Spunta, a sorpresa, nel decreto Omnibus, il prelievo forzoso sugli extraprofitti. A chi si applica e quali finalità ha questa nuova imposta straordinaria?
Annunciato in conferenza stampa dal ministro Matteo Salvini, in assenza del ministro Giorgetti, il prelievo forzoso sugli extraprofitti delle banche.
L’obiettivo è finanziare due misure: contrasto al caro mutui e riduzione delle tasse, ma cosa prevede esattamente la nuova misura entrata a sorpresa nel decreto Omnibus?
Arriva il prelievo forzoso sugli extraprofitti delle banche
Il ministro Matteo Salvini, durante la conferenza stampa tenutasi a margine dell’ultimo Consiglio dei ministri, ha annunciato che tra le misure varate all’interno del decreto Omnibus vi è il prelievo forzoso sugli extraprofitti, questo va applicato alle banche.
La scelta è stata presentata come una misura di equità sociale che mira a riequilibrare le posizioni tra le banche, che con l’aumento dei tassi di interesse maturano extraprofitti, e i cittadini che stanno affrontando un aumento considerevole delle spese.
Si è trattato di un provvedimento a sorpresa. Un possibile prelievo forzoso sugli extraprofitti era stato annunciato a maggio, per poi essere subito smentito dal ministro Giorgetti, che ha esortato le banche a impegnarsi sul fronte caro mutui, viste le notevoli difficoltà affrontate dalle famiglie a causa dei costanti aumenti del costo del denaro ricaduti soprattutto sui contratti stipulati scegliendo il tasso variabile.
La sorpresa è dovuta al fatto che questa misura non era prevista neanche nell’ordine del giorno di convocazione del Consiglio dei ministri, inoltre viene imputata da Salvini al ministro Giorgetti.
Oltre le polemiche che sono destinate a durare per giorni, vediamo in cosa consiste questa tassazione sugli extraprofitti delle banche che appare una sorta di prelievo forzoso a carico degli intermediari finanziari.
Come funziona il prelievo forzoso sugli extraprofitti?
In base a quanto si legge nel provvedimento, sarà effettuato un prelievo straordinario del 40%, solo per il 2023, sugli extraprofitti generati esclusivamente dall’aumento dei tassi di interesse sui mutui. La tassazione non potrà comunque superare il 25% del patrimonio netto.
Da questa misura dovrebbero arrivare nelle casse dello Stato circa 2 miliardi di euro da destinare agli aiuti per le famiglie impegnate a far fronte al caro mutui e a coprire la riduzione delle imposte che dovrebbe derivare dalla riforma fiscale. Dai primi calcoli fatti, emerge che per la sola riduzione delle aliquote Irpef da 4 a 3 servirebbero 5 miliardi di euro.
In base a quanto previsto nel decreto, la tassazione degli extraprofitti trova applicazione nel caso in cui il margine di interesse (differenza tra interessi attivi e passivi) registrato nel 2022 supera per almeno il 3% il valore dell’esercizio 2021, mentre per il 2023 la tassazione degli extraprofitti si applica nel caso in cui il valore registrato eccede del 6% rispetto al 2022.
Secondo lo schema, l’imposta dovrebbe essere versata entro il sesto mese successivo rispetto alla chiusura dell’esercizio antecedente rispetto all’esercizio 2024.
L’imposta non è deducibile ai fini delle imposte sui redditi e dell’Irap.
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