Il modello sociale e psicologico che andrebbe evitato di inseguire è quello della Retrotopia, l’incapacità di guardare al futuro con speranza e fiducia.
Così come in molti ambiti della vita, anche e forse soprattutto, nell’economia la prospettiva è importante e determina la direzione del percorso da intraprendere. La nostra attualità economica e sociale è concepita da alcuni analisti economici e finanziari come una crisi, da altri invece come una fase di transizione.
L’idea stessa dalla quale partiamo nell’analizzare il nostro tessuto e contesto sociale aiuta a comprendere le prospettive future che potremmo disegnare come individui e collettività.
Il modello sociale e psicologico che bisognerebbe evitare di inseguire è quello della Retrotopia, l’incapacità di guardare al futuro con speranza e fiducia, preferendo rivolgere lo sguardo verso un passato idealizzato, che appare ai nostri occhi come un’entità fumosa ma confortante e in cui rifugiarsi, un tempo dotato di straordinarie potenzialità inespresse o negate.
Tale meccanismo mentale, individuale e collettivo, tende a emergere durante i periodi di crisi sociale, generando domande sull’attesa in rapporto alle nostre esistenze e generando ansie economiche e sociali.
Ricominciare a immaginare
L’apparente saggezza dell’attesa cela una grande verità, ossia che le dinamiche sociali ed economiche riprendono a camminare dopo la crisi, perché i mercati reagiscono facendo balzi in avanti e innovandosi. Quello che per un risparmiatore o un piccolo investitore può apparire come un ritorno alla normalità del recente passato, in realtà è una nuova base per i mercati futuri.
Attualmente, con la fine della crescita lineare, ogni previsione appare un puro esercizio narrativo e predominano visioni meno rassicuranti del futuro.
Progettare e immaginare è sempre stato difficile, eppure oggi, con l’impossibilità di fare progetti a lungo termine, abbiamo la consapevolezza di quanto sia essenziale la dimensione del desiderio e del progetto per stare bene.
Individualmente, pianificare significa innanzitutto ridurre le incertezze.
Le nuove sfide per la consulenza finanziaria
Per rendere efficace una consulenza, soddisfare le esigenze dei clienti ed essere un buon consulente finanziario o assicurativo risulta importante far comprendere il potere dell’immaginazione sulle nostre personalità, aiutare il proprio cliente a immaginare e a pianificare le prospettive future della propria vita e degli affetti più cari.
Se il cliente non riesce a immaginare il futuro, non può attivarsi per realizzarlo. Se il cliente non vede la sua nuova casa, non la può arredare o proteggerla dai rischi come, ad esempio, furto, incendio, danni elettrici, danni idraulici e responsabilità legale. Se il cliente non vede il futuro dei suoi figli, non può attivarsi per aiutarli a costruirlo, risparmiando o investendo. Se il cliente non vede la sua vecchiaia, non verserà un fondo pensione per godersi una vita serena da pensionato.
Per un consulente o un intermediario, la sfida è legata proprio alla lettura del futuro, concepire e concretizzare il viaggio con il cliente aiutandolo a garantire, a disegnare e a programmare il futuro del risparmio e della stessa relazione lavorativa tra consulente e cliente.
Il mutamento dei tempi, il mutamento delle ansie, delle preoccupazioni, della comunicazione, dei mezzi e degli strumenti per l’applicazione di una strategia o pianificazione finanziaria sono il risultato dell’evoluzione della società, le nuove visioni legate alle famiglie e ognuna di queste ha un impatto diverso sulla nostra vita, sul lavoro e sull’immagine stessa della relazione lavorativa.
La consapevolezza di tali dinamiche può aiutare a comprendere l’importanza di un consulenza efficace e duratura.
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