Il fallimento di queste banche farebbe piombare l’economia mondiale nel caos, come accaduto con il crollo di Lehman Brothers nel 2008. Ecco la lista aggiornata del Financial Stability Board.
La classifica delle banche che non possono fallire è stata aggiornata dal Financial Stability Board, con delle sorprese nel panorama finanziario internazionale. La banca italiana Unicredit non fa più parte di questa lista, mentre nuovi istituti, soprattutto cinesi, sono entrati a far parte delle “banche troppo grandi per fallire”.
Questo cambiamento ha implicazioni significative per la stabilità economica globale. Vediamo di seguito perché, analizzando l’elenco delle banche sistemiche, ovvero banche troppo grandi per fallire.
Quali sono le banche che non possono fallire?
Le banche troppo grandi per fallire sono istituzioni finanziarie di rilevanza sistemica mondiale, monitorate attentamente per la loro interconnessione globale, per le dimensioni degli attivi e l’impatto sull’economia mondiale. Queste banche sono soggette a criteri rigorosi e a un livello di vigilanza superiore rispetto ad altre istituzioni. In tutto sono 29, scese dalle 30 dello scorso anno dopo la rimozione di Credit Suisse, complice il fallimento e l’acquisizione da parte di Ubs, l’esclusione di Unicredit e l’ingresso della cinese Bank of Communications (BoCom).
Ecco la nuova classifica del FSB, aggiornata al 27 novembre 2023:
- Jp Morgan
- Citigroup
- Hsbc
- Bank of America
- BNP Paribas
- ICBC
- Bank of China
- Barclays
- MUFG
- China Construction Bank
- Deutsche Bank
- Goldman Sachs
- Agricultural Bank of China
- UBS
- Crédite Agricole
- Morgan Stanley
- Sociéte General
- Santander
- SMFG
- RBC
- Wells Fargo
- Mizuho
- Toronto Dominion
- BNY Mellon
- ING Bank
- State Street
- Standard Chartered
- BoComm
- BPCE
Cosa significa “banche globali sistemiche”
Le banche globali sistemiche sono giganti finanziari sottoposti a una stretta sorveglianza internazionale. Queste 29 istituzioni, classificate come sistemiche dal Financial Stability Board (FSB), sono considerate essenziali per evitare una nuova ondata di fallimenti che potrebbe far ripiombare l’economia nel caos, come avvenuto con il crollo di Lehman Brothers nel 2008.
L’FSB è il custode internazionale della stabilità finanziaria, nato nel 2009 durante il summit del G-20 a Londra. Originariamente noto come Financial Stability Forum (FSF), il FSB si è evoluto con l’obiettivo di promuovere la stabilità nel sistema finanziario globale. La sua missione comprende il potenziamento del funzionamento dei mercati finanziari e la mitigazione del rischio sistemico.
Uno degli elementi monitorati per l’ingresso nella classifica delle banche globali sistemiche è il Buffer di capitale, una riserva strategica concepita per mitigare i rischi di perdite finanziarie. Questo parametro determina la collocazione degli istituti in specifici “bucket”, ognuno rappresentante un gradiente crescente di capacità di assorbimento delle perdite del capitale primario.
Il report del Financial Stability Board per il 2023 rivela cambiamenti significativi rispetto al 2022. Tre istituti - China Construction Bank, Agricultural Bank e UBS - sono passati dal “bucket 1” al “bucket 2”. Allo stesso tempo, la Bank of Communications ha superato la soglia per la designazione, assegnandosi al “bucket 1”. Per contro, Credit Suisse e Unicredit hanno perso la designazione di banca sistematica rilevante.
Nella scala dei “bucket”, JPMorgan Chase mantiene il suo ruolo unico al “bucket 4”, mentre Bank of America (BAC), Citigroup (C) e HSBC (HSBC) posizionate al “bucket 3”. Questi dati evidenziano i delicati aggiustamenti nell’assegnazione delle banche nei differenti livelli di riserva di capitale, riflettendo il dinamico paesaggio delle istituzioni finanziarie globali.
Banche italiane di rilevanza sistemica nazionale
Unicredit non è più una banca di rilevanza sistemica globale ma mantiene la sua rilevanza nella lista delle banche sistemiche nazionali italiane, dovendo rispettare i rigorosi standard di Bankitalia.
Le riserve di capitale imposte dal 1° gennaio 2024 delineano un quadro chiaro: Unicredit, Intesa Sanpaolo e Banco Bpm dovranno mantenere rispettivamente l’1,50%, l’1,25% e lo 0,50% delle esposizioni complessive ponderate per il rischio (Rwa) dal 1° gennaio 2024.
Per Bper, Mediobanca, Iccrea e Bnl, il periodo transitorio porta a un buffer da raggiungere entro due anni dell’0,25% degli Rwa, inizialmente stabilito allo 0,125%. La scelta, basata sulla circolare n. 285/2013 della Banca d’Italia, riflette la conformità alle direttive Ue/2013/36, con criteri chiari delineati dalla metodologia per individuare le O-SII.
Una novità significativa vede l’abbassamento del valore minimo del punteggio complessivo da 350 a 300 punti base per l’identificazione automatica di una banca italiana a rilevanza sistemica nazionale. Questa revisione, basata sui dati al 31 dicembre 2022, evidenzia il superamento dei punteggi complessivi delle 7 banche rispetto alla soglia di 300 punti base, conforme alle linee guida dell’Eba e all’approccio della Banca d’Italia.
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