Sai che l’età in cui andrai in pensione può variare in base al tuo anno di nascita? Dimentica gli attuali requisiti, ecco cosa può cambiare in un futuro non molto lontano.
Oggi in Italia si va generalmente in pensione a 67 anni di età, con la possibilità di farlo con qualche anno di anticipo grazie alle misure di flessibilità previste dal nostro ordinamento, come nel caso della pensione anticipata che consente di smettere di lavorare indipendentemente dall’età anagrafica.
Tuttavia, le pensioni come le conosciamo oggi stanno per finire, in quanto nei prossimi anni ci sarà un costante aumento delle aspettative di vita che, per effetto di quanto stabilito dalla legge Fornero del 2011, si ripercuote anche sull’età pensionabile.
È importante quindi essere consapevoli del fatto che i requisiti per la pensione possono variare anche in base all’anno di nascita. Chi è nato negli anni ‘60, ad esempio, ci andrà con requisiti molto più favorevoli rispetto ai lavoratori classe 1990 o 2000.
A tal proposito, è interessante rispondere alla domanda su quando si va in pensione, per quanto va detto che più ci si allontana con gli anni e più è complicato farlo. Al detto di interventi legislativi che nel frattempo potrebbero essere approvati dal governo di turno, va considerato infatti che ogni due anni i requisiti di pensionamento devono essere adeguati alle speranze di vita, con il rischio concreto che più si va avanti negli anni e più aumenterà l’età pensionabile.
Come fare quindi a rispondere alla domanda su quando andrai in pensione? Bisogna fissare dei punti fermi, così da arrivare a un risultato che bene o male potrebbe variare giusto di qualche mese.
A tal proposito, noi di Money.it abbiamo realizzato delle tabelle dove in base all’anno di nascita viene indicata l’età e l’anno di pensionamento per quelle che a oggi sono le misure cardine dell’impianto designato dalla riforma Fornero del 2011: la pensione di vecchiaia e anticipata, con le relative opzioni riservate ai contributivi puri.
Come si va in pensione
Prima di analizzare le tabelle che rispondono alla domanda su quando si va in pensione, facciamo chiarezza su quali sono le misure prese in considerazione. Come anticipato si tratta di pensione di vecchiaia e anticipata, complete delle loro opzioni riservate ai soli contributivi puri, ossia coloro che hanno un’anzianità contributiva successiva all’1 gennaio 1996.
Nel dettaglio, queste misure richiedono di soddisfare i seguenti requisiti:
- pensione di vecchiaia: 67 anni di età e 20 anni di contributi. Per i contributivi puri c’è un ulteriore requisito da soddisfare: l’assegno maturato nel momento del pensionamento deve essere almeno pari all’importo dell’Assegno sociale, oggi pari a 534,41 euro ma soggetto a rivalutazione annua sulla base dell’inflazione;
- pensione di vecchiaia contributiva: 71 anni di età e 5 anni di contributi.
- pensione anticipata: si tratta di una delle poche misure che ancora prevede una differenziazione tra uomini e donne. Nel dettaglio, non prevede alcuna età anagrafica, bensì consente di andare in pensione una volta che gli anni di contributi maturati raggiungono i 42 anni e 10 mesi per gli uomini, 41 anni e 10 mesi per le donne;
- pensione anticipata contributiva: 64 anni di età e 20 anni di contributi, ma anche in questo caso si aggiunge un requisito economico che rende molto complicato accedere a questa misura. L’importo della pensione, infatti, deve essere almeno pari a 3 volte il valore dell’Assegno sociale, 2,8 volte per le donne con un figlio e 2,6 volte per quelle che ne hanno almeno due.
Come anticipato, però, questi requisiti sono oggetto di revisione ogni due anni, in quanto condizionati dall’andamento delle aspettative di vita. Basti pensare che dalla data di approvazione della legge Fornero (2011) a oggi, i requisiti per l’accesso alla pensione sono aumentati di 1 anno. Nel dettaglio, l’adeguamento viene effettuato sul requisito anagrafico, con la sola eccezione della pensione anticipata per la quale si interviene sul requisito contributivo.
Quando andrai in pensione, le tabelle in base all’anno di nascita
Per realizzare le tabelle e rispondere alla domanda su quando si andrà in pensione abbiamo tenuto conto delle stime Istat sulla crescita delle aspettative di vita nel medio e lungo periodo.
Al netto della parentesi dovuta alla pandemia, che ha fatto sì che neppure nel 2025 ci sarà un incremento dell’età pensionabile, si prevede che a partire dal 2027 la speranza di vita dovrebbe crescere di 2 mesi ogni biennio.
Per quanto riguarda l’età per la pensione anticipata, invece, abbiamo considerato un lavoratore, o una lavoratrice, che ha iniziato a lavorare all’età di 20 anni mantenendo una carriera costante, senza vuoti contributivi. In questo modo abbiamo potuto fissare l’anno in cui si prevede che venga raggiunto il requisito contributivo utile per il collocamento in quiescenza.
Per una maggiore fruibilità abbiamo realizzato diverse tabelle per ogni decade. A questo punto non basta che individuare il proprio anno di nascita e la relativa tabella di riferimento per farsi un’idea di quando si smetterà di lavorare.
Iniziamo dai nati tra il 1957 e il 1969, per i quali come possiamo vedere i requisiti per il pensionamento non sono molto distanti rispetto a oggi. Gli spazi sono vuoti nel caso in cui il requisito per il pensionamento risulti già soddisfatto prima del 2024.
I nati negli anni ’70, invece, cominceranno a sentire dell’adeguamento con le aspettative di vita, per quanto non in maniera rilevante. Al peggio, infatti, questi rischiano di accedere alla pensione di vecchiaia non prima dei 68 anni di età.
Come anticipato, più si va avanti negli anni e più i requisiti per il pensionamento si fanno più severi. Ne sono la dimostrazione le proiezioni per i nati negli anni ’80, per cui la pensione di vecchiaia arriva non prima dei 69 anni di età. Senza dimenticare poi che laddove non dovesse essere raggiunto il requisito economico richiesto per andarci, bisognerà attendere oltre i 73 anni (con la pensione di vecchiaia contributiva).
Ma è per i nati negli anni ’90 che si sforano persino i 70 anni per l’accesso alla pensione di vecchiaia, con il rischio concreto quindi di dover lavorare per ben 3 anni di più rispetto a oggi, anche considerando le difficoltà di soddisfare il requisito contributivo richiesto per la pensione anticipata e quello economico dell’opzione contributiva della stessa.
Con la nostra proiezione ci siamo fermati al 2010, quindi a chi è appena quattordicenne. Le previsioni qui sono sempre peggiori: basti pensare che si stima questi possano andare in pensione a 71 anni e 4 mesi di età, persino 75 anni e 8 mesi nel caso dell’opzione contributiva.
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