L’Ue ha introdotto un nuovo indice europeo per il gas naturale liquefatto: assieme al price cap si tratta di una mossa che può ridurre speculazioni e impennate improvvise dei prezzi.
L’Unione europea dà il via libera al nuovo indice europeo giornaliero per il prezzo del gas naturale liquefatto: un target alternativo all’oramai noto Ttf di Amsterdam che, assieme al price cap, punta a sterilizzare possibili nuove speculazioni sui mercati internazionali.
Questo nuovo indice di rifermento giornaliero per il valore del Gnl è stato lanciato dall’Agenzia Ue per la cooperazione tra i regolatori dell’energia (Acer) e fa parte del pacchetto di riforme contro la crisi energetica approvato lo scorso dicembre dopo lunghe trattative tra gli Stati membri europei. Quale sarà l’effetto di questa riforma sulle bollette degli europei?
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Come cambia il Ttf di Amsterdam
L’obiettivo del benchmark, assieme al tetto a tutti i prezzi del gas fissato a 180 euro al megawattora al Ttf di Amsterdam, è garantire maggiore trasparenza contro ogni tipo di speculazione.
Verranno presi come riferimenti diversi indicatori già esistenti, come il prezzo del Gnl cosiddetto per ’delivery ex-ship’ e i prezzi dei future Ttf (stabiliti sempre alla Borsa di Amsterdam) e dovrebbero essere così eliminate le variazioni ingiustificate di valore, proteggendo aziende e consumatori e tenendo i prezzi su livelli medio-bassi.
L’indice sarebbe quindi basato sulle transazioni e sulla valutazione dei prezzi oggettivamente verificabili per le consegne dei carichi e potrà essere utilizzato su base volontaria dagli operatori. In ogni caso l’Acer continuerà a rivedere periodicamente gli orientamenti e la metodologia sulla comunicazione dei dati di mercato del gas naturale liquefatto, consultando le parti interessate.
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Come funzionerà il nuovo indice europeo per il Gnl
Questo nuovo indice, quindi, non andrà a sostituire del tutto il Ttf di Amsterdam, in quanto non si applicherà al gas naturale che arriva via gasdotto, ma solo al Gnl. L’operazione consiste dunque in un intervento sul Ttf per sganciarlo dal gas naturale liquefatto. Gnl che arriva sempre di più tramite nave in Europa e in Italia, per controbilanciare i problemi di forniture dalla Russia. I Paesi da cui si esporta di più oggi sono gli Stati Uniti, la Norvegia, l’Azerbaijan e il Qatar.
I prezzi del Gnl sono più alti di quelli del gas prima della guerra in Ucraina, per tanti motivi, in primis la necessità di trattarlo attraverso i rigassificatori.
Come spiegato a Money.it dall’esperto Matteo Giacomo Di Castelnuovo, il prezzo del gas rimarrà almeno fino al 2025 per il problema strutturale dello squilibrio mondiale tra domanda e offerta di metano (sia liquido che naturale). Solo quando la capacità di rigassificazione europea sarà talmente sviluppata da poter assorbire tutto il gnl ora in arrivo, i prezzi dovrebbero tornare ai livelli ante-guerra.
I possibili effetti in bolletta
Ci vorranno dei tempi tecnici di almeno qualche mese per mettere in funzione il nuovo indice. Ma una volta che sarà attivo quali saranno gli effetti in bolletta? Innanzitutto ci potrebbero essere riflessi indiretti di medio periodo sul prezzo del gas naturale sul mercato Ttf di Amsterdam, considerando che il Gnl potrebbe costare di meno ed essere sempre più scelto dai Paesi Ue, a fronte di una capacità di rigassificazione che sta aumentando.
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Entro il 2030 gli Stati Uniti potrebbero esportare verso l’Europa fino a 110 milioni di tonnellate ogni anno, cioè il 90% del gas che la Russia dava al Vecchio Continente fino al 2021.
A cambiare direttamente, quindi, sarà il prezzo di vendita nei cosiddetti contratti spot (quelli last minute), che nell’ultimo periodo sono stati adeguati al Ttf (e non più al petrolio come i vecchi contratti per il gnl a lungo termine). I contratti di breve periodo hanno un orizzonte di tempo di 4-6 mesi e quindi bisognerà attendere il rinnovo degli attuali: a quel punto ci sarà meno potere per i venditori americani, arabi e nord europei di imporre prezzi alti.
Il riflesso complessivo in bolletta potrebbe essere un abbassamento ulteriore dei prezzi rispetto al trend attuale nel medio periodo, di natura ancora non quantificabile con precisione.
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