Perché Elisabetta Belloni ha lasciato il vertice dei servizi segreti

Maria Paola Pizzonia

6 Gennaio 2025 - 16:53

Tra tensioni e decisioni personali, cosa si nasconde dietro le dimissioni anticipate della direttrice del DIS?

Perché Elisabetta Belloni ha lasciato il vertice dei servizi segreti

Le dimissioni di Elisabetta Belloni dalla guida del Dipartimento delle Informazioni per la Sicurezza (DIS) sono arrivate come un fulmine a ciel sereno. Una decisione ufficialmente personale, ma che lascia spazio a molteplici interrogativi. Perché una figura di spicco come Belloni, nota per la sua straordinaria carriera diplomatica e un rapporto di fiducia con la premier Giorgia Meloni, ha scelto di abbandonare il suo ruolo prima della scadenza naturale del mandato?

Le dimissioni anticipate: retroscena e tensioni

Belloni ha confermato che lascerà il vertice del DIS il 15 gennaio 2025, anticipando di alcuni mesi la scadenza del suo mandato, prevista per maggio. La decisione è stata comunicata prima di Natale a Palazzo Chigi, durante una riunione riservata alla presenza di Meloni e del sottosegretario Alfredo Mantovano, autorità delegata ai servizi segreti. Nonostante le indiscrezioni, Belloni ha negato qualsiasi collegamento con incarichi futuri a Bruxelles, al fianco di Ursula von der Leyen, sottolineando che si tratta di una scelta “maturata nel tempo”.

Tuttavia, alcune indiscrezioni indicano possibili tensioni crescenti tra Belloni e Mantovano, in particolare su dossier strategici come la cybersicurezza. Al centro della polemica vi sarebbe l’ipotesi di un appalto a Elon Musk per servizi di telecomunicazione protetti. Sebbene Palazzo Chigi abbia smentito il legame diretto tra questo progetto e le dimissioni, è confermata l’esistenza di trattative su connessioni sicure per dati crittografati.

Un altro elemento che alimenta speculazioni è la gestione del caso di Cecilia Sala, la giornalista italiana detenuta in Iran. Belloni non ha partecipato alla prima riunione a Palazzo Chigi su questo delicato dossier, e le sue dimissioni sono arrivate pochi giorni dopo. Sebbene non ci siano prove di una connessione diretta, la tempistica ha sollevato più di un dubbio.

Un’eredità significativa

Elisabetta Belloni ha guidato il DIS dal 12 maggio 2021, nominata dal governo Draghi. Prima donna a capo dei servizi segreti italiani, Belloni è stata una figura di grande rilievo nella diplomazia italiana. Con una carriera che spazia dalla gestione di emergenze internazionali come i rapimenti in Iraq e Afghanistan, al ruolo di segretario generale della Farnesina, Belloni ha dimostrato capacità di gestione e leadership. Il suo rapporto con Giorgia Meloni era considerato solido, basato su stima reciproca e collaborazione. Questo rende le sue dimissioni ancora più sorprendenti, sollevando appunto dubbi sulle dinamiche interne al governo e sull’equilibrio nei vertici dell’intelligence.

Le sfide future per il governo

Le dimissioni di Belloni aprono quindi una fase delicata per il governo vigente. La scelta del suo successore al DIS non sarà solo una questione tecnica, ma anche politica, in un momento in cui l’Italia si trova a gestire dossier complessi, dalla cybersicurezza alle relazioni internazionali. Inoltre, la liberazione di Cecilia Sala rimane una priorità che richiederà una guida forte e decisioni tempestive.

In definitiva, la decisione di Elisabetta Belloni di lasciare il vertice dei servizi segreti è ufficialmente una scelta personale, ma i retroscena di tensioni e le coincidenze temporali lasciano spazio a interpretazioni. In un contesto di crescente complessità geopolitica e interna, il vuoto che Belloni lascia al DIS sarà difficile da colmare. Le sue dimissioni segnano non solo la fine di un capitolo per l’intelligence italiana, ma anche l’inizio di nuove sfide per un governo che dovrà dimostrare di saper gestire le delicate dinamiche del potere.

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