Secondo lo storico Timothy Snyder Vladimir Putin ha un piano ben preciso per costringere l’Europa a eliminare le sanzioni. Ecco come intende causare una carestia globale.
Sono trascorsi oltre 100 giorni dall’inizio del conflitto in Ucraina e la guerra prosegue senza spiragli a breve termine di una soluzione. L’Unione europea in questi mesi ha deciso di adottare numerose misure volte a isolare completamente la Russia dal commercio mondiale.
Una mossa per spingere Vladimir Putin a desistere se non vuole che il suo Paese entri in una profonda crisi. Ma in guerra, dinnanzi alla mossa del nemico c’è sempre la contromossa.
E stando al pensiero di un famoso storico, Timothy Snyder, professore all’università di Yale, Putin ha le idee molto chiare su come costringere l’Unione europea ad allentare le restrizioni nei confronti del suo Paese, ovvero sfruttando le tonnellate di grano che ogni anno l’Ucraina esporta in tutto il mondo. Vediamo come.
Ecco la mossa di Putin in risposta alle sanzioni europee
Le sanzioni inflitte dall’Unione europea alla Russia sono comunque abbastanza pesanti e Putin sa bene che non può durare a lungo in questo modo. Per questo starebbe studiando una contromossa sfruttando le tonnellate di grano che ogni anno l’Ucraina produce ed esporta.
L’Ucraina è il maggior esportatore di grano al mondo. Da alcune settimane circa 20 tonnellate di grano sono stipate al porto di Odessa bloccate dai russi che ne impediscono la partenza verso il Medio Oriente e l’Asia.
Il motivo del blocco, secondo lo storico Timothy Snyder, è ben preciso: creare una carestia globale che inneschi una escalation di insurrezioni e migrazioni verso l’Unione europea.
Mettere quindi pressione all’Europa affinché si veda costretta ad allentare le sanzioni nei confronti del suo paese. Il blocco del grano in partenza da Odessa potrebbe creare dei problemi in Asia e Medio Oriente. L’assenza della materia prima principale rischierebbe di creare disordini a causa della mancanza di cibo.
A quel punto la propaganda russa attribuirà la colpa all’Ucraina chiedendo il riconoscimento delle conquiste territoriali della Russia in Ucraina e la revoca di tutte le sanzioni.
Al momento la mancata esportazione di grano dai porti ucraini sta già creando carenze di cibo in alcune aree del pianeta. Le Nazioni unite stanno negoziando con la Russia la possibilità di lasciar partire la materia prima ma i negoziati al momento non ha raccolto risultati. I più scettici sulla riuscita dell’accordo sono gli Stati Uniti.
«È difficile vedere le offerte russe in buona fede, considerando come stanno attivamente e intenzionalmente distruggendo i prodotti alimentari in Ucraina e aggravando l’insicurezza alimentare globale» - le parole di un funzionario di Stato statunitense.
Nave russa davanti le coste della Puglia
La Russia intanto prosegue anche con le sue dimostrazioni di forza via mare quasi a voler sfidare la Nato. Il movimento di navi russe nel Mediterraneo prosegue e alcune ore fa un incrociatore, il Varyag che è la più potente unità navale della marina russa è stato avvistato a poche decine di miglia nautiche dalle coste di Santa Maria di Leuca, in Salento.
L’incrociatore è scortato da un’altra nave di supporto, la «Ammiraglio Tributs» che ha il compito di proteggerla da eventuali attacchi aerei o sottomarini.
Poco dopo la Varyag si è rimessa in navigazione e stando agli ultimi dati sta proseguendo verso Creta. Qual è il motivo di queste incursioni russe nel Mediterraneo? Mostrare i muscoli alla Nato, far vedere di quale flotta ingente la Russia è dotata. Dall’inizio del conflitto in Ucraina nel Mediterraneo sono presenti almeno due sottomarini e sette navi da guerra. Difficile pensare a una provocazione fisica ma il rischio è pur sempre elevato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA