Inflazione, clima e attacchi dei ribelli Houthi da tempo stanno facendo aumentare il prezzo del caffè, ma a fine anno potrebbe esserci un’ulteriore impennata a causa di una nuova norma dell’Ue.
Presto il prezzo del caffè potrebbe aumentare ulteriormente e per gli italiani, da sempre grandi amanti della tazzina, di certo non è una buona notizia visto che i rincari in arrivo si andranno a sommare a quelli già in essere da diverso tempo.
La scorsa primavera Assoutenti ha lanciato il primo allarme del caro-caffè, visto l’aumento del prezzo a causa dei rialzi delle quotazioni sui mercati internazionali che ha portato a rincari non solo in Italia, ma un po’ in tutta Europa.
Se nel 2021 il costo medio dell’espresso in Italia era di 1,03 euro, Assoutenti ha fatto notare come ad aprile il prezzo medio registrato ufficialmente dal Mimit per un caffè consumato al bar si è attestato a 1,18 euro nelle principali città italiane.
Un aumento quasi del 15% che però negli ultimi mesi sarebbe diventato ancora più marcato, con il prezzo medio per un espresso che nel Bel Paese ormai ha sfondato il tetto dell’1,20 euro con grande disappunto dei milioni di caffeinomani nostrani.
I motivi dell’aumento del costo del caffè sono diversi: dai cambiamenti climatici all’inflazione che ha fatto lievitare i prezzi delle materie prime in generale fino alle turbolenze degli Houthi nel Mar Nero, con gli attacchi dei ribelli yemeniti a diverse navi in transito verso il canale di Suez che ha reso il trasporto più costoso rispetto al passato.
A queste voci però presto se ne andrà ad aggiungere una quarta, ovvero la nuova norma sulla deforestazione voluta dall’Unione europea che entrerà in vigore a partire dal prossimo anno.
Perché il costo del caffè aumenterà per colpa dell’Ue
Quanto sia importante il caffè per gli italiani è inutile dirlo, dato che nel 2023 nel nostro Paese ne sono stati consumati 5,2 milioni di sacchi ponendoci al settimo posto al mondo di questa speciale graduatoria.
Il caffè che consumiamo a casa o al bar però arriva da noi dopo un processo - dalla fioritura al consumo - che dura più di un anno considerando anche i tempi per il trasporto: i maggiori esportatori infatti sono Brasile, Vietnam, Colombia, Etiopia e Honduras.
Ecco perché è così importante il fatto che un anno fa il Parlamento europeo ha approvato una nuova legge per combattere la deforestazione globale, norma questa che entrerà in vigore a fine anno e che di certo farà aumentare il costo del caffè.
In sostanza per contrastare i cambiamenti climatici e la perdita di biodiversità, la normativa impone alle imprese di garantire che i prodotti venduti nell’Ue non siano all’origine di deforestazione.
Tra i prodotti interessati dalla nuova normativa Ue ci sono capi di bestiame, cacao, caffè, olio di palma, soia e legno, con la legge che andrà a interessare anche i prodotti che contengono, sono stati alimentati con o sono stati prodotti utilizzando questi prodotti (ad esempio cuoio, cioccolato e mobili).
Uno scopo senza dubbio nobile visto che la deforestazione è uno dei grandi problemi di questo secolo, ma il rovescio della medaglia sarà uno scontato aumento del prezzo del caffè in Italia e nel resto dell’Unione europea.
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