Questi dati sull’inflazione in Europa suggeriscono una Bce falco

Violetta Silvestri

31 Gennaio 2023 - 15:18

La riunione Bce del 2 febbraio si avvicina con una certezza: l’inflazione non ha raggiunto il picco in tutti i Paesi. Alcuni dati indicano addirittura un aumento, suggerendo un tono falco di Lagarde.

Questi dati sull’inflazione in Europa suggeriscono una Bce falco

La Bce potrebbe mantenere un tono falco e una politica ancora aggressiva sui tassi nell’incontro del 2 febbraio.

A supportare la strategia di lotta severa contro l’inflazione, più volte ribadita anche recentemente da Lagarde, ci sono gli ultimi dati sui prezzi di alcuni Paesi dell’Eurozona.

Se, infatti, l’economia della zona euro è cresciuta nell’ultimo trimestre del 2022, alimentando le speranze che la regione eviti una recessione, i numeri sull’inflazione non indicano una chiara e univoca direzione di miglioramento.

Perché i dati in uscita in questi giorni possono supportare la tesi di un cammino ancora lungo di rialzi dei tassi da parte della Bce.

I prezzi corrono (ancora) in Spagna e Francia. Bce falco?

I dati Eurostat di martedì 31 gennaio indicano che la regione della moneta unica è riuscita a crescere in ogni trimestre del 2022 e del 3,5% nel corso dell’anno. Il grafico mostra chiaramente la svolta della ripresa:

Pil Paesi Eurozona Pil Paesi Eurozona Crescita del Pil, con base 100 a partire dal quarto trimestre 2019

Occorre comunque sottolineare che la possibilità di un rallentamento economico, ancora possibile, spaventa la Bce molto meno che livelli inflazionistici elevati e ben al di sopra del target del 2%.

Nella riunione del 2 febbraio Lagarde è attesa annunciare un rialzo dei tassi di 50 punti base e assicurare che anche nei prossimi incontri ci sarà una decisione simile. D’altronde, gli ultimi segnali giunti dai dati sui prezzi non sono stati molto incoraggianti. L’inflazione in Francia ha accelerato a gennaio, mentre la crescita dei prezzi al consumo in Spagna, che esclude cibo ed energia, è salita al livello più alto mai registrato.

Nello specifico, l’inflazione francese è nuovamente salita a gennaio, passando al 6% dal 5,9% di dicembre. L’indice armonizzato, importante per la Bce, si attesta al 7% rispetto al 6,7% del mese precedente.

In un mese i prezzi al consumo sono aumentati dello 0,4% (rispetto al -0,1% di dicembre) a causa dell’aumento dei prezzi degli alimentari (+13,2% in un anno) e del rimbalzo dell’inflazione energetica. La fine dell’agevolazione del carburante alla pompa e la revisione dello scudo tariffario, che ha portato a un aumento del 15% della bolletta del gas delle famiglie (rispetto a un aumento del 4% nel 2022), stanno spingendo verso l’alto l’inflazione energetica, in un momento in cui sta diminuendo in altri paesi.

Nel Paese iberico, i prezzi al consumo armonizzati sono aumentati del 5,8% rispetto a un anno fa e in confronto al +5,5% del mese precedente, ha dichiarato lunedì l’istituto di statistica di Madrid. L’inflazione core, esclusi alimentari ed energia, è cresciuta ulteriormente dal 7% del mese scorso al 7,5% di gennaio.

Proprio l’indice core continua a salire in modo preoccupante e forte, a dimostrazione del fatto che le pressioni sui prezzi sottostanti nell’economia sono ancora molto elevate.

Questa è proprio la teoria della Banca centrale europea: esistono rischi al rialzo per l’inflazione core, poiché alcune trasmissioni dei prezzi più alti sui consumatori cominciano a vedersi adesso.

Argomenti

# Bce
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