Perché le borse europee stanno crescendo grazie alla Cina

Tommaso Scarpellini

7 Novembre 2022 - 12:34

Le azioni delle compagnie europee e statunitensi crescono a seguito della comunicazione dell’allentamento della politica cinese “zero-Covid”.

Perché le borse europee stanno crescendo grazie alla Cina

Le borse dei mercati occidentali, specie quelle europee, stanno registrando da oltre due settimane performance decisamente positive a cui gli operatori non erano più abituati. Il motivo potrebbe essere legato al possibile allentamento della politica “zero-Covid” della Cina.

Borse europee in rialzo grazie alla Cina

A beneficiare da questa notizia sono stati prima di tutto gli indici asiatici: il FTSE China 50 ha registrato un andamento positivo del 10% nella settimana conclusa venerdì 4 novembre. A seguire, in classifica, ci sono le borse europee: il FTSE MIB (indice azionario italiano) fa da capo registrando un andamento borsistico settimanale di quasi il 4%. A seguire il CAC 40 (indice azionario francese) e il DAX (indice azionario tedesco). Complessivamente, l’EuroStoxx50 registra un aumento del 2% nella settimana compresa fra l’1 e il 4 novembre.

A livello settoriale, il comparto che ha riportato le migliori performance a chiusura settimana è stato quello delle “Basic Resources”. L’indice Stoxx 600 Basic Resources registra un incremento di ben sei punti percentuali nella settimana iniziata l’1 novembre. Forte anche il settore automobilistico: lo Stoxx 600 Automobilies & Parts sembra a tutti gli effetti aver beneficiato dell’allentamento della politica “zero-Covid” cinese dando inizio a una possibile ripartenza del settore.

I motivi dietro la crescita del mercato europeo

Il blocco produttivo caratterizzante il mercato cinese creava non pochi problemi a livello industriale per le aziende. In particolare per quelle Europee, che fanno molto affidamento sulla capacità di produzione asiatica per il soddisfacimento delle richieste provenienti dal comparto industriale domestico.

Il governo Cinese sembra infatti spostare la propria attenzione sulle compagnie aeree attribuendo la colpa dell’aumento dei casi a una carenza nei controlli in entrata del Paese. Questo dovrebbe migliorare le condizioni produttive delle imprese in quanto buona parte delle difficoltà delle aziende industriali moderne erano dovute ai continui lockdown cinesi che bloccavano la produzione di tutto il settore asiatico.

Aumenta la preoccupazione per la politica monetaria della Fed

Sebbene il mercato abbia scelto discrezionalmente di reagire positivamente a questa notizia e la ripartenza a livello produttivo delle industrie cinesi sia un toccasana per le aziende Europee, aumentano le preoccupazioni degli analisti riguardo un inasprimento della politica monetaria da parte delle Banche Centrali occidentali. Quest’ultime sembrano non riuscire a venire a capo del rebus economico moderno. L’economia non sembra aver intenzione di raffreddarsi e le aziende, in un modo o nell’altro, sembrano sempre riuscire a mantenere stabili i propri valori fondamentali. Nella settimana dal 7 all’11 novembre dovrebbero essere comunicati i dati relativi all’IPC americano del mese di ottobre e i dati legati alla domanda iniziale dei sussidi di disoccupazione.

La comunicazione di valori positivi o non conformi alle aspettative confermerebbero le preoccupazioni espresse dalla maggior parte degli analisti aumentando decisamente la probabilità di poter assistere a un’ulteriore appesantimento del contesto economico globale. Quindi, sebbene i problemi derivanti dal «blocco asiatico» stiano scomparendo e i mercati abbiano deciso di ripartire, il problema riguardo l’inflazione sembra aggravarsi. La vicenda legata all’allentamento della politica «zero-Covid» cinese potrebbe in fin dei conti finire per aggravare la situazione economica occidentale.

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