Il sottosegretario alla Salute Pierpaolo Sileri ha annunciato l’inizio della quarta ondata di Covid in Italia, che tuttavia, grazie alla campagna di vaccinazione, sarà diversa dalle precedenti.
Anche l’Italia si troverà a dover fronteggiare una quarta ondata, proprio come sta già succedendo in Israele. L’annuncio arriva direttamente dal sottosegretario alla Salute, intervenuto a Radio anch’io, su RAI Radio1.
Pierpaolo Sileri ha inoltre precisato che l’impennata di contagi degli ultimi giorni è proprio la dimostrazione tangibile dell’inizio di una nuova ondata di contagi, tuttavia ci saranno delle enormi differenze rispetto alle precedenti dati gli effetti della campagna di vaccinazione che continua a procedere spedita.
La quarta ondata in Italia è già iniziata
“La quarta ondata della pandemia ci sarà. E, in effetti, i casi che sono saliti negli ultimi 20 giorni rappresentano già un inizio di quarta ondata”. Sono queste le parole utilizzate da Pierpaolo Sileri, che tuttavia ha voluto ricordare che “negli ospedali si vede che in questa fase chi sta male in forma seria, tanto da ricorrere alle cure ospedaliere, è prevalentemente chi non si è vaccinato”.
Il sottosegretario alla Salute ha inoltre aggiunto che la nuova ondata di contagi che investirà il nostro Paese sarà caratterizzata da un numero maggiore di positivi, ma che fortunatamente i ricoveri e i decessi dovrebbero rimanere stabili e che con molta probabilità andranno a colpire soprattutto la “percentuale di popolazione non vaccinata”.
Al momento l’obiettivo del governo infatti resta quello di aumentare quanto più possibile il numero delle persone vaccinate e proprio per questo motivo stanno mettendo in piedi moltissime iniziative, soprattutto rivolte ai giovani, anche se Sileri ha espresso la sua preoccupazione nei confronti degli “over 50 non immunizzati perché saranno loro, non vaccinati a maggior rischio, ad essere inclusi nel computo dei malati gravi di questa quarta ondata”.
Le ipotesi sulla terza dose
Il Sottosegretario alla Salute si è espresso anche sulla possibilità di dover fare una terza dose di vaccino, un’ipotesi che già circola nell’aria da diverso tempo e che alcuni Paesi hanno già deciso di ufficializzare. Secondo Sileri è facile immaginare che “si dovrà fare. Difficile poter dire però quando, anche se è verosimile che si possa fare almeno dopo un anno dalla vaccinazione completata”.
Il motivo per cui al momento non è ancora sapere quando si dovrà fare la terza dose, spiega Sileri, è “perché conosciamo questo vaccino da poco meno di un anno come largo uso nella popolazione. E sappiamo che, ad oggi, la risposta protettiva permane. Ma quanto durerà questa risposta lo scopriremo solo nei prossimi mesi. È verosimile che possa durare un anno, un anno e mezzo. Se così dovesse essere è chiaro che una terza dose sarà necessaria”.
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