Pensioni, quanto spetta di aumento netto? Guida al calcolo degli importi in arrivo a gennaio 2024.
Come più volte abbiamo avuto modo di spiegare, con il prossimo cedolino di pensione - in pagamento mercoledì 3 gennaio 2024 - l’Inps erogherà su ciascun trattamento l’aumento previsto dalla cosiddetta rivalutazione, ossia lo strumento con cui gli importi vengono adeguati al costo della vita.
In questi giorni si è parlato tanto delle cifre degli aumenti, ma quel che spesso viene dimenticato di specificare è che si tratta di importi lordi. Al netto delle tasse, quindi, potrebbe spettare molto meno rispetto a quanto indicato.
A tal proposito, è interessante approfondire come vengono tassati gli aumenti della rivalutazione delle pensioni, in modo da farsi un’idea di quanto effettivamente spetta.
Come viene calcolata la rivalutazione della pensione
Il tasso di rivalutazione accertato per il 2023 è pari al 5,4%. Questa percentuale si applica per intero sui trattamenti previdenziali e assistenziali il cui importo non supera di 4 volte il trattamento minimo (valore aggiornato a dicembre 2023), mentre sopra questa soglia sono previste delle percentuali ridotte come recentemente modificate dalla legge di Bilancio 2024.
Per calcolare la rivalutazione spettante, quindi, bisogna:
- controllare l’importo lordo dell’ultima pensione (quella pagata questo mese) e verificare qual è la fascia di appartenenza;
- applicare la relativa percentuale sull’intero importo.
A tal proposito, ecco una tabella che aiuta a fare chiarezza.
Fascia assegno | Da | A | Indice di perequazione | Tasso d’inflazione provvisorio | Rivalutazione effettiva |
Fino a quattro volte il trattamento minimo | --- | 2.271,76 euro | 100% | 5,4% | 5,4% |
Oltre 4 e fino a 5 volte il trattamento minimo | 2.271,76 euro* | 2.839,70 euro | 90% | 5,4% | 4,86% |
Oltre 5 e fino a 6 volte il trattamento minimo | 2.839,70 euro* | 3.407,64 euro | 53% | 5,4% | 2,862% |
Oltre 6 e fino a 8 volte il trattamento minimo | 3.407,64 euro* | 4.453,52 euro | 47% | 5,4% | 2,538% |
Oltre 8 e fino a 10 volte il trattamento minimo | 4.453,52 euro* | 5.679,40 euro | 37% | 5,4% | 1,998% |
Oltre 10 volte il minimo | 5.679,40 euro* | - | 22% | 5,4% | 1,188% |
* Per le pensioni d’importo superiore alla soglia limite ma comunque inferiore a tale limite incrementato della quota di rivalutazione automatica spettante per la fascia precedente, l’aumento di rivalutazione è attribuito fino a concorrenza del predetto limite maggiorato.
Come anticipato, però, si tratta di aumenti lordi: al pari di tutta la pensione, infatti, anche sulla rivalutazione si applicano le imposte, tanto l’Irpef quanto le addizionali regionali e comunali. Ad avere un aumento lordo che coincide con il netto, quindi, saranno solamente coloro che si trovano nella no tax area, i quali tra l’altro godranno della rivalutazione per intero.
Per tutti gli altri, invece, gli aumenti vengono tassati e più il reddito è alto e maggiore sarà anche la differenza tra l’importo lordo e netto.
Come vengono tassati gli aumenti della rivalutazione
Come anticipato, sono da considerare come se fossero netti gli aumenti riconosciuti a coloro che sono nella no tax area, che nel 2024 è sempre pari a 8.500 euro.
Ciò significa che fino a una pensione di 650 euro circa gli aumenti della rivalutazione - pari al 5,4% dell’importo percepito - si possono considerare come se fossero netti.
Pensiamo a una pensione di 500 euro, sulla quale il pensionato si ritroverà un assegno maggiorato di 27 euro (netti) a partire da gennaio 2024.
Sopra gli 8.500 e fino a 28.000 euro, invece, si applica un’aliquota Irpef del 23% (appena rivista dalla legge di Bilancio 2024) dalla quale sottrarre una detrazione così calcolata:
700+(1.955-700)* [(28.000-RC*)/(28.000-8.500)]
*Dove per RC si intende il reddito personale da pensione.
Prendiamo quindi una pensione nel 2023 pari a 1.500 euro mensili - circa 1.200 euro mensili senza però contare le addizionali regionali e comunali - sulla quale per effetto di una rivalutazione del 5,4% è in arrivo un aumento di 81 euro lordi.
Nel 2024, l’importo lordo sale così a 1.581 euro, circa 1.275 euro netti (senza però considerare le addizionali comunali e regionali), a fronte di un aumento netto di circa 75 euro per merito anche della riforma Irpef: se fino allo scorso anno una pensione di 1.500 euro era tassata in parte al 23% e in parte al 25%, quest’anno sarà tutta al 23%.
La tabella con gli aumenti netti
Fare il calcolo dell’aumento netto potrebbe risultare piuttosto complicato, specialmente per chi non ha particolare dimestichezza con queste procedure. A tal proposito, abbiamo provato a semplificarvi facendo personalmente qualche calcolo sugli aumenti netti della rivalutazione attesa a gennaio, applicando sull’importo lordo anche le addizionali regionali e comunali (abbiamo preso come riferimento un pensionato residente nel Comune di Roma).
Importo lordo | Importo netto | Aumento lordo rivalutazione | Aumento netto rivalutazione |
---|---|---|---|
1.000 euro | 862 euro | + 54 euro | +33 euro |
1.400 euro | 1.122 euro | + 75 euro | + 50 euro |
1.600 euro | 1.261 euro | + 86 euro | + 55 euro |
1.800 euro | 1.387 euro | + 97 euro | + 64 euro |
2.000 euro | 1.519 euro | + 108 euro | + 72 euro |
2.300 euro | 1.702 euro | +111 euro | + 60 euro |
2.500 euro | 1.813 euro | +121 euro | + 66 euro |
2.800 euro | 1.980 euro | + 136 euro | + 73 euro |
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