Il presunto piano di pace americano che vorrebbe mettere assieme sauditi ed israeliani, è chiaramente un piano di guerra.
La questione israelo-palestinese ha vari gradi complessità, si potrebbe dire che è “paradigmatica” o esemplificativa della complessità geostorica, politica, etnica, religiosa e quant’altro. È da svariati decenni che è così ed in questi svariati decenni ha stratificato sfoglie e sfoglie di problemi e catene di rancore. Tant’è che è ormai diventata un “gioco” ovvero agire tra più attori attraverso le regole di una comune convenzione. Quindi, la faccenda è complicata in sé, ma soprattutto pare che a nessuno interessi risolverla ovvero pare ci siano tanti che hanno interesse affinché non venga risolta perché hanno interesse ad usarla come gioco.
L’elenco degli attori del dramma è sconfinato. Partiamo dal mondo arabo.
I palestinesi sono notoriamente gli arabi più laici che esistono, da sempre, il che non è in sintonia con la svolta islamica che gradatamente si è affermata nel mondo sunnita a partire dal dopoguerra, reale o di facciata. Tuttavia, in quanto “vittime” sono stati eletti a bene comune del sistema. Purtroppo, usare i palestinesi per darsi una parvenza di unità e comune intento, comporta che si ha bisogno del loro martirio continuato.
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