Pensioni, buone notizie: a dicembre niente addizionali. E a gennaio e febbraio se ne paga solo una parte. Ecco gli effetti sull’importo netto degli assegni in pagamento nei prossimi tre mesi.
Nei prossimi tre mesi ci sarà un aumento delle pensioni: indipendentemente dall’eventuale taglio dell’Irpef su cui il governo sta ragionando in virtù delle risorse raccolte con il concordato preventivo, è certo che ci saranno vantaggi sull’importo netto dei prossimi cedolini.
Va detto che non si tratta di una novità, quanto più dell’applicazione delle regole ordinarie per il calcolo della pensione netta dal lordo. Da dicembre, infatti, viene meno l’applicazione delle addizionali, tanto regionali quanto comunali, ossia quelle quote di assegno che vanno a finanziare Regione e Comune di residenza (che ne determinano l’ammontare, con la possibilità tra l’altro di prevedere agevolazioni e soglie di esenzione entro una certa fascia di reddito).
Per questa ragione la pensione di dicembre, che già gode della tredicesima più del relativo bonus per coloro che ne soddisfano i requisiti, con l’aggiunta pure della quattordicesima per chi non l’ha percepita a luglio, sarà più alta rispetto agli scorsi pagamenti.
Ma come anticipato le buone notizie non si fermano qui: anche a gennaio e febbraio ci sono meno tasse da pagare sulla pensione, per quanto va detto che in questo caso la differenza sarà minima dal momento che sono solo le addizionali comunali (in acconto per l’anno successivo) a non essere applicate.
Ma di che importi si tratta? In che modo la mancata applicazione delle addizionali incide sul pagamento delle prossime pensioni? Facciamo chiarezza.
Pensioni, cosa sono le addizionali e come vengono trattenute
L’Inps, in qualità di sostituto d’imposta, trattiene dalla pensione le somme dovute all’erario: dalle aliquote Irpef alle cosiddette addizionali regionali e comunali, i cui importi sono calcolati sulla base delle aliquote annualmente stabilite dagli enti locali di riferimento.
Mentre per quanto riguarda l’Irpef la trattenuta avviene mensilmente, salvo poi effettuare un conguaglio alla fine dell’anno, per le addizionali - calcolate sull’imponibile erogato dall’Inps e senza tener conto di altri eventuali redditi - viene utilizzato un metodo più complesso. Queste, infatti, vengono trattenute tanto in acconto quanto a saldo, in quanto:
- l’addizionale regionale a saldo è trattenuta sulla pensione l’anno successivo a quello a cui fa riferimento. Nel 2024, quindi, viene trattenuta quella relativa al 2023: il pagamento viene suddiviso in 11 rate, da gennaio a novembre;
- l’addizionale comunale, invece, viene trattenuta con due differenti modalità. Così come quella regionale vi è la trattenuta a saldo per il periodo d’imposta precedente, sempre in 11 rate da gennaio a novembre. Vi è poi il pagamento cosiddetto in acconto (nella misura del 30% dell’addizionale ottenuta applicando l’aliquota fissata dal comune di residenza al reddito imponibile dell’anno precedente) che invece avviene in 9 rate da marzo a novembre.
Come potete vedere c’è quindi un elemento che accomuna tanto le addizionali regionali quanto quelle comunali: entrambe cessano di essere trattenute nel mese di dicembre, con il cedolino che quindi risulterà avere un netto maggiore. Da gennaio poi si comincerà con le trattenute per il saldo dell’anno 2024, mentre da marzo si aggiunge anche quella in acconto per il 2025.
Di quanto aumenta la pensione
Per capire di quanto aumenta la pensione tra novembre e dicembre bisogna fare riferimento alle addizionali regionali e comunali applicate nella zona di residenza, come tra l’altro indicate negli ultimi cedolini di pensione.
Ad esempio, nel Lazio l’aliquota addizionale è pari all’1,73% fino a 15.000 euro, con l’aggiunta di un 1,6% - arrivando così al 3,33% - sopra questa soglia. Su una pensione lorda annua di 30.000 euro si applica quindi un’addizionale regionale complessiva pari a 754,5 euro, circa 68 euro al mese per 11 mensilità.
In Lombardia, invece, le aliquote per le addizionali sono le seguenti:
- fino a 15.000 euro: 1,23%
- tra i 15.000 e i 28.000 euro: 1,58%;
- oltre 28.000 e fino a 50.000 euro: 1,72%;
- oltre 50.000 euro: 1,73%.
Quindi, su una pensione annua lorda di 30.000 euro si paga un’addizionale di 424,30 euro, circa 38 euro per 11 mensilità.
Più alte invece le aliquote in Campania, dove si parte dall’1,73% per i primi 15.000 euro di reddito, per poi salire al 2,96% nella fascia compresa tra 15.000 e 28.000 e al 3,20% per quella successiva tra 28.000 e 50.000 euro. Sopra questa soglia si applica invece un’aliquota del 3,33%.Ciò significa che su una pensione di 30.000 euro si applica un’addizionale regionale pari a 708,30, circa 64 euro al mese per 11 mensilità.
Ricapitolando, per farvi un’idea su quanto aumenta la pensione grazie allo stop dell’addizionale regionale vi basta prendere l’importo complessivamente erogato nel 2023, applicarvi l’aliquota applicata nella regione di riferimento e suddividere il risultato per 11 mensilità. O in alternativa vi basta guardare al cedolino di novembre dove l’importo trattenuto è espressamente indicato.
Lo stesso conviene fare per l’addizionale comunale, più complicata da calcolare visto che in tal caso la trattenuta viene effettuata in acconto e in saldo. Addizionale che è bene sottolineare è comunque più bassa di quella regionale. Ad esempio il Comune di Roma ne applica una dello 0,9%: su una pensione di 30.000 euro lordi si tratta quindi di circa 270 euro l’anno.
Ciò significa che da marzo a novembre ne viene trattenuto un importo complessivo di 90 euro (il 30% in acconto), 10 euro al mese per 9 mensilità, come acconto per il 2024. Per il 2023, invece, vengono trattenuti i 180 euro restanti, circa 16 euro per 11 mensilità. Il che significa che a dicembre ci sarà un ulteriore risparmio di circa 26 euro vista la mancata applicazione delle addizionali.
Considerando anche l’effetto dell’addizionale regionale, un pensionato residente a Roma con pensione annua di 30.000 euro gode di un aumento di circa 94 euro a dicembre.
Da gennaio, invece, vengono di nuovo sottratte le addizionali comunali e regionali in saldo per il 2024; l’unica eccezione vale per l’addizionale comunale in acconto per il 2025 che come visto sopra tornerà a essere applicata solo da marzo. In ogni caso l’aumento che ne dipenderà sarà molto meno rilevante rispetto alla pensione di dicembre: per il pensionato residente a Roma dell’esempio precedente, ci sono quindi appena 10 euro in più sull’assegno.
© RIPRODUZIONE RISERVATA