Prende forma l’offerta dell’Italia all’UE volta ad evitare la procedura d’infrazione: parla la fonte anonima
Per evitare la procedura d’infrazione l’Italia dovrà formalizzare all’UE un’offerta sufficientemente accettabile e dovrà dimostrare di essere intenzionata a migliorare sostanzialmente i propri conti pubblici.
A far luce sulla questione è stata una fonte governativa anonima ascoltata da Reuters, che ha tentato di delineare i contorni della proposta nostrana.
La prossima data da segnare sul calendario sarà quella del 2 luglio: in quell’occasione la Commissione europea deciderà se raccomandare la temuta procedura d’infrazione contro l’Italia o se reputare sufficiente la sua offerta. Quel che è chiaro, è che Bruxelles non accetterà impegni per il solo 2019, ma chiederà a Roma di estendere le eventuali garanzie fino al 2020.
Procedura d’infrazione: l’offerta dell’Italia all’UE
Nella giornata di lunedì 1 luglio, il Governo si siederà la tavolo delle discussioni e dipingerà il nuovo quadro di finanza pubblica: l’obiettivo sarà quello di definire l’ormai agognata legge di assestamento del bilancio, punto fondamentale della trattativa con l’Europa.
Secondo la fonte di Reuters, l’offerta dell’Italia per evitare la procedura d’infrazione UE prevederà una discesa dell’indebitamento netto al 2 o 2,1% del PIL 2019.
Le concessioni, però, non si spingeranno oltre e il Belpaese non formalizzerà alcun impegno per il 2020: il Governo si limiterà a promettere di ridurre la spesa e di agevolare gli investimenti, cosa che potrebbe rendere lo spettro della procedura d’infrazione ancor più concreto.
In giornata comunque sono trapelate alcune dichiarazioni distensive dai corridoi dell’UE: secondo l’Ansa, sui conti pubblici italiani potrebbero essere trovate delle soluzioni nel dialogo. Roma però dovrà dimostrarsi pronta a rispettare le regole.
I prossimi passi
Prima del Cdm di lunedì e prima della decisione della Commissione europea prevista per il 2 luglio, gli occhi saranno tutti puntati sul G20 di Osaka che prenderà il via nella giornata di sabato.
Lì, hanno continuato le indiscrezioni citate, il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte incontrerà Jean-Claude Juncker con il quale cercherà di fare passi avanti. Certo è che l’impossibilità del Governo di formalizzare impegni anche per l’anno 2020 sarà sicuramente un nuovo punto di scontro con Bruxelles.
L’offerta dell’Italia verrà giudicata nell’arco di qualche giorno, ma è probabile che non sarà reputata sufficiente ad evitare la temuta procedura d’infrazione,
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