Dall’inizio della guerra la Russia ha perso un numero enorme di carri armati che riesce a rimpiazzare a ritmi molto lenti. E su questo potrebbe giocarsi il futuro del conflitto.
La guerra in Ucraina è una guerra ad ampio raggio giocata anche e soprattutto sul campo. Grazie alla grande efficienza delle moderne tecnologie contraeree, un conflitto aero-terrestre risulta poco efficace. In uno scenario del genere grande importanza viene assunta dai carri armati, indispensabili per arrecare danni al nemico. Non a caso l’Ucraina continua a richiederne ai paesi Nato intuendone l’importanza.
Lo sa bene anche la Russia che però dall’inizio del conflitto ne ha persi in grande quantità. Rimpiazzarli non è facile soprattutto per la sofisticatezza tecnologica che i moderni tank possiedono. L’Ucraina sostiene di aver distrutto ad oggi 3250 carri armati russi, i numeri del Cremlino ne dicono un migliaio in meno. Fatto sta che nelle ultime settimane l’Ucraina si è assicurata carri armati dai suoi alleati occidentali, che probabilmente utilizzerà in una controffensiva primaverile. La Russia sa che farà fatica a portare a termine un’offensiva senza supporto corazzato adeguato e per questo dovrà rafforzare la sua flotta, ma non sarà facile.
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Quanto tempo serve alla Russia per ricostruire i suoi carri armati
Rimpolpare una flotta di carri armati duramente decimata dal conflitto in Ucraina non sarà facile per la Russia. Se durante il secondo conflitto mondiale le industrie sovietiche avevano una capacità di costruire 1.000 carri armati al mese adattando anche fabbriche di trattori e locomotive, oggi la capacità è di gran lunga inferiore. Colpa dell’innovazione tecnologica che ha reso questi mezzi sempre più sofisticati per cui l’adattamento di altre fabbriche non è più possibile per la mancanza di componenti validi.
Ufficialmente la Russia ha una sola fabbrica di carri armati rimasta attiva con una capacità di circa 20 al mese; un numero decisamente insufficiente. Allora nel tentativo di soddisfare la domanda sta iniziando a ripristinare i vecchi mezzi corazzati che ha a deposito. Si tratta di mezzi obsoleti, circa un migliaio, costruiti decenni fa che vengono riadattati e potenziati con armi ulteriori.
Ma anche con questi miglioramenti i carri armati russi sono inferiori a quelli perduti oltre ad avere una capacità di resistenza ai colpi nemici bassissima. Un impianto della UralVagonZavod ricostruisce circa 8 carri armati al mese, almeno altre 3 strutture andranno a regime nei prossimi mesi.
A conti fatti quindi la Russia può contare su soli 20 carri armati nuovi al mese più circa 90 ripristinati. Numeri insufficienti ad arrivare ai circa 150 che sta perdendo ogni mese.
Tempi simili anche per l’Ucraina
Ma il discorso è simile anche per l’Ucraina. L’unica fabbrica di carri armati presente nella nazione nel territorio di Kharkiv è stata distrutta ad inizio conflitto. Questo significa che deve contare su quelli che arrivano dai paesi occidentali. Gli Stati Uniti hanno promesso l’invio di 31 carri armati M1A2 Abrams ma la sua produzione è ferma a 15 al mese. Gli altri paesi europei sono nella stessa situazione con la stessa lentezza e l’adattamento di vecchi carri armati.
In un’economia di un conflitto i carri armati servono in maniera maggiore a chi attacca (Russia in questo caso) rispetto a chi si deve difendere. Per questo motivo in uno scenario futuro la flotta russa potrebbe diminuirsi sempre di più senza capacità di rimpiazzo, andando così in difficoltà.
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