Pensione di garanzia, 1.000€ per tutti: ma è davvero possibile?

Simone Micocci

22 Luglio 2019 - 09:24

Allarme pensioni: i giovani di oggi ci andranno ampiamente dopo i 70 anni di età e con assegni al limite della sopravvivenza. Ecco perché è necessario - già da oggi - riconoscere una pensione contributiva di garanzia.

Pensione di garanzia, 1.000€ per tutti: ma è davvero possibile?

Pensioni, ultime novità: per i giovani di oggi - i quali rischiano di andare in pensione sempre più tardi e con assegni di importo molto basso - è necessaria l’introduzione di una pensione di garanzia.

A ribadirlo è stata la CGIL durante la recente iniziativa “Giovani e pensioni, rivolti al futuro”, durante la quale sono stati pubblicati i risultati dello studio realizzato dal sindacato in merito alle prospettive del sistema previdenziale italiano. Nel dettaglio, tenendo conto di quanto deciso dalla Legge Fornero - che ha ritardato di diversi anni l’accesso alla pensione - e del completo passaggio al sistema contributivo, ne risulta che coloro che hanno iniziato a lavorare da poco - e non hanno carriere stabili né percepiscono stipendi elevati - andranno in pensione molto tardi e con assegni previdenziali “al limite della sopravvivenza”.

Un tema, quello delle pensioni, che secondo il sindacato va affrontato il prima possibile dal momento che “parlare della prospettiva previdenziale dei giovani vuol dire parlare del futuro delle nuove generazioni, dei loro progetti di vita, delle loro certezze” (queste le parole del segretario confederale della CGIL, Roberto Ghiselli).

Ecco perché sulla base dei risultati dello studio (che potete approfondire qui), la CGIL ha richiesto un incontro con il Governo per l’apertura di una contrattazione in merito ad una riforma delle pensioni che affronti diversi aspetti, come “flessibilità in uscita, lavoro di cura, lavoro gravoso e, soprattutto, la questione dei giovani e della pensione contributiva di garanzia”.

Qui ci concentreremo proprio su quest’ultimo tema, quello della pensione di garanzia. D’altronde, secondo Ghiselli, anche se lo scenario - “allarmante” - descritto dallo studio del sindacato si concretizzerà tra diversi anni, è “urgente già oggi parlare della pensione dei giovani perché o si interviene subito oppure domani sarà troppo tardi”.

La prospettiva per i giovani di oggi è di andare in pensione ben oltre i 70 anni di età (clicca qui per sapere come cambieranno i requisiti della pensione nei prossimi anni) oppure con 45 anni di contribuzione. Una prospettiva troppo svantaggiosa per coloro che nel frattempo stanno riscontrando non pochi problemi nel trovare un impiego fisso e ben pagato.

Ma qual è la soluzione pensata dalla CGIL? Come dovrebbe essere questa “pensione di garanzia”? E soprattutto: è davvero realizzabile?

Pensione di garanzia: 1.000€ di assegno per tutti

Le proposte della CGIL per evitare che lo scenario prospettato si concretizzi sono diverse. In primis si chiede di modificare lo strumento che vede i requisiti per l’accesso alla pensione adeguarsi costantemente (ogni due anni) alle aspettative di vita, o anche di eliminare i limiti che richiedono un importo di pensione pari o superiore ad 1,5 o 2,8 volte l’assegno sociale per l’accesso ad alcune opzioni di pensionamento.

Ma uno dei temi centrali è quello riguardante la pensione contributiva di garanzia, con la quale si dovrà dare un futuro a coloro che in questi anni - “a causa di un percorso lavorativo caratterizzato da discontinuità, basse retribuzioni e interruzioni per ragioni di cura e disoccupazione” - non riusciranno a garantirsi una pensione.

A tal proposito Ghiselli ha sottolineato che la pensione di garanzia è differente dalla pensione di cittadinanza. Si tratterà infatti di un intervento “a posteriori” per sostenere quelle persone che a causa delle difficoltà oggettive del mercato del lavoro - o per altri problemi di varia natura - non sono riuscite a costruirsi una pensione dignitosa. Ad averne diritto, però, sarebbero solo coloro che sono stati attivi nel mercato del lavoro, oppure che possono dimostrare di aver svolto lavori di cura o formazione.

Nel dettaglio, il primo passo sarà quello di rendere maggiormente flessibile l’accesso alla pensione, dal momento che, come dichiarato da Ghiselli, “è necessario affidare alla persona la scelta di decidere il proprio percorso di vita, quindi anche quando andare in pensione, naturalmente entro certi limiti”.

Allo stesso tempo però bisogna correggere il sistema utilizzato per il calcolo della pensione, quello di tipo contributivo, riconoscendo le differenze che caratterizzano il mondo del lavoro. Un concetto ribadito anche da Maurizio Landini, segretario generale della CGIL.

Il tutto senza dimenticare che il sistema previdenziale dovrà essere sostenibile economicamente, anche nel lungo periodo.

L’obiettivo è chiaro: la proposta della CGIL per una pensione di garanzia, infatti, vede l’accesso alla pensione al compimento del 66° anno di età. In alternativa si può andare in pensione indipendentemente dall’età ma con un monte contributivo di 42 anni. Allo stesso tempo bisognerà garantire un assegno mensile di almeno 1.000€.

Novità dovrebbero esserci anche sul fronte contributi: bisognerà riconoscere, infatti, anche gli anni spesi per l’assistenza ai familiari, o per la ricerca di un lavoro.

Pensione di garanzia: è davvero realizzabile?

Ovviamente non sarà semplice attuare una pensione di garanzia che assicuri un futuro previdenziale ai giovani d’oggi. Lo stesso Landini è alquanto scettico sul fatto che ci possano essere novità già con questo Governo:

“Purtroppo esiste un vizio di fondo. Si discute, anche a lungo, ma poi siccome quello che conta è un contratto di governo stipulato tra privati, a quel punto vale quello: non c’è Parlamento o parti sociali che tengano”.

In realtà gli ostacoli più che politici sono di tipo economico: si farà molta fatica, infatti, a raggiungere gli obiettivi indicati dalla CGIL e allo stesso tempo a garantire sostenibilità al sistema. Una pensione di garanzia a 1.000€ per tutti avrà un costo che difficilmente le casse dell’Inps potranno sostenere, soprattutto nei prossimi anni quando il numero dei pensionati - visto il collocamento in quiescenza delle generazioni nate nel baby boom - sarà molto più alto rispetto ad oggi.

Per garantire maggiori entrate si potrebbe - come spiegato dal segretario della CGIL - combattere l’evasione fiscale e puntare sulla qualità del lavoro (“Far lavorare le persone e fare lavorare bene produce ricchezza e allarga i diritti”), ma non sarà semplice.

Nonostante le difficoltà però non possiamo non concordare con la necessità di prevedere una pensione di garanzia: le prospettive previdenziali per chi ha iniziato a lavorare oggi non sono delle migliori ed è per questo che bisogna intervenire il prima possibile affinché questo scenario non si concretizzi.

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