Quanto è rischioso volare durante una pandemia?

Marco Ciotola

24/11/2020

Quali sono i rischi per chi vola e cosa si può fare per rendere i viaggi aerei il più sicuri possibile ai tempi del coronavirus? Tutti i dettagli

Quanto è rischioso volare durante una pandemia?

Fino a febbraio 2020 i viaggi in aereo segnavano una crescita tanto esponenziale da essere entrati a far parte della routine di molti. Poi si sono bruscamente ridotti, di fronte a una pandemia che conta finora più di 1,3 milioni di morti.

Tra periodi più e meno restrittivi, siamo di fronte a un crollo di oltre il 50% dei voli; resta però una porzione non trascurabile di passeggeri che - per necessità lavorative o personali - devono fare ricorso ai viaggi aerei anche in questo periodo, vale a dire il più nero sul fronte contagi se calcolato su scala globale.

Proprio riferendosi a queste persone David Rubin, direttore del centro di ricerca PolicyLab presso l’ospedale di Philadelphia, si è detto “particolarmente preoccupato” , visti i numerosi rischi corsi durante un viaggio aereo:

“Penso che le auto siano più sicure per chi viaggia, perché ci siete solo tu e chiunque viaggi con te, mentre la situazione di un aereo pieno dove potrebbero esserci diversi individui positivi al Covid-19 è particolarmente insidiosa”.

Eppure non ci sono solo aspetti del tutto negativi se si analizzano più da vicino le caratteristiche di un viaggio aereo. Vediamo allora quali elementi possono risultare più rassicuranti e soprattutto cosa fare per cercare di rendere il proprio viaggio il più sicuro possibile.

Quanto è rischioso volare durante una pandemia?

Come intuibile, i pareri non sono affatto unanimi circa il grado di pericolosità di un volo durante il covid.

Al momento, i gradi di restrizione dei voli non sono a livelli molto alti, e si può viaggiare quasi ovunque, anche nei Paesi europei maggiormente colpiti dalla cosiddetta seconda ondata di pandemia e nelle aree degli Stati Uniti che hanno recentemente superato il milione di casi come California e Texas.

Al punto che i CDC statunitensi hanno lanciato l’allarme in vista del giorno del Ringraziamento e dell’inevitabile moltiplicarsi dei viaggi per raggiungere le rispettive famiglie durante la festività.

In realtà se si guarda ai pochi studi condotti su voli e trasmissione del covid, l’evidenza racconta di “casi rari di trasmissione” . Per quel che riguarda le malattie infettive in generale, occorre infatti sottolineare che gli aerei vantano veri e propri record di sicurezza, visto che l’aria che le persone respirano durante il volo è tra le più filtrate in assoluto per quel che riguarda gli ambenti chiusi:

“L’aria in molti aerei è una miscela 50/50 di aria esterna e di ricircolo. L’aria esterna viene espulsa dal motore, condizionata e immessa nell’abitacolo. Il restante 50% è aria di ricircolo che passa attraverso i filtri HEPA”,

ha spiegato Joseph Allen, direttore del programma Healty Buildings di Harvard.

Tutti i principali jet commerciali dispongono di sistemi di ventilazione con filtri HEPA, in grado di rimuovere il 99,97% di polvere, polline, muffe, batteri e altre particelle sospese nell’aria che abbiano una dimensione fino a 0,3 micron. Per dare un’idea, si ritiene che il virus Covid-19 sia compreso tra 0,06 e 1,4 micron.

Di conseguenza, se i sistemi di ventilazione sono in funzione e tutti indossano la mascherina (sempre obbligatoria durante i voli), il rischio di trasmissione è notevolmente ridotto.

Questo porta quindi alla raccomandazione più utile e cruciale, di fatto l’unica da fare a chi si appresta a volare oggi: indossare sempre la mascherina a copertura di naso e bocca, per tutte le fasi di imbarco, volo e sbarco.

Proprio il processo di imbarco si mostra infatti uno dei più rischiosi in ottica contagi, perché le persone tendono ad assembrarsi e perché all’ingresso in aereo il velivolo fermo molto probabilmente non garantisce nessun ricircolo d’aria.

Eppure, anche fatte tutte queste dovute precisazioni, alla domanda chiave: “consiglierebbe alle persone di volare per le vacanze?”, Allen ha risposto con un “no” secco:

“In questo momento non dovremmo viaggiare a meno che non sia assolutamente necessario”.

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