Pensioni, sapevi che puoi andarci 5 mesi prima? Ecco cosa devi fare

Simone Micocci

28 Maggio 2024 - 09:46

Chi ha svolto lavori particolarmente faticosi può andare in pensione con 5 mesi di anticipo. Ecco quali requisiti devono essere soddisfatti.

Pensioni, sapevi che puoi andarci 5 mesi prima? Ecco cosa devi fare

Non è detto che per accedere alla pensione di vecchiaia sia necessario attendere il compimento dei 67 anni. Per chi soddisfa determinati requisiti, infatti, il diritto alla pensione si raggiunge con 5 mesi di anticipo, in quanto non viene considerato l’ultimo incremento con le aspettative di vita scattato nel 2019.

Tuttavia, così come spesso accade sulle deroghe alle regole per il pensionamento, si pensi a quelle introdotte dalla legge Amato, non tutti sono a conoscenza di una tale opportunità. Ma è bene sottolineare che non è per tutti: solo chi per gran parte della sua carriera ha svolto lavori particolarmente faticosi, per mansioni e orario di lavoro, può ricorrere a una tale agevolazione.

Una possibilità che spetta tanto nel 2024 quanto nel 2025, anno in cui l’età pensionabile non cambia visto che le speranze di vita non sono aumentate a tal punto da giustificare un incremento dei requisiti per il pensionamento (per quanto non è da escludere che una variazione possa esserci per effetto delle decisioni del governo).

Ovviamente immaginiamo che la possibilità di andare in pensione 5 mesi prima non dovendo così necessariamente aspettare il compimento dei 67 anni abbia catturato la vostra attenzione: a tal proposito, ecco tutte le informazioni - raccolte dalla circolare Inps n. 126 del 2018 (che trovate in allegato in fondo all’articolo) - su questa importante possibilità.

Perché esiste uno sconto di 5 mesi sulla pensione di vecchiaia

Come noto ai più, ogni biennio i requisiti per l’accesso alla pensione vengono adeguati all’andamento delle speranze di vita. L’ultimo innalzamento c’è stato in data 1 gennaio 2019, quando per effetto dell’adeguamento il requisito anagrafico per l’accesso alla pensione di vecchiaia sono stati innalzati di 5 mesi, arrivando così a 67 anni di età e 20 anni di contributi (mentre per i contributivi puri è richiesto anche che l’assegno maturato risulti pari o superiore a 1,5 volte l’importo dell’assegno sociale. La pensione anticipata, invece, è stata esclusa dall’adeguamento e lo sarà fino al 31 dicembre 2026 per effetto di quanto stabilito dal decreto n. 4 del 2019.

Tuttavia, la normativa ha riconosciuto una maggior tutela per i lavoratori addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, escludendoli dall’adeguamento con le speranze di vita per il biennio 2019-2020 a condizione che soddisfino particolari requisiti.

Chi può approfittare dello sconto di 5 mesi per andare in pensione in anticipo

Come anticipato, tale possibilità è riservata ai lavoratori addetti alle lavorazioni particolarmente faticose e pesanti, come indicate nel decreto legislativo n. 67 del 2011, quali:

  • lavoratori impegnati in mansioni particolarmente usuranti di cui all’articolo 2 del decreto del Ministro del lavoro e della previdenza sociale in data 19 maggio 1999, pubblicato in Gazzetta Ufficiale n. 208 del 4 settembre 1999, quali:
    • lavori in galleria, cava o miniera
    • lavori nelle cave
    • lavori nelle gallerie
    • lavori in cassoni ad aria compressa
    • lavori svolti dai palombari
    • lavori ad alte temperature":
    • lavorazione del vetro cavo
    • lavori espletati in spazi ristretti
    • lavori di asportazione dell’amianto.
  • lavoratori notturni, ovvero i lavoratori a turni che prestano attività nel periodo notturno per almeno 6 ore per almeno 64 giorni lavorativi l’anno come pure i lavoratori che prestano attività per almeno 3 ore nell’intervallo tra la mezzanotte e le cinque del mattino per periodi di lavoro di durata pari all’intero anno lavorativo.
  • lavoratori alle dipendenze di imprese per le quali operano le voci di tariffa per l’assicurazione contro gli infortuni sul lavoro, quali:
    • Prodotti dolciari; additivi per bevande e altri alimenti
    • Lavorazione e trasformazione delle resine sintetiche e dei materiali polimerici termoplastici e termoindurenti; produzione di articoli finiti;
    • Macchine per cucire e macchine rimagliatrici per uso industriale e domestico
    • Costruzione di autoveicoli e di rimorchi
    • Apparecchi termici: di produzione di vapore di riscaldamento, di refrigerazione, condizionamento
    • Elettrodomestici
    • Altri strumenti e apparecchi
    • Confezione con tessuti di articoli per abbigliamento e accessori; etc.
    • Confezione di calzature in qualsiasi materiale, anche limitatamente a singole fasi del ciclo produttivo
  • conducenti di veicoli, di capienza complessiva non inferiore a 9 posti, adibiti a servizio pubblico di trasporto collettivo.

A questi si aggiungono coloro che vengono definiti gravosi ai sensi dell’articolo 1, comma 148, lettera a), del decreto 5 febbraio 2018 del ministero del Lavoro e delle politiche sociali, di concerto con il ministero dell’Economia e delle finanze, quali:

  • operai dell’industria estrattiva, dell’edilizia e della manutenzione degli edifici;
  • conduttori di gru o di macchinari mobili per la perforazione nelle costruzioni;
  • conciatori di pelli e di pellicce;
  • conduttori di convogli ferroviari e personale viaggiante;
  • conduttori di mezzi pesanti e camion;
  • personale delle professioni sanitarie infermieristiche e ostetriche ospedaliere con lavoro organizzato in turni;
  • addetti all’assistenza personale di persone in condizioni di non autosufficienza;
  • insegnanti della scuola dell’infanzia ed educatori degli asili nido;
  • facchini, addetti allo spostamento merci e assimilati;
  • personale non qualificato addetto ai servizi di pulizia;
  • operatori ecologici e altri raccoglitori e separatori di rifiuti;
  • operai dell’agricoltura, della zootecnia e della pesca;
  • pescatori della pesca costiera, in acque interne, in alto mare, dipendenti o soci di cooperative;
  • lavoratori del settore siderurgico di prima e seconda fusione e lavoratori del vetro addetti a lavori ad alte temperature non già ricompresi nella normativa del decreto legislativo n. 67/2011;
  • marittimi imbarcati a bordo e personale viaggiante dei trasporti marini e in acque interne.

Nel dettaglio, chi appartiene a una delle seguenti categorie potrà andare in pensione in deroga all’ultimo adeguamento con le aspettative di vita che ha portato il requisito anagrafico per la pensione di vecchiaia a 67 anni: questi, quindi, potranno accedervi già al raggiungimento dei 66 anni e 7 mesi.

Tuttavia, non bastano i 20 anni di contributi solitamente richiesti per la pensione di vecchiaia: per approfittare dello sconto di 5 mesi, infatti, ne sono richiesti 30 anni.

Come viene calcolata la pensione

La domanda che molti potrebbero porsi è: andare in pensione prima comporta una penalizzazione della pensione? La legge non la prevede, ma il taglio dell’assegno è implicito nella normativa.

Ad esempio, andando in pensione a 66 anni e 7 mesi di contributi si avrà, per la parte calcolata con il sistema contributivo, un coefficiente di trasformazione più basso rispetto a quello che sarebbe stato previsto al compimento dei 67 anni. E dal momento che questo parametro è utilizzato per trasformare il montante contributivo in pensione, smettere di lavorare con qualche mese di anticipo comporterà inevitabilmente una riduzione dell’assegno.

Nel dettaglio, per calcolare il coefficiente di trasformazione utilizzato nei confronti di coloro che vanno in pensione a 66 anni e 7 mesi bisogna utilizzare la seguente formula:

Coefficiente di trasformazione a 66 anni + [(Coefficiente di trasformazione a 67 anni - Coefficiente di trasformazione a 66 anni)/12] * 7

Quindi:

  • 5,575% + [(5,723% - 5,575%) /12] * 7
  • 5,575% + [0,148%/12] * 7
  • 5,575% + 0,08%

Il coefficiente è pari al 5,655%.

Prendiamo a questo punto un montante contributivo di 400.000 euro. Al compimento dei 67 anni avrebbe garantito una pensione pari a 22.892 euro l’anno, quindi circa 1.760 euro lordi mensili. Andarci prima di qualche mese comporta una piccola riduzione. Teniamo conto che il montante non sia cambiato: la pensione percepita sarebbe pari a 22.620 euro, quindi 1.740 euro al mese.

Anche se di pochi euro, quindi, una variazione negativa c’è. E sarebbe stata ancora più significativa nel caso in cui i 5 mesi dello “sconto” sarebbero stati lavorati, in quanto contemporaneamente ci sarebbe stata anche un aumento del montante contributivo.

Circolare n. 126 del 2018
Clicca qui per la circolare contenente le istruzioni per approfittare dello sconto di 5 mesi sull’accesso alla pensione di vecchiaia.

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