Il fondo Oaktree sta per acquisire le quote di maggioranza dell’Inter. Con un volume d’affari di 189 miliardi di euro l’anno, il fondo vuole riscuotere il 20% dei proventi della vendita del club.
L’Inter potrebbe cambiare proprietario: laddove Steven Zhang entro la giornata di domani, martedì 21 maggio, non dovesse restituire i 275 milioni di prestito ottenuti, con l’aggiunta di 100 milioni di interessi, i nerazzurri freschi campioni d’Italia passeranno da Suning al fondo Oaktree.
Per quanto Giuseppe Marotta, amministratore delegato dell’Inter, abbia dato garanzie in favore della continuità del progetto, i tifosi nerazzurri non sono così tranquilli rispetto a cosa può succedere, per quanto va detto che l’opinione della tifoseria è spaccata.
Da una parte c’è chi spera in un salvataggio dell’ultima ora, sempre più complicato dopo il fallimento della trattativa con il Fondo Pimco, dall’altra chi pur riconoscendo l’importante lavoro fatto dalla famiglia Zhang preferirebbero un cambio di proprietà, in quanto stanchi dei vincoli di bilancio a cui i nerazzurri hanno dovuto sottostare in questi ultimi anni.
A tal proposito si chiedono: quanti soldi ha Oaktree? E soprattutto, cosa ne farà dell’Inter laddove ne dovesse risultare il nuovo proprietario? Per quanto nel breve periodo le intenzioni del fondo d’investimento statunitense non siano chiare (c’è chi ritiene abbia già un compratore disponibile), possiamo comunque farci un’idea di come un passaggio di proprietà potrebbe ripercuotersi sui nerazzurri. Sarà poi il campo a dire se in meglio o in peggio.
Cos’è il fondo Oaktree e quanto guadagna
L’Oaktree Capital Management è un fondo d’investimento statunitense (ma di proprietà dei canadesi di Brookfield), così come il fondo Elliot che oggi ha la proprietà del Milan. Nato nel 1995 a Los Angeles, l’Oaktree Capital Management oggi è guidato dal co-presidente Howard Stanley Marks, colui che - insieme ad altri cinque soci - ventisei anni fa ha dato vita al fondo.
Come anticipato, il volume d’affari di Oaktree è di tutto rispetto: questo, infatti, gestisce capitali per un valore complessivo di 189 miliardi di euro (dato aggiornato al 31 dicembre scorso), con una presenza in tutto il mondo. Notevoli gli investimenti anche in Italia, dove 5 anni fa Oaktree ha investito un miliardo di euro nel settore degli hotel di lusso.
Come tutti i fondi, quindi, il senso di ogni operazione è quello di guadagnare dal proprio investimento. E ciò potrebbe dire tanto su quale sarà la strategia laddove dovessero risultare proprietari dell’Inter riscuotendo il pegno.
Cosa succede adesso
Fermo restando che non sono da escludere sorprese nelle ultime 24 ore, a oggi il destino dell’Inter appare segnato. Senza la restituzione dei 370 milioni di euro (di cui 100 milioni sono il risultato di un tasso di interesse annuale al 12%), Oaktree rileverà le quote societarie che il presidente dell’Inter mise in pegno nel 2021 al fine di ottenere il prestito, diventando così il nuovo proprietario della società nerazzurra.
A oggi, comunque, non sembra esserci il rischio di rivoluzione. Almeno inizialmente, infatti, il passaggio di consegne potrebbe avvenire nel segno della continuità. Prima di tutto, infatti, ci sarà la nomina del nuovo Consiglio di amministrazione che dovrebbe essere operativo nel giro dei prossimi 20 giorni, dopodiché si guarderà al futuro.
Tutto però lascia pensare che l’obiettivo finale della nuova proprietà sia la vendita a un nuovo acquirente. Questo perché nell’accordo sottoscritto con Zhang era previsto che l’ultimo anno l’Inter doveva essere venduta così che Oaktree potesse incassare il 20% del prezzo di vendita. Così non è stato, complici le richieste elevate della proprietà cinese che per la cessione dell’Inter voleva 1,2 miliardi di euro.
Ecco quindi che adesso sarà Oaktree a scegliere se e quando vendere, fermo restando che dalla cessione ne incasserebbe il 20% (mentre la differenza tra il guadagno residuo e i 375 milioni del prestito dovranno essere versati alle casse di Suning).
A questo punto ci sono due strade: continuare a gestire l’Inter per il tempo necessario per migliorare ulteriormente i conti e proseguire con l’iter di realizzazione dello stadio di proprietà, senza tuttavia iniziarne la costruzione, così da risultare maggiormente attrattivi rispetto a un nuovo acquirente.
La seconda, invece, è quella di una vendita immediata, laddove si trovasse un acquirente disposto a versare gli 800 milioni richiesti da Oaktree (che in questo modo guadagnerebbe 160 milioni di euro dall’operazione, più i 100 milioni di interessi).
A differenza del fondo Elliot proprietario del Milan, quindi, la storia di Oaktree all’Inter potrebbe durare meno di quanto si possa immaginare. Ma proprio perché al momento non c’è un piano di lungo periodo, non sono previsti scossoni a livello né sportivo né tantomeno dirigenziale.
Sarà ancora Beppe Marotta l’amministratore delegato, il quale ha già annunciato un “mercato creativo” per la prossima estate. Viene difficile, infatti, pensare che Oaktree possa mettere mano al portafoglio per investire liquidità nell’Inter, anche perché la squadra ha già un ottimo potenziale per essere competitiva anche il prossimo anno (complice l’arrivo a parametro zero di Zieliński dal Napoli e di Taremi dal Porto). Così come non ci sarà smantellamento.
Semmai bisognerà lavorare sui rinnovi di contratto: Barella e Lautaro Martinez su tutti, senza dimenticare l’allenatore Simone Inzaghi. Insomma, poco importa conoscere il patrimonio del fondo Oaktree in quanto a oggi non sembra esserci l’intenzione di immettere liquidità nella gestione del club, escludendo così colpi importanti dal calciomercato.
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Argomenti