Il sondaggio di Money.it: di chi è la colpa della protesta degli agricoltori che sono pronti a sfilare con i loro trattori a Roma il prossimo 15 febbraio?
Proteste degli agricoltori, di chi è la colpa? Questo è stato il sondaggio che Money.it ha voluto proporre ai suoi lettori ora che in Italia i trattori, da tempo sul piede di guerra come nel resto d’Europa, sono pronti a manifestare il prossimo 15 febbraio a Roma dove al Circo Massimo sono attesi in 20.000.
SONDAGGIO CHIUSO QUI I RISULTATI
Non si placa la protesta degli agricoltori che, in Italia e in molti altri Paesi comunitari, lamentano di essere allo stremo e in una situazione vicino al collasso per la categoria, con i costi da sostenere che da tempo non verrebbero coperti dai guadagni.
In queste settimane quasi tutti gli attori istituzionali e politici hanno riconosciuto come legittime le proteste degli agricoltori, cimentandosi poi nel sempre in voga sport dello scarica barile per quanto riguarda le responsabilità di questa situazione.
Le opposizioni puntano il dito contro il governo che invece attribuisce la colpa tutta all’Ue, mente gli ecologisti hanno fatto notare come il problema di fondo sia quello legato ai cambiamenti climatici; non bisogna però dimenticare delle bandiere della Coldiretti bruciate durante alcuni blocchi, con diversi analisti che hanno evidenziato anche le responsabilità della grande distribuzione nei pochi guadagni per gli agricoltori.
Lo scopo di questo sondaggio, che ricordiamo non ha un valore scientifico ma soltanto indicativo non essendo realizzato a campione, è stato quello di capire per i lettori di Money.it di chi sia la colpa delle proteste degli agricoltori.
Proteste degli agricoltori: il sondaggio
Il sondaggio di Money.it è arrivato proprio nel momento in cui gli agricoltori hanno annunciato una grande manifestazione di protesta a Roma per il 15 febbraio, visto che non hanno ritenuto sufficienti le promesse fatte finora dal governo e dall’Europa.
Il governo infatti in fretta e furia sarebbe sul punto di far tornare in vigore l’esenzione Irpef - dopo averla tolta nell’ultima legge di Bilancio - ma solo per gli agricoltori con una bassa fascia di reddito.
L’Unione europea invece dopo aver congelato il trattato con il Mercosur si è detta pronta a rivedere la direttiva che impone il 4% dei terreni da mettere a riposo, ma i trattori in Polonia da tempo protestano per il grano e altri prodotti che arrivano dall’Ucraina a prezzi stracciati dopo le decisioni prese da Bruxelles per sostenere l’economia di Kiev.
Sempre la guerra poi sarebbe la causa dell’aumento del prezzo del gasolio e dell’elettricità, senza considerare il generale aumento dell’inflazione che però non ha mutato i guadagni degli agricoltori: il grosso degli incassi va sempre alla grande distribuzione mentre chi produce materialmente frutta e verdura incassa meno del 10% del prezzo totale.
Ecco che allora sul banco degli imputati è salita anche la Coldiretti, rea di non fare gli interessi dei piccoli agricoltori che rappresentano la grande maggioranza del totale e di aver avallato, insieme al governo, alcune scelte dell’Europa. Del resto la Pac, la Politica Agricola Comune, all’Eurocamera è stata votata da tutti i partiti con le proteste solo degli ambientalisti.
Sempre gli ambientalisti però fanno notare come il grande flagello che affligge l’agricoltura sia il cambiamento climatico, con il susseguirsi di tanti eventi atmosferici avversi ed eccezionali che da tempo starebbe zavorrando l’intero settore.
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