Draghi è intervenuto alla conferenza del G7. Il discorso si è focalizzato sulla necessità di una pace decisa dall’Ucraina e sul motivo perché Putin non deve vincere la guerra. Ecco cosa è stato detto.
I membri del G7 si sono riuniti per discutere i temi dell’attualità, dalla guerra alla crisi energetica e le possibili soluzioni a queste, tra cui il tanto discusso tetto del prezzo del gas. Il presidente del Consiglio Mario Draghi si è espresso di nuovo a sostegno dell’Ucraina. Nel suo discorso Draghi ha affermato che “Putin non deve vincere la guerra”, perché a detta del presidente del Consiglio il leader russo non sta solo cercando di sconfiggere un Paese indipendente, ma sta cercando di screditare il modello della democrazia.
Da tempo si è reso evidente che la vittoria dell’Ucraina a discapito della Russia, cioè con la conseguente sconfitta della Russia, non sarebbe lo scenario migliore. Se il passato ha insegnato qualcosa alle generazioni successive è che un Paese sconfitto, fortemente represso dal punto di vista economico e sul quale grava la colpa di essere i “cattivi” non riemerge come democratico o filo-occidentale. È per evitare una “Germania post Prima guerra mondiale 2.0” che la Russia non deve uscire destabilizzata da questo conflitto. Allo stesso tempo, come ha detto il premier italiano Mario Draghi alla conferenza del G7: “Siamo uniti con l’Ucraina, perché se l’Ucraina perde, tutte le democrazie perdono”.
Il discorso di Mario Draghi al G7 ha poi toccato i punti della crisi energetica, delle sanzioni economiche alla Russia e si è soffermato in particolare sulla sicurezza alimentare che è venuta meno in seguito a una generalizzata crisi alimentare causata dal prolungarsi della guerra in corso. L’invito conclusivo è quello di realizzare una pace giusta, una pace decisa dall’Ucraina e che tenga conto allo stesso tempo delle conseguenze culturali - Draghi ha fatto un chiaro riferimento alla necessità di evitare che il populismo riemerga a destabilizzare i Paesi - ed economiche in Russia.
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Putin non deve vincere la guerra: le parole di Draghi al G7
Il presidente del Consiglio italiano ha preso la parola alla conferenza del G7 tenutasi in queste ore per ribadire la vicinanza dell’Italia, dell’Europa e dei membri Nato all’Ucraina. Il discorso di Draghi arriva di seguito a quello del premier ucraino Volodymyr Zelensky. Nel suo intervento Zelensky ha esortato i leader a fare tutto il possibile per porre fine alla guerra nel suo Paese entro la fine dell’anno. Non solo, per Zelensky la strada per riaprire una vantaggiosa fase di trattative è procedere con le sanzioni. Per il presidente ucraino infatti non è questo il momento di negoziare, è invece il tempo di imitare il prezzo del petrolio.
Il premier Draghi è quindi intervenuto per ribadire che “deve essere l’Ucraina a decidere che pace vuole. Se l’Ucraina non è d’accordo sui termini, la pace non può essere sostenibile”. È importante, continua poi Draghi, che Putin non vinca la guerra, perché l’idea di democrazia ne uscirebbe compromessa. Il premier ha poi spiegato qual è il rapporto con Vladimir Putin in questo momento:
Allo stesso tempo dobbiamo chiederci se può essere utile parlargli. Sono scettico dell’utilità di queste telefonate, ma ci sono ragioni per farle. Queste conversazioni dimostrano che è Putin a non volere la pace.
Cosa è stato detto dal G7 sulla crisi alimentare
Un altro tema toccato è quello della crisi alimentare. Dall’inizio del conflitto la situazione alimentare è andata peggiorando rapidamente, in particolare per i Paesi già a rischio di carenze e per tutti i Paesi che dipendevano fortemente dai rifornimenti ucraini e russi.
Il G7 ha attribuito alla Russia la responsabilità per le enormi minacce a livello globale alla sicurezza alimentare. Per questo è stato richiesto a Mosca di cessare, senza condizioni e il prima possibile, i suoi attacchi a infrastrutture agricole e di trasporto, oltre che richiedere il libero passaggio per i porti sul Mar Nero.
“L’assalto non provocato della Russia all’Ucraina sta ostacolando la sua capacità di produzione, portando a forti aumenti dei prezzi e all’aumento dell’insicurezza alimentare globale per milioni di persone, specialmente quelle più vulnerabili”, si sottolinea.
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