Pensioni, in arrivo la tredicesima di dicembre (con relativo bonus): ecco le prime indicazioni sugli importi lordi e netti percepiti.
Con la pensione in pagamento il prossimo 1 dicembre (venerdì) ci sarà anche l’accredito della tredicesima mensilità e - ma solo per coloro che ne soddisfano i requisiti - del relativo bonus.
A ciò si aggiunge anche il conguaglio della rivalutazione 2023, grazie al quale sull’importo percepito - tanto del rateo quanto della tredicesima stessa - si aggiunge un ulteriore 0,8% (ridotto nel caso di coloro che hanno un importo superiore a 4 volte il trattamento minimo).
A tal proposito, già nei prossimi giorni nell’area personale MyInps sarà disponibile il cedolino dove verrà ufficializzato l’importo spettante: nell’attesa possiamo farci un’idea di quale sarà analizzando le singole voci in pagamento sulla prossima pensione.
Tredicesima mensilità
Così come nel caso dei lavoratori dipendenti, anche per i pensionati la tredicesima mensilità matura nel corso dell’anno. L’importo è infatti pari a 1/12 della pensione percepita ogni mese, rapportato per i mesi dell’anno in cui se ne è beneficiato.
Ciò significa che coloro che sono in pensione da più di un anno, quindi da prima di gennaio 2023, godranno di una tredicesima il cui importo lordo è esattamente pari a quello del rateo di pensione.
Chi invece è in pensione da sole 5 mensilità, godrà di una tredicesima il cui importo lordo è pari a 5/12 di pensione: chi prende 1.000 euro al mese, quindi, godrà di una somma aggiuntiva pari a circa 415 euro.
Tredicesima rivalutata dello 0,8%
La pensione, come anticipato, godrà di un leggero aumento a dicembre con decorrenza da gennaio 2023: sull’ultimo importo percepito nel 2022 si applica infatti una rivalutazione aggiuntiva dello 0,8%, percentuale che si considera piena per coloro che hanno un importo che non supera di 4 volte il trattamento minimo (circa 2.100 euro), mentre sopra questa soglia viene ridotta seguendo le nuove regole di rivalutazione introdotte dal governo Meloni.
Ad esempio, su una pensione di 1.000 euro nel 2022, salita a 1.073 euro per effetto della rivalutazione provvisoria con tasso del 7,3% attuata a inizio anno, si aggiungono altri 8 euro salendo così a 1.081 euro. Questo perché il tasso di rivalutazione per il 2023 accertato dall’Istat solo in un secondo momento è risultato pari all’8,1%. Ciò significa che non solo il rateo di dicembre verrà aumentato a 1.081 euro, ma anche la tredicesima: e nel contempo il pensionato godrà anche di un assegno con 11 mensilità arretrate, pari dunque ad altri 88 euro (da considerare al lordo delle tasse).
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Come viene tassata la tredicesima sulla pensione
Quel che è importante sottolineare è che per quanto l’importo lordo della tredicesima possa essere uguale a quello della pensione, almeno per coloro che sono in quiescenza da più di un anno, l’importo netto potrebbe essere molto differente.
Questo perché sulla tredicesima si applicano gli stessi scaglioni Irpef applicati per il rateo mensile ma senza le relative detrazioni. Quindi, se una pensione di 1.000 euro lordi - sulla quale si applica un’aliquota Irpef del 23% - grazie alle detrazioni il netto è pari a circa 860 euro, la tredicesima netta scende a 770 euro, circa 90 euro in meno.
Bonus sulla tredicesima
Non è invece rivalutato l’importo del cosiddetto “bonus” sulla tredicesima, come previsto dal comma 7 dell’articolo 70 della legge 388 del 23 dicembre 2020. Il valore di questa indennità aggiuntiva è fisso ogni anno, in quanto pari a 154,94 euro.
Ad averne diritto i titolari di uno o più trattamenti pensionistici a carico dell’assicurazione generale obbligatoria o delle forme sostitutive, esclusive ed esonerative della medesima, nonché delle forme pensionistiche obbligatorie gestite dagli enti privatizzati di cui al d.lgs 509/1994, a patto che l’importo della pensione non superi il valore del trattamento minimo annuo del Fondo pensioni lavoratori dipendenti, pari a 7.327,32 euro.
Spetta parzialmente, invece, a coloro che hanno un reddito superiore alla suddetta soglia ma inferiore all’importo minimo maggiorato dell’importo del bonus, quindi 7.482,26 euro: in tal caso il valore è calcolato sottraendo da questa soglia il valore della pensione annua percepita. Ad esempio, chi prende 7.400 euro, avrà diritto a una maggiorazione di soli 82 euro circa.
Vi è inoltre un secondo requisito da soddisfare: considerando tutti i redditi, non solo quelli derivati da pensione quindi, non bisogna superare una soglia di 10.990,98 euro (1,5 volte il trattamento minimo).
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