I pagamenti effettuati con le CDBC nel mondo oggi sono a uno stadio iniziale, ma potranno valere fino a 213 miliardi di dollari nel 2030
Il settore dei pagamenti è in costante sviluppo tecnologico: la blockchain ha già avuto un impatto su pagamenti e attività bancarie, ma l’ascesa delle CBDC (Central Bank Digital Currencies), le valute digitali emesse da una banca centrale, e delle stablecoin, ossia le criptovalute ancorate a una valuta fiat o a un bene, cambierà ulteriormente le cose.
CBDC e stablecoin sono due modi per dare agli utenti una migliore soluzione di pagamento che sappia essere nativa digitale, dato che la maggior parte dei sistemi di pagamento attualmente disponibili è stata progettata attorno a sistemi tradizionali.
Se i pagamenti con CDBC quest’anno probabilmente arriveranno a valere 100 milioni di dollari, entro il 2023 saranno di ben 213 miliardi di dollari.
La cifra eclatante è contenuta in uno studio di Juniper Research, che ha analizzato il mercato fintech e dei pagamenti e che ha preso in considerazione anche le stablecoin.
La ricerca di Juniper sancisce un salto quantico da qui al 2023 per le CDBC, di oltre il 260.000%, percentuale che riflette la fase primordiale in cui si trova il settore CDBC, attualmente limitato a progetti pilota nel mondo (Cina, India, Bahamas) e con un euro digitale che non arriverà prima del 2026.
Perché questo boom atteso? L’adozione delle CDBC, secondo Juniper, sarà guidata dai governi, che le utilizzeranno per promuovere l’inclusione finanziaria e aumentare il loro controllo sulle modalità di pagamento digitale.
Una CBDC, infatti, è una forma aggiuntiva di moneta emessa, monitorata e controllata da una banca centrale. Analogamente alle valute fiat, anche l’offerta di CBDC è controllata dalle politiche monetarie di una banca centrale.
Ciò che rende la CBDC diversa dalle stablecoin e da altre forme di valute digitali decentralizzate è che, quando emessa dalla banca centrale, deve essere accettata come forma di pagamento da tutti all’interno del mercato. Inoltre, deve essere una riserva di valore sicura per tutti i consumatori, i commercianti e gli stati.
Analogamente a una stablecoin, una CBDC è ancorata 1 a 1 alla corrispondente valuta fiat, il che significa che il valore della valuta digitale è sempre lo stesso della valuta fiat.
E poiché si tratta proprio di una valuta digitale, i consumatori devono disporre di un portafoglio digitale, un wallet, mentre non è necessario disporre di un conto bancario tradizionale per utilizzare e detenere CBDC.
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Ecco perché le CBDC miglioreranno l’accesso ai pagamenti digitali, in particolare nelle economie emergenti, dove la penetrazione degli strumenti di pagamento mobili mobile è significativamente più alta della penetrazione bancaria e della disponibilità di un conto.
La ricerca ha preconizzato che entro il 2030 il 92% del valore totale transato tramite CBDC sarà pagato a livello nazionale. Ed è già un cambiamento rispetto all’attuale 100% che si sta registrando, per ovvi motivi, nel contesto degli attuali progetti pilota.
Dato che le CBDC sono emesse dalle banche centrali, infatti, sono inizialmente limitate ai pagamenti nazionali. I pagamenti transfrontalieri potranno arrivare man mano che i sistemi si consolideranno e verranno effettuati collegamenti tra le CBDC utilizzate dai singoli paesi.
Secondo gli analisti spetterà alle reti di pagamenti transfrontalieri creare i collegamenti per consentire un ampio utilizzo delle CDBC.
E infatti la ricerca individua nella mancanza di sviluppo di prodotti commerciali attorno alle CBDC come un fattore limitante chiave per il mercato attuale, con poche piattaforme ben definite che le banche centrali possono sfruttare.
Cosa servirà dunque per la diffusione delle CDBC come sistemi di pagamento transfrontalieri?
Secondo la ricerca, per consentire la realizzazione del pieno potenziale inclusivo delle CBDC i fornitori di piattaforme dovranno sviluppare una soluzione end-to-end completa e occuparsi della fornitura di wallet e dell’accettazione da parte dei commercianti.
La ricerca di Juniper annovera quindici fornitori di piattaforme da tenere d’occhio: BITT, Consensys, eCurrency, FIS, G+D, Hashcash Consultants, IDEMIA, Industria, Mastercard, Nahmii, Nchain, R3, Ripple, Soramitsu, Stellar.
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