Prelievi con bancomat o direttamente allo sportello della banca, c’è un limite massimo giornaliero da non superare per non destare sospetti?
Quanto si può prelevare al giorno per non destare sospetti? Una domanda che lecitamente può porsi qualsiasi italiano, soprattutto alla luce della normativa sui controlli fiscali che possono scattare quando un comportamento sembra essere sospetto.
Va detto che la legge non impone un limite massimo sui prelievi dei contanti dal proprio conto corrente, ma solo un limite all’utilizzo del contante che, però, è riferito al trasferimento di denaro a terzi. Con il bancomat ai prelievi è imposto un limite giornaliero direttamente dal proprio istituto di credito, ma dallo sportello esiste un limite giornaliero cui non si deve eccedere per non incorrere in problemi? Vediamo cosa prevede la normativa di riferimento.
Quanto si può prelevare giornalmente con il bancomat?
Se si preleva dal conto corrente utilizzando l’ATM, i limiti giornalieri e mensili variano in base a quanto prevede l’istituto di credito che ha emesso la carta bancomat. In ogni caso i limiti giornalieri sono, di solito variabili dai 250 euro a 1.000 euro al giorno, con limiti mensili che possono arrivare fino a 3.000 euro.
Ovviamente ogni correntista può mettersi d’accordo con la propria banca per modificare questi massimali di prelievo giornalieri e mensili. In ogni caso, se si preleva da un ATM diverso da quello della propria banca il limite massimo consentito in un giorno è di 250 euro.
Quanto si può prelevare quotidianamente dallo sportello?
Dallo sportello della propria banca non vi è un limite al denaro che si può prelevare e, tra l’altro, non c’è nessuno che possa impedire al cliente di prelevare i propri risparmi depositati quando e come crede che sia opportuno. L’unico problema al prelevare cifre molto alte potrebbe essere rappresentato dalla mancanza di disponibilità di liquidità (in quel preciso momento) in filiale e per questo motivo, quando si devono prelevare somme corpose è sempre meglio avvisare la banca qualche giorno prima.
Anche se le banche non possono imporre un limite al denaro che ci può prelevare quotidianamente, la normativa antiriciclaggio pone un vincolo ben preciso.
Premettiamo subito che prelevare somme dal proprio conto corrente, anche quotidianamente, non espone il cittadino a nessun rischio a livello fiscale, la normativa antiriciclaggio impone che la banca, per somme superiori a 10.000 euro al mese, chieda al cliente il motivo del prelievo. Questo perché quando le somme prelevate mensilmente (somma di tutti i prelievi effettuati nel mese) superano questo importo, la banca è obbligata a segnalare le operazioni all’UIF (Unità di Informazione Finanziaria) presso la Banca d’Italia che potrà procedere a ulteriori indagini.
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I rischi se si supera la soglia massima di prelievo
La soglia massima che i soggetti privati possono raggiungere con i prelievi in un mese è fissata, quindi a 10.000 euro. Superato questo limite le operazioni a rischio sono segnalate all’UIF che, a sua volta, segnala all’Agenzia delle Entrate.
Quest’ultima può, a questo punto, effettuare controlli su versamenti e bonifici ricevuti (ma non sui prelievi) per comprendere se ci sia evasione fiscale. L’Agenzia delle Entrate, infatti, non può effettuare controlli sui prelievi effettuati dal privato sul proprio conto corrente, ma i controlli si concentrano su versamenti e bonifici.
Attenzione, l’UIF può chiedere anche un approfondimento alla stessa Guardia di Finanza quando si supera la soglia dei prelievi mensili e proprio quest’ultima porta all’eventuale accertamento fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate.
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