Pensioni, arrivano i tagli. Lo Stato recupera i suoi soldi

Simone Micocci

26 Luglio 2024 - 10:03

Pensioni, ad agosto scattano i tagli. Ci sono due ragioni per cui l’importo rischia di essere più basso.

Pensioni, arrivano i tagli. Lo Stato recupera i suoi soldi

Come abbiamo già avuto modo di spiegare, sulla pensione in pagamento la prossima settimana - giovedì 1 agosto - è in arrivo un aumento per quei pensionati a cui è risultato un credito Irpef dalla dichiarazione dei redditi presentata (entro il 20 giugno, altrimenti il rimborso slitta ai mesi successivi) con modello 730/2024.

Non tutti, però, saranno così “fortunati”. Nel caso in cui dalla dichiarazione dei redditi fosse risultato un debito d’imposta, allora la pensione subirà una trattenuta con il rischio di essere persino pari a zero.

Una situazione che riguarderà principalmente i pensionati che nel 2023 (il periodo d’imposta considerato nella dichiarazione dei redditi 2024) hanno percepito diversi redditi, ad esempio per chi nel frattempo ha svolto un’attività lavorativa.

Ma attenzione, perché non è l’unica ragione per cui ad agosto potrebbe esserci un taglio della pensione. Come ufficializzato dall’Inps nella guida mensile al cedolino, alcuni pensionati il mese prossimo subiranno una trattenuta del 5% dall’assegno.

Vediamo perché, facendo chiarezza su quelle ragioni che possono comportare un taglio della pensione, evitando così di essere delusi nel momento in cui si riceve il pagamento.

Pensioni, chi subisce il taglio del 5% ad agosto

Come spiegato dall’Inps nel messaggio che potete consultare dal sito ufficiale, per le pensioni previdenziali delle gestioni private che sono, in tutto o in parte, collegate al reddito, c’è il rischio di un taglio.

Ricordiamo infatti che chi percepisce di alcune agevolazioni, come ad esempio può essere l’integrazione al trattamento minimo, come pure la maggiorazione sociale conosciuta come incremento al milione, deve annualmente comunicare all’Inps il reddito percepito, o attraverso la dichiarazione dei redditi oppure utilizzando il modello Red.

La ragione è chiara: dal momento che la percezione di queste misure è condizionata al reddito percepito, l’Inps ha bisogno di conoscere con esattezza la situazione reddituale aggiornata così da poter verificare il possesso dei requisiti.

Non tutti, però, assolvono questo compito. E va detto che l’Inps è molto tollerante, lasciando diversi anni di tempo prima di intervenire. A tal proposito, il taglio ufficializzato riguarda quei pensionati che nonostante i numerosi solleciti non hanno ancora fornito i dati reddituali riferiti al 2020. Per questi, nei mesi di agosto e settembre verrà applicata una trattenuta pari al 5%, determinata sulla base dell’importo che è stato percepito a luglio.

Si tratta però di un primo avvertimento: nel caso in cui le suddette informazioni non dovessero arrivare entro il 15 settembre, allora l’Inps effettuerà la revoca definitiva delle prestazioni collegate al reddito. Addio all’aumento fino alla pensione minima quindi, come pure non spetterà più la quattordicesima.

Lo Stato recupera l’Irpef non versata

La seconda ragione per cui ad agosto ci sarà un taglio della pensione riguarda un maggior numero di pensionati. Con le trattenute applicate sul prossimo cedolino, infatti, lo Stato andrà a recuperare i propri soldi, ossia le imposte non versate dal contribuente nel periodo d’imposta 2023.

Ricordiamo che il versamento dell’Irpef dovuta sulla pensione viene effettuato direttamente dall’Inps, mensilmente, in qualità di sostituto d’imposta. Tuttavia, non è detto che quanto trattenuto corrisponda esattamente a quanto dovuto. Nel calcolare la percentuale d’imposta da trattenere, infatti, l’Istituto tiene conto solamente dei trattamenti da lui erogati.

Ecco perché la presenza di altri redditi potrebbe di fatto comportare il pagamento di un’imposta maggiore, in quanto la quota trattenuta dall’Istituto è stata calcolata su un dato parziale.

Solitamente a rischiare un debito sulla pensione è chi nel periodo di riferimento ha una doppia Certificazione Unica, nei confronti dei quali con la dichiarazione dei redditi viene calcolata la quota restante dovuta, la quale può essere trattenuta in due diverse modalità:

  • interamente su un cedolino, con il rischio quindi che la pensione sia persino pari a zero;
  • rateizzata fino a novembre 2024.

È il contribuente a scegliere, direttamente nella dichiarazione dei redditi. Va detto però che anche per i tagli si seguono le stesse tempistiche dei rimborsi: solo per chi ha presentato la dichiarazione dei redditi entro il 20 giugno scorso scatta il taglio nella pensione di agosto, mentre gli altri dovranno aspettare i mesi successivi (e di conseguenza la rateizzazione sarà su meno mensilità).

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