Il titolo crolla di quasi il 7% in una sola seduta, ma è solo una piccola anticipazione di quello che può avvenire entro l’estate. Ecco lo scenario che nessuno vuole vedere.
C’è un nervosismo crescente attorno a Nvidia. E non solo tra gli investitori. I nuovi vincoli imposti dagli Stati Uniti all’export dei chip verso la Cina hanno aperto una frattura profonda nel modello di crescita del colosso dei semiconduttori. Parliamo del chip H20, pensato per il mercato cinese, oggi bloccato a tempo indeterminato. Non si tratta solo di un problema commerciale: è un segnale forte che la partita geopolitica sull’intelligenza artificiale è entrata in una nuova fase. E Nvidia è finita in mezzo a un fuoco incrociato.
Lo stop imposto dall’amministrazione Trump a esportare verso la Cina il super chip H20 costerà all’azienda 5,5 miliardi di dollari. Ma il punto è un altro: se la Cina non è più accessibile e la licenza speciale emessa da Washington dovesse tardare o non arrivare, la domanda potrebbe crollare. Con un impatto diretto sulle previsioni di crescita futura.
Il rischio non è solo economico. È anche tecnico e sistemico. I multipli di Nvidia incorporano aspettative di crescita molto aggressive, che oggi appaiono fragili. Basterebbe una delusione (anche marginale) nei prossimi risultati trimestrali per innescare una correzione brutale. E se l’effetto domino dovesse attivarsi, il Nvidia potrebbe perdere fino all’80% del suo valore attuale. Non è uno scenario base. Ma è uno scenario possibile (con segnali tecnici già in evidenza). E va analizzato con attenzione. [...]
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