La cittadina situata nell’Est dell’Ucraina è teatro da mesi di un duro combattimento. Ecco perché potrebbe risultare decisiva per le sorti del conflitto.
Ci sono alcuni fronti caldissimi nella guerra in Ucraina, uno di questi è la città di Bakhmut. Sono ormai 8 mesi che le forze ucraine e russe si contendono il controllo della cittadina di 70mila abitanti che prima della guerra era conosciuta solo per la sua industria di estrazione del sale. Le tensioni in quell’area ad Est dell’Ucraina sono iniziate già nel 2014 quando le forze secessioniste filorusse approfittarono dei disordini scatenati dall’annessione della Crimea per espellere i presidi militari ucraini prendendo il controllo di una parte della città. L’intervento delle forze ucraine regolari riportò la situazione sotto controllo ma da allora si è andati avanti con un conflitto combattuto a bassa intensità fino a febbraio 2022 quando le forse russe invasero l’Ucraina.
Da allora Bakhmut è diventata teatro di un duro scontro tra le due forze. Da un lato c’è la Russia che ha sul posto come principale forza d’assalto i mercenari dell’organizzazione paramilitare russa Wagner, supportati da truppe russe regolari e separatiste. Dall’altro l’esercito ucraino. La città è divisa in due dal fiume Bakhmutka che segna la linea del fronte: la parte occidentale della città è sotto il controllo dell’esercito ucraino che ha anche abbattuto i ponti chiave sul fiume, la parte orientale è sotto il controllo dei mercenari della Wagner. Dopo 8 mesi di combattimenti nessuna delle due forze ha intenzione di capitolare e dietro ci sono motivi precisi che potrebbero decidere anche le sorti dell’intero conflitto. Vediamo quali.
Bakhmut potrebbe decidere le sorti della guerra in Ucraina: ecco perché
Bakhmut potrebbe avere un ruolo decisivo nelle sorti del conflitto in Ucraina sia per motivi simbolici che tattici. Il motivo simbolico è che la cittadina rappresenta il perfetto esempio di resistenza ucraina al nemico. Da mesi resiste agli attacchi russi e non intende mollare. Per questo motivo il presidente Zelensky ha affermato più volte che la decisione di difendere Bakhmut dimostra al mondo intero che nessun posto in Ucraina sarebbe stato abbandonato. Zelensky si è detto anche pronto ad inviare i migliori uomini sul fronte pur di non consegnare la città nelle mani russe. E qui entrano in gioco anche motivi strategici.
Per l’Ucraina oltre ai motivi simbolici, difendere la città significa anche indebolire l’esercito russo. Nell’area operano i migliori elementi russi. Combattendo giorno dopo giorno significa ridurre il potenziale offensivo del nemico. A marzo i funzionari occidentali sostennero che tra i 20 e i 30mila soldati russi avevano perso la vita in quella zona. Il ministro della Difesa ucraino Alexei Reznikov ha detto ieri che la Russia sta perdendo un battaglione al giorno nella zona di Bakhmut e che le perdite sono arrivate ad oggi a circa 70mila unità.
Per la Russia assumere il controllo di Bakhmut è importante per altri motivi. La città si trova nella parte orientale del paese, nell’area del Donbass. Se si riuscisse a prendere il controllo della città significherebbe costringere l’esercito ucraino alla prima vera ritirata dalla scorsa estate. Sarebbe difatti il primo successo bellico dalla conquista della vicina Lysychansk più di otto mesi fa e l’unico cambiamento di controllo territoriale dalla liberazione di Kherson. Inoltre il controllo della città sarebbe una porta d’accesso verso il controllo totale dell’intera regione di Donetsk, una delle quattro regioni dell’Ucraina orientale e meridionale annesse da Mosca lo scorso settembre con i referendum farsa.
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