Pensioni pagate domani, ci sono gli aumenti?

Simone Micocci

30 Settembre 2024 - 09:56

Pensioni messe in pagamento domani dall’Inps, tanto alla banca che alla posta. Attesa per gli aumenti, ecco chi li riceve.

Pensioni pagate domani, ci sono gli aumenti?

Domani, 1 ottobre 2024, è giorno di paga delle pensioni. Tanto per chi ha l’accredito alla posta, quanto in banca, i soldi saranno disponibili già nella mattinata come da consueto programma.

Con l’occasione verranno sciolti i dubbi sull’aumento delle pensioni di ottobre annunciato da più parti ma, che come noi di Money.it abbiamo già avuto modo di spiegare, si tratta di un grande bluff.

Solo un numero ristretto di pensionati riceverà, infatti, un aumento della pensione in pagamento domani, e non per le ragioni raccontate: la rivalutazione degli importi sulla base dell’inflazione c’è già stata e non ne sono in programma altre, anche perché quest’anno non è previsto alcun conguaglio dal momento che il tasso provvisorio utilizzato per aumentare le pensioni a inizio 2024, pari al 5,4%, è lo stesso di quello definitivo accertato in seguito. Così come non è in programma la rivalutazione straordinaria delle pensioni minime: anche queste, infatti, hanno già goduto a inizio anno dell’incremento.

Pensioni pagate domani con l’aumento, ecco per chi

Ma se nella pensione pagata domani non ci sono gli aumenti tanto annunciati in queste ore, chi può sperare in più soldi? Sopra vi abbiamo parlato della possibilità che un numero ristretto di pensionati riceverà comunque un aumento, come tra l’altro confermato dall’Inps stesso.

Nella guida mensile al cedolino di pensione, infatti, l’Istituto ha annunciato che sul rateo della pensione di ottobre è stato effettuato il conguaglio Irpef per alcuni di quei contribuenti che hanno presentato la dichiarazione dei redditi con modello 730/2024 - indicando l’Inps come sostituto d’imposta - successivamente al 20 giugno (ma probabilmente entro la metà di luglio). Dal conguaglio ne può risultare un aumento, che verrà appunto riconosciuto in un’unica soluzione nella pensione pagata domani, nel caso di credito Irpef, ossia laddove con la dichiarazione dei redditi ne sia risultata un’imposta dovuta più bassa rispetto a quella trattenuta dall’Irpef nelle pensioni pagate nel 2023, merito ad esempio delle detrazioni e deduzioni fruite nel modello 730.

Diversamente, qualora dal conguaglio ne sia risultato un debito, la somma dovuta al Fisco verrà trattenuta dalla prossima pensione, che quindi risulterà essere più bassa rispetto al solito. A differenza dell’aumento, la trattenuta potrà essere effettuata in una o due tranche (una a ottobre e l’altra a novembre), a seconda della preferenza indicata nel contribuente nel modello di dichiarazione. A rischiare la trattenuta sono solamente coloro che nel corso del 2023 hanno avuto più redditi (e quindi più Certificazioni uniche), impedendo all’Inps di effettuare un calcolo corretto dell’imposta dovuta, con il rischio quindi che le ritenute mensili non siano state sufficienti per il saldo dell’Irpef.

In ogni caso non bisogna necessariamente aspettare domani per scoprire se sulla pensione di ottobre è stato effettuato il conguaglio oppure se bisognerà attendere il mese prossimo. Ricordiamo, infatti, che nell’area personale Inps è già disponibile il cedolino con tutte le voci che incidono sull’importo personale.

Cosa altro c’è sulla pensione pagata domani

Generalmente per i pensionati che non sono interessati dal conguaglio non dovrebbero esserci differenze tra la pensione di settembre e quella pagata a ottobre. Come già abbiamo avuto modo di spiegare non sono attesi aumenti differenti da quelli sopra indicati, così come anche le trattenute effettuate dall’Inps sono le stesse del mese scorso.

L’Istituto, in qualità di sostituto d’imposta, trattiene infatti l’Irpef come ogni mese, applicando le percentuali dovute sulla base del reddito che si presume percepire nel corso del 2024. Irpef che quest’anno viene calcolata, ormai da marzo scorso, con aliquote agevolate grazie alle novità introdotte dall’ultima legge di Bilancio (con l’aliquota generalmente prevista per il secondo scaglione, tra i 15 e i 28 mila euro, che è stata ridotta dal 25% al 23%). Vengono applicate poi le addizionali, tanto in acconto quanto a saldo, per le quali lo stop ci sarà solamente a dicembre (e allora sì che, merito anche della tredicesima e del relativo bonus per chi ne ha diritto, un aumento della pensione ci sarà).

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