Le operazioni che avevamo aperto su Eurodollaro e Prysmian hanno raggiunto il target prefissato mentre la scommessa ribassista sul Ftse Mib non è andata a buon fine.
Indifferenti al meeting della Banca Centrale Europea, i mercati azionari del Vecchio continente sono focalizzati sul Consiglio europeo. Il via libera al Recovery Fund ha innescato una nuova ondata di acquisti sui listini azionari e sulla moneta unica, ai massimi da quattro mesi nel cambio con il biglietto verde.
Le borse statunitensi, e in particolare il Nasdaq, rappresentano la quintessenza dell’attuale situazione sui mercati finanziari: anche se i fondamentali economici lasciano decisamente a desiderare (sono migliaia le aziende statunitensi trascinate in bancarotta dalla pandemia, +43% sul 2019 nel solo mese di giugno) e le previsioni sulla seconda metà dell’anno sono particolarmente preoccupanti, gli operatori continuano a spingere gli acquisti, convinti che tanto l’intervento di governo e banca centrale finirà per lenire qualsiasi ferita da Covid-19 (inoltre, stando a quanto trapelato negli ultimi giorni, per il vaccino anti-Covid non dovremmo attendere troppo).
A margine della presentazione dei conti trimestrali, il Chief executive di JP Morgan, Jamie Dimon, ha rilevato che quella che stiamo attraversando “non è una normale recessione, la parte recessiva la dobbiamo ancora vedere”. Quella di Dimon è una posizione piuttosto comune a Wall Street, dove la parola d’ordine in questa stagione delle trimestrali è stata accantonamenti.
JP Morgan, Citigroup e Wells Fargo nei bilanci del secondo trimestre hanno riportato aumenti delle riserve per miliardi di dollari in vista di perdite e di prestiti in sofferenza innescati dalla crisi. La banca guidata da Dimon ha messo da parte 10,47 miliardi, Citi 7,9 miliardi e Wells Fargo 9,6 miliardi di dollari. Tenendo conto di quanto già accantonato da inizio anno, solo questi tre istituti hanno messo da parte 50 miliardi.
Portafoglio del Martedì: finora performance supera i 36 punti percentuali
Nonostante le azioni Telecom Italia abbiano fatto registrare l’andamento rialzista che avevamo auspicato nell’ultimo numero del Portafoglio del Martedì, l’operazione, che avevamo stimato con il Turbo Long di UniCredit con Isin DE000HV4D7V9, non è stata realizzata a causa del mancato raggiungimento del prezzo di entrata che avevamo indicato a 0,337 euro.
Il forte rialzo registrato dal listino milanese nelle ultime sedute, ci ha fatto raggiungere il target di 23 euro fissato con il Turbo Long su Prysmian (DE000HV4C8T2)
Target raggiunto a 1,14 anche con il Certificato Turbo Long con sottostante l’eurodollaro di UniCredit (DE000HV480M6) mentre nel caso della scommessa ribassista sul paniere principale (DE000HV47HM7), il Ftse Mib, il nostro prodotto ha toccato lo stop loss, fissato a 20.550 punti. Al momento quindi, il nostro portafoglio è composto al 100% da liquidità e le prossime sedute ci serviranno per capire in quale direzione andranno i mercati.
I prodotti e le rispettive leve sono stati selezionati alle 17:40 del 20 luglio 2020. Le strategie si considerano valide se i prezzi toccano il punto di entrata prima del take profit o dello stop loss.
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