Pensione: quali lavoratori hanno diritto ad andarci prima

Simone Micocci

16/07/2019

Pensioni, le regole non sono “uguali per tutti”: ad alcune categorie di lavoratori, vista la specificità della loro condizione fisica o lavorativa, sono riconosciute delle agevolazioni.

Pensione: quali lavoratori hanno diritto ad andarci prima

Ad alcune categorie di lavoratori viene consentito di andare in pensione con requisiti differenti rispetto a quanto previsto per la generalità dei cittadini.

Quando sussistono determinate condizioni, infatti, è riconosciuta la possibilità di smettere di lavorare anticipando l’accesso alla pensione. Sono diverse le categorie di lavoratori che hanno diritto ad un percorso “agevolato” per l’accesso alla pensione: in alcuni casi questo dipende dallo status della persona, ad esempio se si tratta di un invalido. In altri, invece, ciò dipende dallo status del lavoratore: sono riconosciute, infatti, agevolazioni per l’accesso alla pensione a coloro che hanno cominciato a lavorare già prima della maggiore età (i cosiddetti lavoratori precoci) o anche a coloro che per diversi anni sono stati impiegati in mansioni usuranti o gravose.

A tal proposito in questo articolo faremo chiarezza su quali sono le categorie ad aver diritto ad un percorso agevolato per l’accesso alla pensione, partendo proprio dagli invalidi.

Lavoratori invalidi: le agevolazioni per la pensione

Come anticipato, in alcuni casi le agevolazioni sulla pensione dipendono dallo status della persona. È il caso del lavoratore invalido per una percentuale pari almeno all’80%, il quale può accedere alla pensione una volta al verificarsi dei seguenti requisiti:

  • 20 anni di contributi;
  • compimento del 61° anno di età.

C’è però un’importante precisazione da fare: l’invalidità deve essere certificata dall’Inps; non è sufficiente, quindi, il riconoscimento dell’invalidità civile per accedere alla pensione anticipata per i lavoratori invalidi. Inoltre, questa misura è riservata ai soli lavoratori del settore privato.

Segnaliamo poi che per questa misura è prevista una finestra mobile di 12 mesi: quindi, l’assegno decorre dopo un anno dal raggiungimento dei suddetti requisiti.

Ci sono poi altre agevolazioni per la pensione riconosciuti ai lavoratori invalidi: ad esempio, per sordi e persone con percentuale di invalidità superiore al 74% è riconosciuto per ogni anno in cui ci si trova in questa situazione di disagio una contribuzione figurativa di 2 mesi. Questa è valida per il raggiungimento del requisito contributivo per l’accesso alla pensione, ma per un massimo di 5 anni.

Infine c’è la pensione di inabilità (invalidità al 100%) spettante al compimento dei 67 anni di età (come per la pensione di vecchiaia) ma con la differenza che anziché 20 anni di contributi ne sono sufficienti 5 anni.

Lavoratori precoci: le agevolazioni per la pensione

Un’altra categoria che ha diritto a delle agevolazioni per l’accesso alla pensione è quella dei lavoratori precoci. Per essere riconosciuti come tali bisogna aver maturato almeno 12 mesi di contributi prima del compimento del 19° anno di età.

Per questi lavoratori vi è la possibilità di accedere alla pensione indipendentemente dall’età anagrafica al raggiungimento dei 41 anni di contributi. Questo è possibile ricorrendo a Quota 41, la misura che il Governo vorrebbe estendere a tutti i lavoratori ma che oggi è riconosciuta solo ai cosiddetti precoci.

Ma non è sufficiente lo status di precoce per accedere alla pensione con 41 anni di contributi: il lavoratore, infatti, deve anche appartenere ad uno dei profili di tutela previsti dalla normativa. Nel dettaglio, questo deve essere:

  • disoccupato da almeno 12 mesi;
  • invalido al 74%;
  • caregiver;
  • addetto a mansioni usuranti o gravose.

Solo per questi la pensione spetta al raggiungimento del 41° anno di contribuzione, con l’assegno che però decorre dal 3° mese successivo alla maturazione del requisito contributivo per effetto della finestra mobile trimestrale introdotta con il decreto 4/2019.

Lavoratori usuranti: le agevolazioni per la pensione

Per i lavoratori usuranti non c’è solo Quota 41: questi, infatti, possono accedere a Quota 97,6 nel caso in cui soddisfino determinati requisiti. In primis è importante ricordare quali sono le attività riconosciute come usuranti:

  • lavori in galleria, cava o miniera;
  • lavori in cassoni ad aria compressa;
  • lavori svolti dai palombari;
  • lavori ad alte temperature;
  • lavoratori del vetro cavo;
  • lavori espletati in spazi ristretti;
  • lavori di esportazione amianto;
  • conducenti di veicoli pesanti;
  • addetti alla “linea catena” (lavoratori impegnati all’interno di un processo produttivo in serie)
  • lavoratori notturni (servizi di 6 ore tra la mezzanotte e le cinque del mattino per almeno 78 notti l’anno, oppure di 3 ore ma per l’intero anno lavorativo).

A coloro che hanno prestato una di queste attività per almeno 7 anni negli ultimi 10, oppure per un numero di anni almeno pari alla metà della vita lavorativa, viene consentito di andare in pensione con Quota 97,6. Ciò significa che l’accesso alla pensione è autorizzato quando la somma tra età anagrafica e requisito contributivo dà come risultato 97,6. Ci sono comunque dei limiti da rispettare:

  • l’età anagrafica deve essere almeno pari a 61 anni e 7 mesi;
  • i contributi non possono essere meno di 35 anni.

Tolta questa possibilità c’è un altro strumento che favorisce i lavoratori usuranti: si tratta dell’Ape Sociale, l’anticipo pensionistico con il quale si può smettere di lavorare all’età di 63 anni percependo negli anni che mancano al raggiungimento della pensione un’indennità finanziata da un prestito erogato da un istituto di credito di cui si farà carico lo Stato (non ci sono, quindi, costi per l’interessato).

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