Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare. Due sono in cima alla lista

Alessandro Cipolla

30 Dicembre 2024 - 13:40

Quali sono i Paesi più sicuri dove rifugiarsi in caso di un guerra nucleare: ecco dove andare per sfuggire alle armi atomiche, ma l’Italia non è presente nella lista dei luoghi consigliati.

Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare. Due sono in cima alla lista

Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare: una ricerca che fino a qualche tempo fa poteva essere oggetto solo delle paranoie di qualche catastrofista, ma che invece ora appare - tristemente - tutto meno che una sciocchezza.

La guerra nucleare infatti non è più solo un argomento da film hollywoodiano, visto che il conflitto in corso tra Ucraina e Russia ha fatto scattare più di un campanello d’allarme in merito ai rischi atomici.

Le preoccupazioni riguardano sia il possibile utilizzo di armi atomiche da parte della Russia o dell’Occidente, sia quello di un incidente nella centrale nucleare di Zaporižžja, una delle più grandi d’Europa e al centro di autentiche battaglie con gli ucraini che stanno provando in tutti i modi a riprenderne il possesso.

Le minacce da parte di Mosca e le esercitazioni con tanto di simulazione di utilizzo di armi tattiche nucleari, potrebbero essere iscritte di diritto nel novero della deterrenza se non stessimo ballando da quasi tre anni sul pericoloso filo di una guerra mondiale.

Non bisogna poi dimenticare i rischi che vengono dal Pacifico, con la Corea del Nord che ha mandato soldati in Russia e la Cina che, per la prima volta nella sua storia, ha reso operative diverse testate nucleari in suo possesso.

In questo scenario, per diversi analisti l’Italia potrebbe essere un bersaglio della Russia in caso di una guerra nucleare: non a caso il nostro Paese da mesi ha messo a punto un piano in caso di attacco con armi atomiche, ma nello Stivale c’è grande penuria di bunker e di rifugi.

Vediamo allora nel dettaglio quali sarebbero i Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare, con due luoghi che sembrerebbero essere particolarmente indicati.

I Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare

Secondo un’indagine pubblicata sulla rivista Risk Analysis, non ci sarebbero dubbi: i due Paesi più sicuri in caso di guerra nucleare sono Australia e Nuova Zelanda.

Insieme ad Australia e Nuova Zelanda, nello studio vengono citati anche le Isole Salomone e Vanuatu oltre all’Islanda.

Sono proprio queste, infatti, le nazioni che, secondo lo studio di Matt Boyd e Nick Wilson, sarebbero maggiormente in grado di produrre cibo per le proprie popolazioni dopo una “ catastrofe improvvisa che riduca la luce solare ”, come una guerra nucleare, l’eruzione di un pianeta supervulcano o una devastante pioggia di asteroidi.

Lo studio ha confrontato 38 paesi insulari su 13 fattori che secondo loro potrebbero influenzare il successo della sopravvivenza post-apocalittica, tra cui la produzione alimentare, l’autosufficienza energetica, la capacità industriale e l’effetto che un particolare disastro avrebbe sul clima.

Altre nazioni insulari sarebbero in grado di produrre cibo a sufficienza in una crisi di questa portata, scrivono gli autori, ma il probabile collasso dell’industria e della coesione sociale le metterebbe ancora a rischio di sopravvivenza.

Cina, Russia e Stati Uniti potrebbero vedere un calo della produzione alimentare fino al 97% in base ai modelli simulati di inverno nucleare e sarebbero costretti a fare affidamento su nuove tecnologie di produzione alimentare.

In sostanza non si dovrebbe valutare solo l’impatto bellico e sanitario derivante dall’utilizzo di una bomba atomica, ma anche le conseguenze economiche e soprattutto sociali.

Guerra nucleare: i rischi per l’Italia

Vladimir Putin non è di certo il leader più rassicurante al mondo, ma il presidente russo è ben conscio di quello che significherebbe - per l’umanità intera - dare il via a un’apocalittica guerra nucleare.

Se però la Russia dovesse ritrovarsi militarmente spalle al muro a causa di un intervento della Nato, ecco che allora Putin potrebbe considerare l’opzione nucleare pur di non vedere la Federazione cadere a pezzi.

Se mai Vladimir Putin dovesse premere il pulsante rosso, stando a uno studio dell’Istituto di Ricerche Internazionali Archivio Disarmo - IRIAD - la Russia “con molta probabilità andrebbe a colpire le basi militari dislocate nei Paesi europei aderenti al Patto Atlantico, in modo da danneggiare le forze armate e gli arsenali della coalizione”.

In Italia di conseguenza i primi “obiettivi a essere colpiti sarebbero senz’altro Ghedi e Aviano, ovvero le due basi sul territorio italiano dove sono stoccate bombe nucleari statunitensi”.

Altri possibili tragici obiettivi in Italia di una guerra nucleare sarebbero “ Vicenza (Caserma del Din e Caserma Ederle), Livorno (Camp Darby), Gaeta, Napoli (Naval Support Activities Naples), Taranto e Sigonella (Naval Air Station Sigonella)”.

Giusto per rendere l’idea di quale catastrofe sarebbe una guerra nucleare in Italia, le conseguenze simulate dall’Archivio Disarmo sono da far tremare i polsi. “Nel caso di Ghedi - si legge - Si stima che l’esplosione dell’ordigno provocherebbe 450 morti e 3.220 feriti. Per quel che riguarda la base aerea di Aviano, i risultati sarebbero essenzialmente molto simili: in questo caso le vittime provocate dall’esplosione sono quantificate in 710 morti e 2.210 feriti”.

Un attacco nucleare a Napoli provocherebbe circa 21.000 morti e 109.000 feriti, a Vicenza 12.000 morti e 45.000 feriti, a Gaeta 12.000 morti e 5.000 feriti e a Taranto 7.500 morti e quasi 27.000 feriti.

In totale in Italia una guerra nucleare, nel suo primo atto, provocherebbe subito 55.000 morti e oltre 190.000 feriticome solo effetto delle detonazioni degli ordigni (di natura “tattica” e quindi incomparabilmente più contenuti rispetto agli omologhi strategici) sulle nostre basi militari più importanti dislocate lungo tutta la Penisola, da Nord a Sud”.

Dove scappare in caso di guerra nucleare?

Una domanda così sorge spontanea: dove scappare in caso di guerra nucleare? Se le nostre Regioni già hanno fatto scorta di pasticche di iodio - da assumere subito dopo un’esposizione a delle radiazioni -, in Italia a differenza della Svizzera c’è penuria di bunker con i pochi esistenti che sono datati e i meno agée risalenti alla Seconda Guerra Mondiale.

In una situazione del genere non sarebbe facile anche scappare dall’Italia magari per rifugiarsi nei Paesi indicati rivista Risk Analysis, ovvero soprattutto quelli oceanici.

Per chi allora volesse costruire un proprio rifugio a prova di bomba atomica, spulciando in rete i costi non sembrerebbero essere alla portata di tutti: si parte da un minimo di 80.000 euro, con la spesa media che si aggira tra i 2.000 e i 3.000 euro al metro quadro.

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