Putin e l’ordine di sganciare la bomba atomica, ecco cosa farebbero i suoi agenti in quel momento

Emiliana Costa

11/04/2022

Continua la sanguinosa guerra in Ucraina e l’offensiva russa si sposta in Donbass. Ma cosa accadrebbe se Putin desse l’ordine di sganciare la bomba atomica? Ecco cosa dicono gli esperti.

Putin e l’ordine di sganciare la bomba atomica, ecco cosa farebbero i suoi agenti in quel momento

Russia-Ucraina, a un mese e mezzo dall’inizio del conflitto, ci troviamo di fronte a una nuova fase. Le truppe russe hanno lasciato Kiev e la parte nord del paese e si sono spostate a est. È nel Donbass infatti che dovrebbe partire la nuova offensiva.

E se le trattative per i negoziati latitano - a causa del previsto attacco in Donbass - si torna a parlare di armi nucleari e di cosa succederebbe nel caso il presidente russo Vladimir Putin desse l’ordine di sganciare la bomba atomica. Cosa farebbero i suoi agenti a quel punto? Eseguirebbero l’ordine o si ammutinerebbero? Entriamo nel dettaglio.

Putin e l’ordine di sganciare la bomba atomica, ecco cosa succederebbe

«Putin non darà l’ordine di lanciare la bomba atomica perché non sarebbe eseguito dai suoi funzionari». A sostenerlo in un’intervista alla Bbc, Christo Grozev, giornalista di Bellingcat (il team di giornalismo investigativo con sede nei Paesi Bassi specializzato in verifica dei fatti e intelligence open source).

Nel caso dunque decidesse di sferrare l’attacco nucleare, Putin si potrebbe trovare di fronte all’ammutinamento dei suoi agenti. Per questa ragione, spiega l’esperto, il presidente russo non arriverà a dare quell’ordine. Il rischio di un rifiuto da parte dei suoi uomini è troppo alto e rappresenterebbe la fine della sua autorità.

«Sicuramente Putin non emetterà un ordine di usare armi nucleari se non è sicuro che l’ordine sarà eseguito. Nelle ultime settimane, è stato accertato che un gran numero di agenti non è pronto a eseguire tali ordini - ha spiegato Grozev al canale britannico -. Il fatto che dubiti ridurrà il rischio che prenda una decisione del genere».

L’esercito russo in difficoltà

Un ammutinamento di tale portata potrebbe rappresentare un colpo letale per la reputazione dello zar del Cremlino. Nelle ultime settimane, infatti, non sono mancati episodi di ribellione all’interno dello stesso esercito russo, tra le cui fila compaiono anche coscritti e mercenari.

La scorsa settimana 60 paracadutisti (di cui almeno 11 membri della Guardia nazionale russa) si sono rifiutati di combattere contro le truppe ucraine. Non è tutto. Qualche giorno fa, un comandante russo è stato investito di proposito da un carro armato per vendicare «l’entità delle perdite subite dalla sua brigata».

Gli ammutinamenti non riguarderebbero solo la terra ferma. Secondo l’ex diplomatico ucraino Olexander Scherba, i militari russi dell’810esima Brigata si sarebbero rifiutati di scendere dalla nave e di attaccare la città di Odessa. «La scorsa notte un folto gruppo di navi da guerra russe stava per lanciare l’atterraggio sulle spiagge di Odessa. Si sono avvicinati alla costa ed erano pronti per bombardare la spiaggia. Mentre l’Ucraina stava per rispondere al fuoco si sono improvvisamente ritirati. Sono i segnali che i marines della Crimea si sono rifiutati di attaccare Odessa», ha twittato Scherba.

In questo contesto di difficoltà da parte delle truppe russe, Grozev ritiene che gli agenti di Putin potrebbero rifiutarsi di premere il pulsante della bomba nucleare.

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