Milioni di abitanti e un sistema sanitario molto più indietro di quello europeo o americano, eppure questo Paese del sud-est asiatico conta zero decessi da coronavirus. Ecco la sua strategia
Mentre il mondo sembra alle prese con il momento peggiore della pandemia di coronavirus, c’è un Paese che registra zero decessi da COVID-19.
E non si tratta certo di un’area circoscritta o con una ridotta popolazione, bensì di una tra le più note repubbliche del sud est asiatico, che conta oltre 90 milioni di abitanti.
Eppure, gli ultimi dati ufficiali parlano di sole 328 persone positive al coronavirus e zero decessi in Vietnam. Anche se il virus è arrivato abbastanza presto - con il primo caso registrato lo scorso 23 gennaio - la sua diffusione è stata efficacemente frenata.
Come? Non certo con un sistema sanitario innovativo o ultra-efficace, considerando che ci sono in media otto medici ogni 10.000 persone e le strutture sono nettamente in ritardo rispetto a quelle europee o statunitensi.
Ma i dati della Johns Hopkins University parlano di sole poche centinaia di casi, con un elevato tasso di asintomatici tra loro. Qual è stata dunque la strategia del Vietnam?
Il Vietnam sconfigge il coronavirus
Il Vietnam è un paese povero, e non vanta certo un sistema sanitario migliore rispetto a quelli presenti nei continenti e Paesi maggiormente colpiti.
Per una media di otto medici ogni 10.000 persone secondo una recente stima, l’eventuale estensione di più focolai avrebbe probabilmente messo in seria crisi il sistema. Ma i solo 328 contagi secondo molti esperti non risultano inspiegabili, sono piuttosto il risultato di diversi sforzi congiunti del Paese.
Su tutti, la tempestiva risposta ai primi contagi e il seguente rigoroso tracciamento dei contatti. A questo si aggiungano le misure restrittive imposte per tempo e sempre rispettate, e un’informazione efficace e capillare.
A differenza di molti altri Paesi, il Vietnam ha cominciato a comunicare l’emergenza ancor prima della registrazione del suo primo caso, lo scorso 23 gennaio.
Esattamente come evidenziato da Pham Quang Thai, del Dipartimento di controllo delle infezioni di Hanoi, il Vietnam ha persino anticipato le linee guida ufficiali dell’OMS, basandosi molto sui dati e le azioni dei primi Paesi che fronteggiavano la pandemia:
“Non abbiamo aspettato solo le linee guida dell’OMS: abbiamo guardato ai dati in arrivo dall’estero, e preso spunto da tutti quei Paesi in grado di muoversi con anticipo”,
ha dichiarato Thai.
Tra immediati controlli della temperatura e mascherine e guanti imposti sin da subito, il Paese sembra aver affrontato il coronavirus con un impegno enorme. Al punto che, secondo il primo ministro Nguyen Xuan Phuc, combattere il virus è stato come “combattere in una guerra”.
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