Pensioni: false promesse su Quota 41? La nuova riforma è sempre più lontana

Simone Micocci

6 Maggio 2019 - 09:57

Riforma delle pensioni: con la prossima manovra finanziaria il requisito contributivo per la pensione anticipata non sarà abbassato a 41 anni. Tempi lunghi per l’estensione di Quota 41.

Pensioni: false promesse su Quota 41? La nuova riforma è sempre più lontana

Circa un anno fa Lega e Movimento 5 Stelle stavano siglando il patto per il Governo, all’interno del quale è descritta anche la riforma delle pensioni che questi hanno intenzione di approvare nel corso di questa legislatura.

Nel “contratto del Governo del cambiamento” si legge che l’intenzione è di “abolire gli squilibri del sistema previdenziale” introdotti dalla riforma delle pensioni attuata dalla Fornero: per farlo verrà data fin da subito la possibilità “di uscire dal lavoro quando la somma dell’età e degli anni di contributi del lavoratore è almeno pari a 100, con l’obiettivo di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva”. Inoltre, Lega e Movimento 5 Stelle in quell’occasione promisero che per le lavoratrici ci sarebbe stata la proroga della misura sperimentale “Opzione Donna”, così da permettere il collocamento in quiescenza all’età di 57 e 58 anni più 35 anni di contribuzione.

Su Opzione Donna e Quota 100 le promesse sono state parzialmente mantenute. Rispetto a quanto scritto nel contratto, infatti, Quota 100 non consente il pensionamento ogni volta che la somma di età e anni di contributi “dà come risultato 100”, visto che con l’ultima riforma delle pensioni è stato introdotto un limite sia per l’età (62 anni) che per la contribuzione (38 anni). Per quanto riguarda Opzione Donna, invece, la proroga è stata per un solo anno (il 2018) con la promessa però che verrà fatto altrettanto con la prossima manovra finanziaria.

Per adesso, invece, il Governo non ha mantenuto le promesse su Quota 41 poiché dopo aver valutato i costi di questo provvedimento Lega e Movimento 5 Stelle hanno deciso di rinviare l’estensione della misura ad un tempo indeterminato.

Quindi, per quello che probabilmente è il provvedimento più atteso della riforma delle pensioni visto che andrebbe a sostituire l’attuale pensione anticipata ci potrebbe volere più tempo del previsto. Sì, ma quanto?

Riforma delle pensioni: si allungano i tempi per l’estensione di Quota 41

Come abbiamo visto nel contratto di Governo si parla di consentire il raggiungimento dell’età pensionabile con 41 anni di anzianità contributiva; in tal caso, quindi, ogni lavoratore potrebbe accedere alla pensione con 41 anni di contributi, possibilità oggi riconosciuta ai soli lavoratori precoci (Quota 41).

Questo vorrebbe dire un abbassamento considerevole dei requisiti per la pensione anticipata, per la quale oggi sono necessari - indipendentemente dall’età - 42 anni e 10 mesi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne.

Nel contratto, però, non si parla del “quando”; fino al momento in cui resterà in carica, quindi, non potremo dire che il Governo non ha mantenuta la promessa su Quota 41. Una cosa però sembra certa: nonostante le rassicurazioni di Di Maio e Salvini negli incontri che in questi mesi si sono susseguiti con sindacati e associazioni, Quota 41 non sarà estesa a tutti i lavoratori il prossimo anno.

Quota 41: perché per l’estensione bisogna attendere qualche anno

Negli ultimi mesi ci sono stati diversi annunci di Lega e Movimento 5 Stelle nei quali si parla di “Quota 41”; si tratta però di semplici proclami che ad oggi non sembrano avere nulla di concreto.

Sarà quasi impossibile, infatti, per il Governo attuare già dal prossimo anno una nuova riforma delle pensioni che vede l’estensione di Quota 41 al centro del progetto; vale la pena ricordare, infatti, che nella prossima Legge di Bilancio il Governo dovrà recuperare già 23 miliardi di euro per scongiurare l’aumento dell’IVA (sterilizzando le clausole di salvaguardia) e che per questo dovrebbe trattarsi di una manovra finanziaria più contenuta rispetto all’ultima, quando per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza sono stati spesi più di 10 miliardi di euro.

Secondo le stime, abbassare a 41 anni il requisito contributivo per la pensione anticipata andrebbe ad aumentare la spesa pensionistica di 12 miliardi; una misura onerosa, con i tempi che non sembrano essere maturi per la sua approvazione.

Anche il fatto che siamo in piena campagna elettorale (il 26 maggio si vota per le Europee) e che né Lega né Movimento 5 Stelle parlino di Quota 41 e di una prossima riforma delle pensioni è un chiaro segnale che non si prevedono novità nel breve termine.

Non sarà facile per il Governo neppure estendere Quota 41 dopo il 2021, quando Quota 100 cesserà - salvo proroghe - di esistere: secondo quanto scritto nel DEF, infatti, per il prossimo triennio lo Stato dovrà sostenere maggiori spese per circa 133 miliardi di euro, prevalentemente per l’area “lavoro e pensioni” visto che bisognerà coprire i costi per Quota 100 e Reddito di Cittadinanza.

Quindi, queste due misure che stanno avendo molto successo tra i cittadini visto il numero di richieste presentate all’Inps, potrebbero aver ritardato - e chissà, forse precluso - l’attuazione di una delle misure più attese della riforma delle pensioni contenuta nel contratto di Governo, quell’estensione di Quota 41 che andrebbe ad abbassare di diversi mesi il requisito per l’accesso alla pensione anticipata.

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