La PEC europea sarà una garanzia per le nostre comunicazioni, che darà vantaggi in termini di sicurezza e di certezza. Lo spiega Andrea Sassetti di Aruba
Si parla sempre più spesso di PEC europea, almeno in Italia, dove la Posta Elettronica Certificata è sempre più diffusa.
Possiamo dire, anzi, che la PEC, insieme allo Spid, sia stata uno dei successi italiani in fatto di digitalizzazione dei rapporti di comunicazione fra persone e istituzioni, che una volta tanto ci ha collocato ai primi posti in Europa.
Si parla tanto di PEC europea perché sarà la garanzia per le relazioni di business, uno strumento valido e riconosciuto per tenere rapporti ufficiali con istituzioni, aziende, professionisti di tutta Europa, per partecipare a gare d’appalto, bandi, concorsi, tutte le iniziative, insomma, in cui le scadenze sono criterio fondamentale di adesione o di assegnazione di progetti.
PEC europea, appuntamento al 2024
Secondo l’AgID, nell’ultimo censimento (di metà 2022), le caselle PEC in Italia erano quasi 14,5 milioni, in crescita dell’8% rispetto all’anno precedente e di queste, più della metà (9 milioni), sono gestite da Aruba.
Per questo motivo ne abbiamo parlato con Andrea Sassetti, Trust Services Governance & General Affairs Director di Aruba, partendo proprio dalla questione principale: quando arriverà la PEC europea?
“La data ufficiale verrà stabilita da un DPCM che dovrebbe arrivare nei prossimi mesi - ci ha detto - Sassetti -. Da quello che si legge all’interno dell’ultimo aggiornamento del Piano Triennale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione, l’evoluzione definitiva in termini di interoperabilità europea potrebbe avvenire a metà 2024”.
Un tempo abbastanza lungo, ma ci si può già preparare alla migrazione. Gli utenti già in possesso di una PEC verranno guidati dal loro provider. “Ad esempio, nel nostro caso stiamo supportando i clienti per la fase di riconoscimento dell’utente titolare della PEC ed è possibile effettuare l’operazione gratuitamente via SPID, la firma digitale, CIE, CNS o anche tramite il cosiddetto DVO, il riconoscimento De Visu Online con operatore”.
PEC europea e PEC italiana, cosa cambierà
L’altro aspetto riguarda l’attivazione della verifica in due passaggi. sempre gratuita. “Abbiamo un meccanismo di autenticazione a due fattori basato su notifica push, simile a quello che generalmente si utilizza con le app di home banking. Questo significa che dopo essersi autenticati tramite username e password, si riceve sul device associato alla casella PEC, una notifica push attraverso la quale l’utente è tenuto a confermare di voler procedere con l’autenticazione”.
Aspetto da non trascurare è il costo della migrazione. “Oggi Aruba si sta facendo carico dei costi di implementazione: i clienti titolari di una casella hanno la possibilità di avere una PEC europea senza costi aggiuntivi”.
La PEC, spiega Sassetti, resterà sostanzialmente il medesimo strumento, ma con più vantaggi.
«La PEC infatti rispondeva già ai requisiti del servizio di recapito certificato qualificato europeo previsti dal regolamento eIDAS, eccetto che per l’identificazione certa del mittente e del destinatario ed il meccanismo di autenticazione forte, ma ad oggi sono aspetti ormai soddisfatti dal servizio».
Altra questione è se l’infrastruttura di certificazione della PEC italiana passerà automaticamente a quella europea. “Di fatto sta già accadendo – spiega Sassetti - previa identificazione e attivazione della 2FA. Noi provider ci stiamo facendo carico delle implementazioni a livello di servizio, sono ormai diversi mesi che lavoriamo a tavoli comuni con gli altri gestori e con AgID per garantirne l’interoperabilità".
Quali saranno i vantaggi di avere una PEC europea
La Posta Elettronica Certificata è riuscita negli anni a dare vita a un sistema di comunicazione destinato a cambiare e migliorare le abitudini di milioni di italiani, incentivando il processo di dematerializzazione documentale, quindi l’abbandono della carta, con conseguente risparmio di tempo e riduzione degli spostamenti, e quindi dell’inquinamento. In più, esistono una serie di vantaggi che questa evoluzione porterà all’utente finale.
Quali saranno dunque i vantaggi di una PEC europea?
“Prima di tutto l’interoperabilità europea - spiega Sassetti -: il fatto che la PEC sia un sistema di recapito certificato qualificato che sarà utilizzabile in Europa consentirà a tutti gli utenti di utilizzare il proprio indirizzo PEC nelle comunicazioni con la Pubblica Amministrazione o utenti, enti ed imprese europee, mantenendo il valore legale e la sicurezza che da sempre contraddistinguono lo strumento”.
Oltre all’integrità del contenuto delle comunicazioni, “è garantita l’identificazione certa dei mittenti e dei destinatari, l’opponibilità a terzi di tutti gli eventi relativi all’invio/ricezione dei messaggi e della data/ora certa associata a tali eventi”.
E a riconferma della continuità del servizio e di tutti i benefici che possiede, “anche la PEC europea è di fatto un sistema di consegna qualificato, garantito dalla presenza, per ogni comunicazione, di una validazione temporale qualificata, a norma eIDAS, e opponibile a terzi. Un aspetto estremamente importante soprattutto in casi d’uso quali le gare d’appalto, bandi e concorsi e in generale le iniziative in cui le scadenze sono criterio fondamentale di adesione o assegnazione di progetti o premi”.
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