Pensioni, i maxi aumenti di marzo non arriveranno a tutti: chi sono gli “esclusi”

Giacomo Andreoli

18 Febbraio 2023 - 12:28

A marzo viene pagata la rivalutazione delle pensioni all’inflazione, ma gli aumenti non valgono per tutti: solo una parte della platea dei pensionati è infatti interessata dalla novità.

Pensioni, i maxi aumenti di marzo non arriveranno a tutti: chi sono gli “esclusi”

Tra un mese centinaia di migliaia di pensionati riceveranno il tanto atteso aumento nell’assegno mensile, con gli arretrati a partire da gennaio. Si tratta della rivalutazione delle pensioni all’inflazione, che per alcuni è già arrivata a partire dall’inizio del 2023, mentre per altri è slittata per problemi burocratici a marzo. Non tutti coloro che non hanno ricevuto gli aumenti, però li avranno ora a marzo.

Sono solo alcune, infatti, le fasce di importo dei trattamenti pensionistici coinvolte dalla rivalutazione, con diverse modalità di assegnazione degli aumenti. Il governo Meloni ha infatti deciso di ridurre gli aumenti per alcuni, così da risparmiare soldi pubblici, impiegati per altre spese.

Vediamo nel dettaglio chi riceverà il maxi assegno a marzo e chi invece dovrà accontentarsi di un più contenuto assegno pensionistico, non molto diverso da come lo ha ricevuto fino ad oggi.

Pensioni, chi riceverà a marzo i maxi aumenti superiori al 4%

Come spiegato dall’Inps chi ha un reddito pensionistico fino a quattro volte il minimo ha già preso l’assegno aumentato del 7,3% da gennaio: si tratta di una rivalutazione all’inflazione al 100%.

Chi invece riceve assegni tra le quattro e le cinque volte il minimo (con una pensione superiore a 2.101,52 euro lordi) vedrà arrivare ora gli aumenti con gli arretrati. La rivalutazione per queste persone è all’85%, quindi l’aumento è del 6,205% per ogni assegno mensile.

Riceverà a marzo gli aumenti anche chi ha un reddito da pensione tra le cinque e le sei volte il trattamento minimo (da 2.626,91 a 3.152,28 euro lordi), ma prenderà solo il 53% del tasso di inflazione, quindi la rivalutazione è al 3,869%.

Aumenti delle pensioni, chi prenderà meno del 4% in più

Più sale la pensione più diminuisce la rivalutazione: la rivalutazione è al 47% (con un aumento al 3,43%) per le pensioni pari o inferiori a otto volte il minimo (tra 3.153 e 4.203 euro lordi al mese). E ancora: la rivalutazione è al 37% (aumento del 2,7%) per chi riceve assegni pari o inferiori a dieci volte il minimo (tra 4.204 e 5.253 euro lordi).

Si arriva infine al 32% (cioè un aumento del 2,336%) per tutti coloro che hanno assegni superiori a dieci volte il minimo (cioè prendono oltre 5.253,81 euro lordi al mese).

Rivalutazione delle pensioni, chi ci guadagna?

Pertanto gli aumenti superiori al 6% degli assegni mensili varranno solo per chi riceve assegni al massimo cinque volte superiore al minimo. Per gli altri gli incrementi saranno solo in proporzione inferiori. In termini di importi netti, infatti, essendo gli assegni più alti, aumenti in percentuale minori possono pesare più a fine mese. Poi nel 2024 sono attesi nuove maggiorazioni in base all’inflazione del 2023.

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