Essere vaccinati non mette a riparo dall’obbligo di quarantena in caso di contatti con un positivo; ecco perché.
Anche chi è stato sottoposto al vaccino per il Covid deve sottostare alle regole della quarantena. Lo ha confermato il Ministero della Salute, spiegando il motivo per cui - nonostante la profilassi vaccinale ormai completata - è importante che tutti (vaccinati e non) continuino a sottostare alle regole della quarantena.
Quindi, in caso di contatto con un positivo bisognerà comunque rimanere in quarantena fino a quando non ci sarà nuovamente il test negativo. Anche chi è vaccinato dovrà restare in isolamento almeno 10 giorni: al termine di questo periodo bisognerà sottoporsi al tampone molecolare e solo in caso di negativizzazione si potrà tornare ad uscire, altrimenti la quarantena dovrà andare avanti.
Sorprende il fatto che anche chi si è già vaccinato debba sottostare a questa regola. D’altronde, una volta somministrato il vaccino si dovrebbe essere al riparo dai contagi; non si capisce perché - quindi - diversi governatori regionali stiano decidendo di utilizzare questo approccio, dopo che il Ministero della Salute ha dato loro indicazioni a riguardo.
In realtà, c’è una spiegazione chiara sul perché anche chi in teoria dovrebbe essere immunizzato - ossia a coloro ai quali è stata somministrata anche la seconda dose del vaccino Pfizer - deve rispettare l’obbligo di quarantena; vediamo di cosa si tratta.
Covid: quarantena anche per chi è stato vaccinato
Nel Lazio sono risultati positivi al Coronavirus tre medici immunizzati. Una notizia che potrebbe sconvolgere, in quanto potrebbe significare che il vaccino Pfizer non è efficace.
Una questione delicata, tanto da attivare la Società italiana di malattie infettive. A tal proposito, il direttore scientifico Massimo Andreoni, nonché virologo del Policlinico di Tor Vergata, ha spiegato il motivo per il quale non serve allarmarsi.
Va detto, infatti, che i tre sanitari erano sì positivi, ma allo stesso tempo asintomatici. Nulla di nuovo quindi: come spiegato da Andreoni, infatti, si sapeva fin da subito che il vaccino avrebbe “protetto dalla malattia ma non dall’infezione”.
Ciò significa che chi è vaccinato potrebbe comunque contrarre il Sars-Cov-2, senza però sviluppare i sintomi del Covid.
Vi è però un nodo ancora da sciogliere, ossia quello relativo ad una possibile contagiosità. Ci si chiede, infatti, se pur non sviluppando i sintomi del Covid si possa comunque essere contagiosi verso gli altri. A tal proposito, quando si parla di efficacia al 95% del vaccino Pfizer, si fa riferimento alla malattia non alla possibilità di non contrarre il virus.
Al momento la comunità scientifica non ha ancora sciolto le riserve a riguardo ed è per questo motivo che si è scelta la via della prudenza. A tal proposito, Andreoni si è detto fiducioso riguardo alla possibilità che presto si riuscirà a dimostrare che “i vaccini fin qui autorizzati siano in grado di bloccare anche la diffusione del virus”.
In attesa di averne la certezza, però, sarà necessaria la massima prudenza anche perché bisogna tener conto delle varianti del virus: per questo motivo, nel caso in cui ci sia un contatto stretto con un contagiato non si farà alcuna differenza tra chi è vaccinato e chi no. E lo stesso vale per tutte le regole anti-Covid: ad esempio, anche chi è stato vaccinato deve continuare a mettere la mascherina.
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