Mercoledì Trump ha annunciato dazi per oltre 100 paesi e le borse sono colate a picco. Ecco le motivazioni che si celano dietro questa scelta.
Mercoledì il presidente degli Stati Uniti, Donald Trump, ha annunciato l’introduzione di nuovi dazi sulle importazioni da oltre 100 Paesi. Il provvedimento prevede, tra gli altri, un ulteriore 34% di dazi sulla Cina, che si sommano al 20% già in vigore, portando il totale al 54%. Un’imposta del 20% colpisce anche tutti i Paesi dell’Unione Europea, Italia compresa. Colpiti duramente anche il Vietnam (46%), Taiwan (32%), Giappone (24%), India (26%) e Corea del Sud (25%). Il Regno Unito subisce invece un dazio più contenuto, pari al 10%.
Canada e Messico, seppur esclusi da questa nuova ondata, continuano a subire gli effetti dei dazi del 25% già in vigore nelle scorse settimane.
Si tratta di una vera e propria stretta al commercio internazionale, una decisione che segna una chiusura drastica degli Stati Uniti verso l’esterno, alzando forti barriere economiche. Inevitabile la reazione dei mercati: le borse mondiali sono crollate, registrando la settimana peggiore dal marzo 2020, in piena emergenza Covid.
Sono andati in fumo miliardi di euro. I tre principali indici statunitensi hanno chiuso in forte calo, così come le piazze europee. A Milano, Piazza Affari ha chiuso venerdì con un pesante -6,53%, dopo una già nera giornata di giovedì. L’intero continente europeo ha perso complessivamente 819 miliardi di euro.
Trump ha dichiarato di aspettarsi un contraccolpo sui mercati, ma si è detto fiducioso: nel lungo termine, secondo lui, l’America entrerà in una nuova «età dell’oro».
Come funzionano i dazi
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Cosa sono i dazi?

I dazi imposti da Trump puntano a scoraggiare le importazioni, rendendo più difficile l’accesso delle merci estere al mercato statunitense.
Il dazio è un’imposta applicata al momento dell’ingresso delle merci alla frontiera. A pagarla è il venditore. Per esempio, se un’auto straniera deve essere venduta negli Stati Uniti, una volta giunta alla dogana, l’esportatore dovrà dimostrare di aver versato il dazio - in questo caso, il 25% del valore dichiarato del veicolo.
Formalmente, quindi, il dazio grava sul venditore. Tuttavia, in molti casi, le aziende finiscono per trasferire questo costo sul consumatore, aumentando il prezzo finale del prodotto. Il risultato? Prezzi più alti e aumento dell’inflazione.
Il gettito derivante dai dazi, secondo Trump, sarà destinato a ridurre il disavanzo commerciale degli Stati Uniti. «Arriveranno seimila o settemila miliardi di dollari nel nostro Paese. Ci sarà un boom dei mercati e un boom dell’economia», ha dichiarato mercoledì.
Perché Trump ha imposto i dazi
Le motivazioni dietro questa scelta vanno oltre l’aspetto economico. L’obiettivo principale non è tanto incassare denaro, quanto spingere i consumatori americani ad acquistare prodotti nazionali e incentivare le aziende estere a investire negli Stati Uniti.
L’intento è riaccendere l’industria americana e riportare la produzione sul suolo nazionale. Se un’auto straniera diventa troppo costosa a causa dei dazi, il consumatore sarà più propenso ad acquistare un veicolo americano. Aumentando la domanda di prodotti «Made in USA», aumenteranno anche i posti di lavoro.
Le imprese straniere che esportano molto verso gli USA potrebbero essere indotte ad aprire stabilimenti direttamente negli Stati Uniti, evitando così i dazi. Anche questo, nelle intenzioni di Trump, significherebbe nuova occupazione e crescita economica interna.
Un altro obiettivo è spingere i Paesi colpiti a negoziare accordi commerciali con gli Stati Uniti, accettando condizioni favorevoli per Washington in cambio della riduzione o rimozione dei dazi.
Per quanto riguarda l’Europa, uno dei possibili argomenti di negoziazione potrebbe essere l’apertura al mercato comunitario dei prodotti agricoli e della carne americana, oggi bloccati per motivi sanitari. Gli OGM e l’uso di anabolizzanti nell’allevamento statunitense sono infatti ancora vietati nell’Unione Europea.
Bruxelles dovrà evitare decisioni affrettate. Le contromisure esistono, ma sarà necessario agire con lucidità e strategia per affrontare questa nuova guerra commerciale.
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