Perché Nancy Pelosi andrà a Taiwan e quali possono essere le conseguenze tra Cina e Usa

Luna Luciano

31/07/2022

La Speaker della Camera Nancy Pelosi è partita per l’Asia, ma non è certo se si recherà a Taiwan, isola contesa da Pechino e Washington. Ecco quali possono essere le conseguenze.

Perché Nancy Pelosi andrà a Taiwan e quali possono essere le conseguenze tra Cina e Usa

Le tensioni tra gli Stati Uniti e la Cina sembrano destinate ad aumentare, nonostante i due leader abbiano concordato di organizzare un incontro dal vivo per la prima volta dalla nomina del presidente americano Joe Biden.

Ad inasprire i rapporti già tesi tra le due superpotenze è ancora una volta la piccola e ricca Taiwan e la possibilità che la speaker della Camera, Nancy Pelosi visiti l’isola. Pelosi è partita il 29 luglio 2022 per l’Asia, ma ancora non è chiaro se la speaker si recherà a Taiwan. Nel caso in cui la presidente della Camera dovesse fermarsi nell’isola, il viaggio avverrebbe a 25 anni di distanza dall’ultimo incontro tra l’allora presidente taiwanese Lee Tang-hui e l’allora presidente della Camera Usa Newt Gingrich nel 1997, anno dopo la terza crisi dello Stretto di Taiwan.

Dubbio a cui non può rispondere Washington, come spiegato infatti dal portavoce del Consiglio di sicurezza nazionale Usa, John Kirby, in merito alle tappe del viaggio di Pelosi potrà rispondere solo l’ufficio della speaker della Camera: “è lei che prende le sue decisioni, non ha bisogna dell’approvazione della Casa Bianca”.

Se ancora non è certo che Pelosi visiterà Taiwan, ciò che è certo è che questa sua azione avrebbe delle conseguenze. Ecco quindi perché Taiwan è contesa tra Cina e Stati Uniti e quali possono essere le conseguenze.

Perché Nancy Pelosi potrebbe andare a Taiwan: l’Isola contesa da Cina e Usa

Nancy Pelosi potrebbe recarsi a Taiwan per coltivare gli interessi statunitensi nell’isola, rimarcando quindi la posizione di Washington di non voler rinunciare ai propri interessi economici. Posizione che ovviamente non piace a Pechino. Taiwan è da sempre al centro delle tensioni tra Stati Uniti e Cina.

Pechino considera l’isola come territorio nazionale, e vorrebbe annetterla per motivi strategico militari ed economici. D’altra parte le stesse ragioni muovono Washington, desiderando quindi che l’isola resti indipendente: in questo modo gli Stati Uniti non solo avrebbero un avamposto nell’oceano Pacifico ma conserverebbero gli equilibri commerciali e geopolitici.

Ciò che rende così preziosa Taiwan non è solo la sua posizione geografica ma soprattutto per la sua economia. L’isola è infatti un polo unico per il settore della tecnologia, manifattura, automotive, elettronica e informatica. Taiwan è infatti tra le prime venti economie al mondo con un Pil che ha superato nazioni come Svizzera, Svezia e Arabia Saudita. Avere il controllo di Taiwan quindi consentirebbe a Cina e Stati Uniti di ottenere un ruolo strategico sul Pacifico, nonché economico.

Pelosi a Taiwan: ecco quali possono essere le conseguenze

Ancora non è sicuro che la speaker della Camera Nancy Pelosi farà visita all’isola di Taiwan, ma nel caso in cui ciò dovesse avvenire certamente ci saranno delle conseguenze.

Stando agli esperti il possibile viaggio a Taiwan potrebbe produrre due effetti concatenati:

  • complicare l’agenda geopolitica del presidente della Repubblica Popolare Cinese Xi Jinping, il quale ormai guarda solo al prossimo Congresso nazionale del Partito comunista, che dovrebbe confermarlo alla guida del paese;
  • aprire a una nuova crisi tra gli Stati Uniti e la Cina nello Stretto di Taiwan.

Ancora una volta Taiwan potrebbe vedersi al centro di un inasprimento delle tensioni tra i due Paesi. Una crisi che preoccupa maggiormente se osservata alla luce delle parole dei due presidenti.

In un colloquio telefonico di oltre due ore tra Xi Jinping e Joe Biden, il presidente americano ha rassicurato la Cina sul sostegno degli Stati Uniti alla politica di un’“Unica Cina”’ ma ricordando che Washington si oppone “fermamente agli sforzi unilaterali per cambiare lo status quo o minare la pace e la stabilità attraverso lo Stretto”. Parole che hanno subito trovato la dura replica del presidente Cinese. Xi Jinping ha infatti avvertito gli Stati Uniti che “chi gioca con il fuoco si brucia”, frase non ancora confermata dalla Casa Bianca, ma il messaggio è chiaro: “che nessuno tocchi Taiwan” o potrebbero esserci delle amare conseguenze.

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