Zelensky all’Onu ha rilanciato il suo piano di pace sostenuto dagli Usa ma irricevibile per la Russia: come può finire la guerra in Ucraina senza una vera azione diplomatica?
La guerra in Ucraina sembrerebbe viaggiare lungo tre livelli ben distinti tra di loro. Una situazione che ormai potrebbe essere definita grottesca se non fosse che di mezzo ci sono mezzo milioni di morti o feriti tra i soldati, migliaia di civili uccisi e milioni di profughi.
Il primo livello è quello drammatico del fronte, dove i soldati ucraini e russi da oltre un anno e mezzo stanno combattendo una logorante guerra di trincea come se fossimo tornati indietro di cento anni ai tempi del primo conflitto mondiale.
Il secondo è quello dei vari leader politici, incapaci prima di prevenire la guerra e poi di fermarla, con quelli europei impalpabili e totalmente assoggettati alla Casa Bianca nonostante l’alto prezzo - in tutti i sensi - che il Vecchio Continente sta pagando da quando la Russia ha invaso l’Ucraina.
Infine c’è l’ultimo livello che è quello della propaganda, con l’Occidente che sta dando il peggio di sé nel voler scimmiottare la Pravda e nel voler negare anche le evidenze più palesi, tanto da aver finito ormai i proverbiali specchi su chi potersi arrampicare.
In questo scenario, l’esempio più lampante di questo cortocircuito politico-mediatico è arrivato nelle scorse ore da New York dove è in corso l’annuale assemblea delle Nazioni unite: tutta la giornata di ieri è stata dedicata alla guerra in Ucraina, con il presidente ucraino Volodymyr Zelensky e il ministro degli Esteri russo Sergekj Lavrov presenti nello stesso emiciclo.
Come può finire la guerra in Ucraina?
Durante il suo intervento, il presidente ucraino Volodymyr Zelensky ha palesato la volontà di organizzare un “ vertice per la pace con tutti i leader mondiali che non tollerano l’aggressione della Russia, una guerra che sta spingendo il mondo verso la guerra finale”.
Al tempo stesso Zelensky ha rilanciato il suo piano di pace in 10 punti presentato a inizio anno, ribadendo ancora una volta che la condizione indispensabile per la fine della guerra sia il ritiro della Russia e il ripristino dei confini ante invasione della Crimea nel 2014.
“La Russia dovrebbe ritirarsi da tutta l’Ucraina e la Crimea” ha aggiunto il presidente ucraino, ponendo poi come secondo punto “il ritiro di tutti i mercenari e formazioni paramilitari dall’intero territorio e la piena restaurazione del controllo ucraino su tutti i nostri confini”, sentenziando infine che “solo l’applicazione di questi due punti potrebbe portare a un’onesta e completa fine delle ostilità”.
Del resto questo è quello che prevede il punto sei del piano di pace di Zelensky: “La Russia deve ritirare tutte le sue truppe e formazioni armate dal territorio ucraino. Il controllo dell’Ucraina su tutte le frontiere con la Russia deve essere ripristinato. Ciò comporterà una cessazione reale e completa delle ostilità”.
Tre domande a questo punto sorgono spontanee. Come si può fare una conferenza di pace senza invitare una delle due parti in causa? Perché mai Vladimir Putin dovrebbe ritirarsi dai territori occupati visto che sta vincendo la guerra? Come potrebbe l’Ucraina negoziare con la Russia se questo è impedito per legge stando a un decreto emanato da Volodymyr Zelensky nell’autunno 2022?
Quando è stato presentato, il piano di pace di Zelensky è diventato carta straccia nel giro di poche ore, con il presidente che ora l’ha ripresentato nonostante sia palesemente improponibile vista la situazione sul campo di battaglia.
La cosa singolare è che questo decalogo è stato rilanciato dai media occidentali senza che venisse bollato per quello che è: un piano che sembrerebbe essere stato scritto apposta per essere rifiutato.
“Zelensky ha presentato un piano di pace, la Russia nulla” ha commentato il segretario di Stato americano Antony Blinken, avallando così il primo piano di pace unilaterale della storia che prevede la rinuncia a ogni obiettivo da parte di chi sta vincendo.
Se questi sono i presupposti la guerra in Ucraina di conseguenza potrebbe finire tra molti anni, andando avanti fino a quando ci saranno ancora soldati da far morire in una trincea.
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