Completato il più grande parco solare del mondo con soli pannelli fotovoltaici a eterogiunzione. Circa 835 mila moduli e una potenza da 400 MW che hanno pochi paragoni in tutta Europa.
È stato completato il più grande parco solare a eterogiunzione (HJT), quasi 835 mila pannelli fotovoltaici e una capacità totale di 400 MW. Un nuovo traguardo per l’Europa e più precisamente per la Bulgaria, che ospita il progetto di recupero etico sostenibile di Inercom, la società energetica con sede ad Aprilici, vicino a Pazardžik.
A fine maggio il parco solare aveva una funzione di circa 251 MW, che è stata ampliata con la fornitura di pannelli solari della Huasun Energy. Quest’ultima ha di recente firmato un accordo anche con Ogt Solar, Enerpoint e Lux Srl per la fornitura di moduli a eterogiunzione in Italia.
Anche se non si tratta del parco solare più grande in assoluto nel mondo o nel territorio europeo, un primato che spetta rispettivamente a Al Dhafra negli Emirati Arabi Uniti e alla Hansainvest Real Assets in Germania, il parco bulgaro detiene un importante record, forse ponendosi come precursore di una tecnologia che potrebbe dominare completamente il panorama delle energie rinnovabili.
Il più grande parco solare a eterogiunzione a sito singolo nel mondo
Il progetto di Inercom si è concluso con l’installazione di più di 834 mila moduli fotovoltaici, che si aggiungono a quelli già presenti. Basti pensare che mentre a fine maggio il parco solare aveva una capacità di 251 MW ora arriva a 400 MW. Questo significa che potrebbe alimentare da solo quasi 100 mila abitazioni, ma non dovrebbe essere una sorpresa.
Nell’ultimo decennio, infatti, la società energetica bulgara ha realizzato diversi parchi solari, arrivando anche in Grecia e Romania. Il progetto di Aprilici si deve a Veselin Zahariev, direttore finanziario della Solar Green Energy, secondo il quale l’eterogiunzione dominerà la produzione mondiale di pannelli solari nel mondo entro cinque anni.
Non a caso, il parco solare di Aprilici è il più grande al mondo costuito interamente da pannelli solari che sfruttano questa tecnologia fotovoltaica avanzata, chiamata per l’appunto eterogiunzione (HJT), con i relativi vantaggi. Non soltanto i pannelli garantiscono l’erogazione di una potenza stabile anche durante i picchi di calore della stagione estiva, ma hanno elevate prestazioni anche in condizioni di scarsa illuminazione.
Fa molto anche il posizionamento delle strutture, le quali non sono collocate verso sud, dove avrebbero la massima esposizione solare, bensì inclinate a est e ovest. In questo modo si evita il picco di produzione nelle ore più calde e in particolar modo a mezzogiorno e si ottiene una resa soddisfacente anche nelle ore pomeridiane.
Nulla è lasciato al caso. I pannelli sono montati a un’altezza di 2,2 metri e la distanza tra le file di pannelli è superiore a 12 metri. In questo modo, complice l’assenza di ombreggiamento permessa dall’inclinazione scelta, il terreno riesce a essere impiegato anche per scopi agricoli.
L’azienda Inercom, tuttavia, non ha sempre portato avanti iniziative vincenti. Il tentativo di acquistare l’azienda energetica Cez, la maggiore fornitrice di energia elettrica della Bulgaria, è stato infatti bloccato dalla Commissione per la tutela della concorrenza. Nonostante il ricorso contro questa decisione, non è stato ottenuto alcun cambiamento e l’azienda ha cambiato anche direzione. Ginka Varbakova, direttrice sino a novembre 2020, ha infatti passato il testimone al marito, Slavcho Varbakov, che è ora leader insieme a Malina Ivanova Varbakova.
Cosa sono i pannelli solari a eterogiunzione (HJV)
Alcuni ritengono che i pannelli solari a eterogiunzione siano la tecnologia del futuro nel mondo delle energie rinnovabili. Di certo, presentano diversi vantaggi non trascurabili:
- celle ad alta efficienza, con ombreggiatura ridotta e breve distanza di trasmissione;
- alto tasso bifacciale, che ne garantisce le prestazioni nelle infrastrutture che si prestano alla generazione di energia su due lati e consente di installarli anche in posizione verticale;
- funzionalità anche in caso di scarsa luminosità, per esempio quando il cielo è nuvoloso o quando cala il sole;
- basso coefficiente di temperatura, che consente la produzione stabile anche a temperature elevate;
- degradazione ridotta, grazie a un rivestimento protettivo che garantisce la lunga durata dei pannelli negli anni.
Queste caratteristiche rendono la tecnologia HJV particolarmente appetibile per i territori europei, dove il clima è piuttosto variabile e spesso soggetto a intensi eventi atmosferici e picchi di calore durante le estati. Tra i più grandi produttori di questi impianti fotovoltaici c’è la cinese Huasun, che ha rifornito il parco solare bulgaro e che dovrebbe portare questi moduli innovativi anche in Italia, per via degli accordi sottoscritti in occasione della fiera Key a marzo 2024.
Nel complesso, Huasun ha già venduto pannelli solari a eterogiunzione per una capacità di 4 GW, per intenderci il doppio della capacità del parco solare Al Dhafra, esportando i suoi prodotti in 40 paesi del mondo.
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