Petrolio: la piena capacità di Aramco non tornerà prima di fine novembre

Il prezzo del petrolio è tornato a scambiare in rialzo dopo le notizie giunte dall’Est.

Saudi Aramco, la compagnia colpita messa a tappeto dagli attacchi con droni avvenuti a metà settembre, ha aggiornato il mercato sull’attuale stato della sua produzione.

Le sue dichiarazioni hanno permesso al prezzo del petrolio di cancellare le perdite del mattino e di tornare a guadagnare. Secondo quanto comunicato dall’Arabia Saudita, la capacità completa degli impianti non sarà ripristinata prima della fine di novembre.

Prezzo del petrolio: le preoccupazioni di Aramco

Negli ultimi anni i produttori dell’OPEC e quelli esterni al Cartello hanno cercato di frenare il crollo del prezzo del petrolio riequilibrando un mercato troppo sbilanciato a favore dell’offerta. Da qui la scelta di tagliare la produzione globale per contribuire alla parziale risalita delle quotazioni.

A limare l’output è stata anche l’Arabia Saudita, che ha messo così il freno ai ritmi produttivi della compagnia statale, in grado di pompare fino a 12 milioni di barili al giorno.

A metà settembre però, la capacità di Saudi Ramco è stata praticamente dimezzata dagli attacchi che hanno permesso al prezzo del petrolio di decollare. Le previsioni degli esperti sono risultate concordi nel ritenere che più tempo sarebbe passato prima del completo restauro degli impianti, più in alto sarebbe arrivato il greggio.

Il CEO Amin Nasser si è detto amareggiato dall’assenza di provvedimenti e azioni concrete contro gli attacchi dello scorso 14 settembre e ha parlato di un mercato energetico a rischio.

Al momento in cui si scrive il prezzo del petrolio Brent sta salendo dello 0,8% su quota $58,7, mentre la quotazione del WTI sta guadagnando lo 0,9% su quota $53.