Pensioni, l’età pensionabile aumenta nel 2025 (ma non ufficialmente)

Simone Micocci

26 Maggio 2024 - 09:50

Pensioni, ufficialmente l’età pensionabile non aumenta nel 2025. Ma l’età effettiva per il pensionamento, complici alcune decisioni del governo Meloni, potrebbe salire ancora.

Pensioni, l’età pensionabile aumenta nel 2025 (ma non ufficialmente)

Almeno sulla carta, l’età pensionabile in Italia non subirà variazioni il prossimo anno. A confermarlo è il ministero dell’Economia con il decreto ministeriale del 18 luglio 2023, con il quale, sulla base della speranza di vita verificata dai dati Istat, non è prevista alcuna variazione per il biennio 2025-2026.

Ricordiamo infatti che la legge Fornero ha stabilito che ogni due anni l’età pensionabile deve essere adeguata alle speranze di vita. Un meccanismo che dal 2012 a oggi ha comportato l’incremento di 1 anno per l’età della pensione di vecchiaia, passata da 66 a 67 anni.

La buona notizia, quindi, è che almeno apparentemente non è in programma un aumento dell’età pensionabile in Italia, a differenza di quanto invece succederà in altri Paesi dove invece è previsto un leggero incremento. Tuttavia, bisogna ricordare che non esistono solamente la pensione di vecchiaia e anticipata come forme di pensionamento in Italia: negli anni sono state introdotte diverse misure di flessibilità che consentono di smettere di lavorare con qualche anno di anticipo.

Tant’è che secondo i dati Inps l’età effettiva per la pensione è molto più bassa rispetto a quella richiesta per la pensione di vecchiaia: 64 anni e 4 mesi contro 67 anni.

Come anticipato la seconda non subirà alcuna variazione nel 2025, ma non si può dire altrettando della prima. Molte delle misure di flessibilità attualmente previste, infatti, potrebbero subire delle modifiche tali da comportare un incremento dell’età pensionabile effettiva.

Nessuna variazione per queste opzioni di pensionamento

Come anticipato, ufficialmente l’età pensionabile in Italia resterà la stessa nel 2025. Ciò significa che:

  • per la pensione anticipata, invece, il requisito resta di 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne. Per i lavoratori precoci che rientrano in uno dei profili che necessitano di maggior tutela sono sufficienti 41 anni di contributi (Quota 41). Non è richiesta un’età minima, a differenza di quanto invece previsto per l’opzione contributiva della pensione anticipata che si raggiunge a 64 anni di età, 20 anni di contributi e un trattamento previdenziale pari ad almeno 3 volte il valore dell’Assegno sociale (con riduzioni previste per le lavoratrici con figli).

Perché allora aumenta l’età pensionabile nel 2025?

Se da una parte per queste opzioni non è in programma alcuna modifica dei requisiti, dal momento che la variazione delle speranze di vita non è stata sufficiente da giustificare un incremento dell’età pensionabile, lo stesso non si può dire delle misure di flessibilità che si affiancano alle regole della legge Fornero.

Il 31 dicembre, infatti, sono in scadenza Quota 103 (pensione a 62 anni di età e 41 anni di contributi), l’Ape Sociale (63 anni e 5 mesi di età, 30 o 36 anni di contributi a seconda del profilo di appartenenza) e Opzione Donna (61 anni di età e 35 anni di contributi).

Queste misure hanno contribuito ad abbassare l’età in cui effettivamente si va in pensione in Italia, ma le ultime politiche del governo Meloni hanno comportato una riduzione della platea. Per Quota 103, infatti, nell’ultimo anno è stata introdotta una penalizzazione in uscita attraverso un ricalcolo interamente contributivo dell’importo, mentre per l’Ape Sociale e Opzione Donna l’età pensionabile è aumentata rispettivamente di 5 e 12 mesi.

Come abbiamo avuto modo di spiegare più volte, il rischio è che con la legge di Bilancio 2025 il governo fatichi a recuperare le risorse per confermare queste misure: di conseguenza, così come fatto con l’ultima manovra, il governo potrebbe introdurre nuove limitazioni, ritardando il pensionamento per coloro che confidavano di rientrare nella platea dei beneficiari.

Al momento questo aggravamento delle regole per la pensione non è ancora ufficiale, ma i segnali spingono tutti in quella direzione. I prossimi mesi, già dopo le elezioni Europee, saranno fondamentali per capirne di più a riguardo.

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