La legge ammette la possibilità di disporre il pignoramento di uno stipendio su cui già incide la cessione del quinto? E se sì, entro che limiti?
Una questione pratica che può riguardare moltissimi lavoratori riguarda il rapporto tra cessione del quinto su uno stipendio e pignoramento di quest’ultimo. Più di un dipendente potrebbe infatti pensare che sottoscrivere la cessione del quinto sullo stipendio costituisce una soluzione per salvarsi dal pignoramento dello stipendio in caso di debito non saldato: ma è davvero così? La trattenuta volontaria ’esclude’ quella non volontaria sullo stipendio?
Lo chiariamo subito: se sei un lavoratore e un tuo creditore sceglie la via del pignoramento per recuperare quanto a lui spettante, potrà liberamente farlo anche se hai avviato la cessione del quinto sullo stipendio. Ebbene sì, la cessione del quinto non può servire come ’escamotage’ per evitare quello che, per legge, consiste nell’atto iniziale della espropriazione forzata.
Ma attenzione: visto che pignoramento e cessione del quinto sono compatibili, forse a questo punto potresti domandarti in che modo potrà avvenire il pignoramento in tali circostanze, ovvero entro che limiti. Che cosa succede se un creditore avvia un pignoramento su uno stipendio su cui già opera una cessione del quinto? In altre parole, in caso di pignoramento con cessione del quinto sullo stipendio, la trattenuta deve essere quantificata sull’ammontare rimanente della mensilità, vale a dire al netto della cessione già avvenuta, o invece su quello originario? Probabilmente ti interesserà saperlo, se tieni conto che il pignoramento può compiersi nella misura massima di un quinto dello stipendio.
Di seguito faremo chiarezza su queste questioni e ti spiegheremo qual è la risposta da dare, non prima però di averti ricordato brevemente che cos’è di fatto il pignoramento dello stipendio e la cessione del quinto. I dettagli.
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Cessione del quinto sullo stipendio: che cos’è e a che cosa serve in breve
Vedremo tra poco qual è la risposta corretta rispetto a quanto esposto in apertura, ma intanto ricordiamo in breve che la cessione del quinto dello stipendio consiste in uno specifico tipo di prestito personale, mirato ai lavoratori subordinati - del settore pubblico o privato - con contratto a tempo indeterminato (e previsto in realtà anche per i pensionati sulla pensione).
Se sei un lavoratore alle dipendenze puoi chiedere la cessione del quinto che, in pratica, consiste in un finanziamento finalizzato a soddisfare tue necessità o bisogni personali. Pensiamo alla spesa per acquistare un nuovo veicolo a quattro ruote per te e la tua famiglia, ad esempio.
Ebbene, grazie al meccanismo della cessione del quinto sullo stipendio, la legge ti consentirà di restituire l’importo che, a suo tempo, ti è stato dato in prestito dalla banca o finanziaria - cedendo a queste ultime fino a un quinto del tuo stipendio netto (la rata della cessione opera sempre sul netto). In termini pratici, l’utilità del meccanismo è evidente: il datore di lavoro o l’ente previdenziale ti trattiene la rata dallo stipendio e la versa al soggetto che ti ha finanziato, al fine di estinguere o rimborsare il tuo debito.
Tieni presente però che il finanziamento in oggetto comporta l’obbligo di un’assicurazione per garantire all’ente finanziatore il versamento del debito rimanente, in ipotesi di perdita del lavoro subordinato. Si tratta delle polizze a copertura del rischio impiego.
Pignoramento dello stipendio: che cos’è e a che cosa serve in breve
Se sei un dipendente e hai un debito non ancora saldato verso qualcuno, quest’ultimo - tuo creditore - potrebbe scegliere la strada del pignoramento del tuo stipendio, ovvero uno dei mezzi che la legge assicura a ogni creditore affinché sia possibile il recupero della somma che costituisce il credito.
D’altronde, vero è che ciascun dipendente è in sostanza un creditore del datore di lavoro. Proprio da questo deriva il pignoramento dello stipendio: il creditore pignora il credito del dipendente verso il suo datore di lavoro, vale a dire la retribuzione. Così potrà garantirsi l’estinzione del debito.
Tieni presente però che, nel pignoramento dello stipendio, si contrappone il diritto del creditore al tuo diritto di lavoratore. In particolare:
- il creditore avrà diritto a reclamare e ottenere quanto spettante con il pignoramento dello stipendio;
- il lavoratore subordinato avrà comunque diritto a incassare la retribuzione che, peraltro, sulla scorta della Costituzione, deve sempre assicurare a te e alla tua famiglia il sostentamento quotidiano e un’esistenza dignitosa.
Pertanto, ben comprenderai che si tratta di trovare un bilanciamento tra gli interessi di creditore e debitore. E la legge infatti indica un preciso limite o vincolo al pignoramento dello stipendio.
Infatti, proprio come la cessione del quinto, anche il pignoramento in oggetto può operare fino una frazione massima corrispondente a un quinto. Una sorta di ’agevolazione’ per il lavoratore debitore è rappresentata dal fatto che la quota pignorabile deve essere quantificata sulla retribuzione netta, incassata al netto delle trattenute di legge.
Un requisito chiave per il pignoramento dello stipendio
Il creditore può dare luogo al pignoramento dello stipendio soltanto laddove abbia a disposizione un documento che attesti la fondatezza della sua richiesta. Tecnicamente, tu come lavoratore debitore potrai subire il pignoramento dello stipendio soltanto laddove il tuo creditore sia in possesso del cosiddetto ’titolo esecutivo’, vale a dire un documento scritto che certifica l’esistenza del suo credito.
Sono le norme di legge a indicare quali sono i titoli esecutivi che possono essere sfruttati dal creditore per soddisfare la sua pretesa. Tra essi ricordiamo, a titolo meramente esemplificativo, le sentenze di condanna, le cartelle esattoriali, i decreti ingiuntivi non opposti nei quaranta giorni dalla notifica, le cambiali e gli assegni scaduti e protestati.
Attenzione però: ricorda che il creditore non può dare luogo al pignoramento del quinto in forza, ad esempio, di una fattura non saldata se prima non si è fatto rilasciare dal magistrato competente un provvedimento di ingiunzione nei confronti del debitore.
Come funziona il pignoramento dello stipendio in caso di cessione del quinto? Due casi pratici
Dopo queste doverose premesse, veniamo al quesito indicato in apertura, chiarendo cosa succede in caso di pignoramento dello stipendio con una cessione già in atto. Ebbene, come detto in precedenza, cessione del quinto sullo stipendio e pignoramento sulla stessa mensilità da parte del creditore possono coesistere - il primo fino alla restituzione del capitale conseguito in prestito insieme agli interessi, mentre il secondo fino all’effettiva estinzione del debito. Ma attenzione ai limiti previsti dalla legge.
Infatti le regole in materia sono piuttosto chiare: in ipotesi di cessione del quinto già attiva, la trattenuta per pignoramento può operare sullo stipendio per una quota massima uguale alla differenza tra la metà dello stipendio e la trattenuta della cessione al momento in corso. In altre parole, è pignorabile esclusivamente il 50% del totale netto in busta paga, quantificato al netto della quota ceduta col quinto.
Facendo un paio di esempi risulterà tutto più chiaro.
Poniamo un caso di stipendio netto pari a 1200 euro e dunque con una cessione con rata di 200 euro mensili. In questo caso il pignoramento potrà essere al massimo corrispondente a 400 euro - vale a dire la differenza tra la metà del tuo stipendio, 600 euro, e la rata della cessione del quinto in oggetto.
Un altro esempio è il seguente: se hai uno stipendio di 1500 euro, attraverso la cessione del quinto la busta paga vede destinare 300 euro alla trattenuta volontaria. Il tuo creditore potrà al massimo prendersi con il pignoramento il 50% decurtato della quota trattenuta con cessione, vale a dire: 1500 euro (il tuo stipendio): 2 (50% percentuale pignorabile) – 20% (quota della cessione del quinto) = 450 euro come cifra oggetto di pignoramento. In estrema sintesi, è la metà del tuo stipendio meno la rata della cessione stessa.
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