La nave RV Investigator del Csiro sta utilizzando il DNA per capire come sta cambiando la vita negli oceani australiani: le scoperte fatte sono molto inquietanti.
Le navi “spia” in questo periodo infausto per il mondo intero spesso hanno riempito le prime pagine dei giornali, ma la RV Investigator del Csiro - Commonwealth Scientific and Industrial Research Organization, ovvero un’agenzia governativa australiana responsabile della ricerca scientifica - di certo non fa parte di qualche flotta militare nonostante l’aspetto imponente.
Il motivo dei frequenti viaggi di questa nave poi è di certo molto più nobile: a bordo ci sono quaranta scienziati e venti membri dell’equipaggio che, grazie a radar, sonar e altre apparecchiature di monitoraggio, stanno esplorando e fotografando gli angoli più remoti delle acque intorno all’Australia.
In questi anni di attività e di monitoraggio, si è parlato della RV Investigator per le foto di pesci sconosciuti e bizzarri - dallo scampo fucsia lungo mezzo metro al riccio di mare viola - che si trovano negli abissi più profondi dell’Oceano Indiano.
Sempre al largo dell’Australia nei mesi scorsi la RV Investigator è riuscita a risolvere il mistero della Nemesis, una nave che si è inabissata 120 anni fa con il suo carico di carbone e i suoi 32 membri dell’equipaggio senza che mai il relitto venisse ritrovato.
Adesso la nave “spia” del Csiro si è diretta verso la zona a Sud-Est dell’Australia e, nelle vicinanze del Mar di Tasmania, ha fatto nuove scoperte questa volta molto più inquietanti: la vita negli oceani starebbe cambiando e in peggio.
Cosa ha scoperto la nave RV Investigator
Lo scopo dell’ultimo viaggio della RV Investigator è stato quello di scoprire come sono cambiate le acque meridionali dell’Australia negli ultimi 25 anni, con i test forensi condotti dagli scienziati a bordo che hanno mostrato come la vita tropicale sta migrando sempre più a Sud lungo la costa orientale.
“Quello che sappiamo - ha detto lo scienziato capo del viaggio, Rich Little - è che le acque marine del Sud-Est dell’Australia si stanno riscaldando quattro volte rispetto alla media globale. Le specie stanno cambiando la loro distribuzione e gli habitat marini stanno cambiando”.
L’aumento della temperatura delle acque di recente ha portato a dei fenomeni meteorologici estremi, con l’ecosistema che avrebbe subito dei cambiamenti anche a causa dell’intensa attività di pesca.
La nave così ha osservato la presenza in quel tratto dell’Oceano di molti più pesci tropicali rispetto al passato, mentre altre specie come lo scorfano sono in forte diminuzione: la prova di questo cambiamento è stato certificato poi dal DNA raccolto.
È l’analisi dei campioni d’acqua infatti che consente agli scienziati di misurare con maggiore precisione la prevalenza di ciascuna specie, con l’ecologa marina Cindy Bessey che ha spiegato come “tutti i tipi di creature lasciano frammenti di DNA nella colonna d’acqua, e abbiamo lavorato su come raccogliere quel DNA residuo e abbinarlo a sospetti noti”.
Lo strumento chiave è il campionatore eDNA del Csiro, che viene utilizzato grazie a un sistema di telecamere trainate in profondità che esplorano l’oceano: si apre quando la telecamera passa a circa un metro sopra il fondo del mare, poi una volta tornati a terra i campioni vengono analizzati e confrontati con i campioni di riferimento raccolti in precedenza.
Di fronte a questi cambiamenti gli scienziati del Csiro si sono fatti molte domande: “Le cose stanno cambiando e stiamo cercando di scoprire la scienza che sta dietro a quello che sta fondamentalmente guidando questo cambiamento”.
Di conseguenza c’è grande interesse in merito a quali saranno le conclusioni degli studiosi a bordo della RV Investigator che, al momento, ancora non sanno dare una spiegazione a questi cambiamenti in corso nei fondali dei nostri oceani.
© RIPRODUZIONE RISERVATA