Nel Decreto Lavoro è presente anche il raddoppio del limite di deducibilità dei contributi per colf e badanti. Vediamo una famiglia datoriale quanto risparmierà.
Il Decreto Lavoro sarà varato nella data simbolica del 1° maggio quando arriverà in Consiglio dei Ministri. Un decreto che porterà diversi cambiamenti come ad esempio l’addio al Reddito di Cittadinanza. Presente anche una misura che punta a raddoppiare la deducibilità dei contributi da parte dei datori di lavoro di colf, badanti e baby sitter.
La novità apparsa nelle bozze dei giorni scorsi e mai messa in discussione prevede il raddoppio della quota di contributi che i datori di lavoro pagano per colf e badanti che possono detrarre dal reddito ai fini del calcolo Irpef. Questa quota fino ad oggi era di 1.549,37 euro. Con il nuovo Decreto Lavoro passerà a 3mila euro. Una maggiorazione che subentra dopo che lo scorso gennaio, in assenza di un accordo sindacale, sulle retribuzioni minime di collaboratori domestici sono scattati gli adeguamenti all’80% dell’indice Istat per quanto concerne le retribuzioni minime e al 100% per le indennità di vitto e alloggio, ovvero dell’11,5%.
Quindi stipendi per legge più alti per colf e badanti che sono finiti per pesare ulteriormente sulle tasche delle famiglie italiane. L’Osservatorio Domina, associazione di famiglie datori di lavoro, ha calcolato che si è passato da un aumento di 200 euro per un lavoro di assistente per 5 ore settimanali a quasi 2mila euro per un’assistenza continuativa ad una persona non autosufficiente. Basterà per le famiglie il raddoppio della deducibilità per contrastare questi aumenti? Le stime dicono di no.
La nuova detrazione su colf e badanti è insufficiente rispetto all’aumento degli stipendi
L’Osservatorio Domina, associazione che difende i diritti di famiglie datori di lavoro, ha fatto alcune stime su quanto risparmierebbero le famiglie a seguito del raddoppio della deducibilità contributiva per colf e badanti. È stata presa come esempio una famiglia con un lavoratore dipendente da un reddito imponibile di 25mila euro con un’aliquota marginale del 25% a cui bisogna aggiungere le addizionali regionali e comunali.
L’aumento a 3mila euro della cifra deducibile ai fini Irpef per i contratti di colf e badanti risulta insufficiente a coprire i costi affrontati con l’aumento degli stipendi, se parliamo di un collaboratore assunto per poche ore settimanali. In questi casi i contributi deducibili non superano la precedente soglia di 1.549,37€. Gli effetti si evidenziano solo in caso di collaboratori assunti per 40/54 ore a settimana. In questo caso la deduzione sale da 26€ a 182€. Numeri però molto lontani da quelli che servono per coprire le spese dell’aumento delle retribuzioni.
Si stima che con le deduzioni si possa coprire solo il 13/15% dei nuovi costi e solo in caso di assunzione di lavoratori con almeno 54 ore a settimana. Una proposta che quindi appare insufficiente. L’Osservatorio Domina chiede quindi di percorrere questa strada ma di migliorarla estendendo la deducibilità non solo ai contributi ma a tutta la retribuzione. Una manovra che costerebbe tra gli 1 e 1,6 miliardi di euro. Dispendiosa vero, ma incentiverebbe le famiglie ad assumere i collaboratori con contratto regolare disincentivando il lavoro nero. In questo caso aumenterebbe anche il gettito fiscale e le entrate per lo Stato.
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