo da una terza guerra mondiale. Ad affermarlo non è un catastrofista o un sensazionalista, ma il premier ungherese Viktor Orban che ha usato parole emblematiche in un messaggio pubblicato su Facebook.
“Siamo a un passo dall’invio di truppe da parte dell’Occidente in Ucraina - ha scritto Orban sul popolare social -. Si tratta di un vortice di guerra che può trascinare l’Europa nel baratro. Bruxelles gioca col fuoco”.
In questo scenario da terza guerra mondiale, il leader magiaro ha voluto sottolineare che il suo Paese “deve restarne fuori: questa non è la nostra guerra, non la vogliamo e non vogliamo che l’Ungheria torni a essere il giocattolo delle grandi potenze”.
Per Viktor Orban in Europa “l’atmosfera è quella della guerra e la politica è dominata dalla logica della guerra, vedo la preparazione alla guerra da parte di tutti”, un pensiero questo in qualche modo confermato dai dati sulla vendita delle armi in tutto il mondo nel 2023.
Nelle scorse settimane diversi leader europei, da Macron a Tusk fino a Michel, hanno iniziato a teorizzare un invio di truppe in Ucraina il tutto per impedire una vittoria della Russia.
Una mossa del genere però andrebbe a generare un’inevitabile guerra mondiale proprio nel momento in cui negli Usa a novembre, quando ci saranno le elezioni presidenziali, potrebbe avvenire un cambio della guardia alla Casa Bianca con il probabile ritorno di Donald Trump che andrebbe a disimpegnare gli Stati Uniti dal sostegno all’Ucraina.
Orban e il rischio di un terza guerra mondiale
Nel suo post su Facebook il premier ungherese ha parlato apertamente di uno scenario da terza guerra mondiale, affermando che il suo Paese non si farà coinvolgere in un eventuale conflitto del genere anche se è un membro Nato e dell’Unione europea.
Del resto Viktor Orban da tempo è considerato come una sorta di bastian contrario - se non un’autentica serpe in seno - all’interno degli organismi occidentali, in virtù della sua sbandierata vicinanza al presidente russo Vladimir Putin.
Il leader ungherese però ha parlato non a caso di “logica della guerra” che ormai si respira in Europa, come se nel Vecchio Continente ci si stia preparando a una guerra con la Russia per impedire alla Federazione di issare la propria bandiera su Odessa o Kiev.
Nella giornata di ieri gli esperti dello Stockholm International Peace Research Institute (Sipri), hanno certificato che le spese militari in tutto il mondo hanno raggiunto nel 2023 un valore di 2.443 miliardi di dollari, facendo registrare così un +6,8% rispetto all’anno precedente per quello che sarebbe l’incremento più significativo dal 2009 a questa parte.
I Paesi che più hanno spesso in armi per il Sipri sono Stati Uniti, Cina e Russia, ma tutte le principali potenze mondiali - e non solo - hanno messo mano al portafoglio nell’ultimo anno per rafforzare il proprio apparato militare.
Un altro chiaro segnale di un’imminente terza guerra mondiale? Non necessariamente, anche se gli storici più volte hanno sottolineato come il “paradosso della sicurezza”, ovvero una generale corsa alle armi per non essere da meno del proprio vicino o nemico, sia stato uno dei motivi dello scoppio del primo conflitto mondiale: a mancare adesso sembrerebbe esserci solo la pistola di Sarajevo.
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