Pensioni, non ci sono più dubbi: “La riforma non si farà”, lavoratori in allarme

Simone Micocci

12/05/2023

Niente riforma delle pensioni: come più volte confermato dal ministro dell’Economia, Giancarlo Giorgetti, la situazione attuale non consente stravolgimenti della legge Fornero.

Pensioni, non ci sono più dubbi: “La riforma non si farà”, lavoratori in allarme

La riforma delle pensioni non si farà, è inutile sperarci tanto: l’addio alla legge Fornero - sul quale sembra la maggioranza stia bluffando ormai da mesi - non è contemplata in un contesto in cui solamente pochi mesi fa il governo è stato chiamato a un taglio degli assegni per oltre 10 miliardi di euro.

Nel Documento di economia e finanza non ci sono risorse per la riforma delle pensioni, ma i lavoratori sperano che uno stanziamento possa essere previsto prima di settembre quando ci sarà l’approvazione della Nota di aggiornamento al Def con la quale verrà fatta definitivamente chiarezza su quanti soldi saranno a disposizione con la legge di Bilancio 2024.

E poco importa se a oggi ci sono esponenti della maggioranza che ancora fanno promesse sulle pensioni: basterebbe attenersi alle dichiarazioni di colui che di fatto dovrà dare il via libera alle risorse per un’eventuale riforma - il ministro dell’Economia e Finanze Giancarlo Giorgetti - per capire che non bisogna farsi false speranze.

Solo pochi mesi fa Giorgetti annunciava un taglio delle pensioni

A inizio anno i pensionati hanno potuto gioire per un aumento delle pensioni che in alcuni casi ha superato persino le centinaia di euro. Un incremento dovuto all’elevato tasso d’inflazione, in quanto esiste un meccanismo - chiamato perequazione - che adegua gli assegni al costo della vita.

Quel che alcuni non sanno è che quell’aumento ha mascherato un taglio di circa 10 miliardi di euro: con la legge di Bilancio 2023, infatti, il governo ha dovuto prendere una decisione “dolorosa” rivedendo le regole di rivalutazione e riducendone la percentuale per quegli assegni d’importo superiore a 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro lordi).

E in quell’occasione il ministro dell’Economia e delle Finanze, Giancarlo Giorgetti (Lega), non si è nascosto sulla ragione che ha spinto il governo a prendere una decisione tanto impopolare:

Facciamo un intervento doloroso sulle pensioni non minime, ma che corregge di circa 10 miliardi nei tre anni l’andamento della spesa pensionistica. Avrei preferito non farlo ma in assenza di questo, la quadratura del cerchio non poteva avvenire.

Questo accadeva pochi mesi fa e adesso sappiamo che quel taglio non è stato comunque sufficiente per evitare un gap di 22 miliardi di euro nella spesa pensionistica che, come spiegato dal presidente uscente dell’Inps, Pasquale Tridico, è stato proprio causato dall’ultima rivalutazione.

Non ci sono riforme delle pensioni possibili”, l’ammissione di Giorgetti

E semmai ci fossero altri dubbi sul fatto che una riforma delle pensioni non ci sarà, basta andare indietro di poche settimane per un’altra dichiarazione di Giorgetti che non lascia spazio a interpretazioni:

“Non c’è riforma delle pensioni compatibile con gli attuali tassi di natalità italiani”.

Il fatto che in Italia si facciano sempre meno figli, con il tasso di natalità che ha toccato il minimo storico nel 2022, conferma che rappresenterebbe un rischio troppo grande intervenire sulle pensioni e aumentarne ancora la spesa pensionistica dal momento che in futuro la forza lavoro sarà sempre meno, riducendo così le entrate dell’Inps.

Fanno bene dunque i lavoratori a preoccuparsi: le condizioni attuali non solo non permettono di pensare a una riforma che stravolga il sistema pensionistico italiano ma c’è persino il rischio che in futuro debbano essere necessari altri interventi dolorosi come l’ultimo taglio alla rivalutazione.

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