Questo è il Paese preferito dagli italiani che lavorano all’estero, stipendio minimo di €45.000

Simone Micocci

14 Novembre 2024 - 18:20

La classifica degli italiani residenti all’estero non mente su qual è la meta preferita: il Regno Unito. Ma le regole per trasferirsi sono severe: lo stipendio minimo deve essere di almeno €45 mila.

Questo è il Paese preferito dagli italiani che lavorano all’estero, stipendio minimo di €45.000

Secondo gli ultimi dati Aire, la maggior parte degli italiani che si sono trasferiti all’estero per lavorare, considerando i soli iscritti all’Anagrafe, sono rimasti in Europa. Più della metà, il 54,7% dei nostri connazionali, ha scelto di rimanere entro i confini continentali, mentre il 40,1% ha preferito l’America.

Dei 3,2 milioni di italiani che lavorano all’estero la meta preferita, scelta dal 16,4%, è però fuori dall’Unione Europea: si tratta del Regno Unito (seguono Germania, Francia e Svizzera), dove proprio di recente sono cambiate le regole per poter ottenere un visto di lavoro rendendo molto più complicato trasferirsi, anche perché la soglia di reddito minimo richiesta è molto alta.

Oggi chi vuole lavorare nel Regno Unito deve sapere che deve avere uno stipendio minimo di circa 45.000 euro, altrimenti - salvo alcune eccezioni - non otterrà mai il visto. Una norma di fatto che limita la possibilità di svolgere quei lavori più semplici che per anni sono stati ricoperti da italiani in cerca di fortuna all’estero: si pensi ad esempio a camerieri e barman, molti dei quali hanno dovuto fare ritorno in Italia oppure spostarsi verso quei Paesi europei dove le regole per il trasferimento sono meno severe.

Ma quanto si guadagna in genere nel Regno Unito? Quali sono i lavori più richiesti con una prospettiva di stipendio sufficiente per poter ottenere un visto? Ecco alcune informazioni utili a coloro che stanno prendendo in considerazione l’idea di trasferirsi.

Lavoro nel Regno Unito, quanto si guadagna?

Guardando ai principali indicatori riguardo allo stato di salute del mercato del lavoro nel Regno Unito ci rendiamo conto che questa oggi è una delle migliori economie non solo in Europa ma nel mondo.

Oggi infatti il Regno Unito è abbondantemente sopra alle medie Ocse per quanto riguarda la percentuale di persone in età lavorativa (tra i 15 ai 64 anni) ad avere un lavoro retribuito: 75% contro il valore medio del 66%. Di riflesso il tasso di disoccupazione è invece molto più basso: appena lo 0,9% di persone è disoccupato da più di un anno, rispetto a una media Ocse dell’1,3%.

Va detto però che il reddito da lavoro medio annuo è leggermente inferiore alla media, per un valore di $47.147 (circa 44.822 euro), mentre il valore Ocse è di $49.165. Comunque meglio rispetto all’Italia, dove il reddito medio è pari a 30.284 euro lordi l’anno.

Nonostante uno stipendio medio più basso le famiglie che vivono nel Regno Unito hanno comunque una maggiore disponibilità di denaro. Considerando il reddito netto disponibile rettificato delle famiglie - ossia le entrate percepite al netto di imposte e trasferimenti rappresentando così un dato fondamentale per valutare la ricchezza della popolazione in quanto tiene conto dei soldi davvero a disposizione per l’acquisto di beni e servizi - ne risulta infatti un dato migliore rispetto alla media Ocse, $33.049 pro capite rispetto a $30.490.

Le professioni più richieste

Ma quali sono i lavori dove c’è maggiore richiesta di manodopera? Come anticipato è bene escludere quelle professioni dove non si guadagna abbastanza da poter raggiungere la soglia minima per ottenere il visto, di cui parleremo di seguito, e concentrarsi invece su quelli capaci di offrire stipendi maggiormente competitivi (secondo i dati raccolti da talent.com):

  • Ingegneria: con uno stipendio medio di £43.511 all’anno (circa €52.421), si conferma uno dei settori più remunerativi, grazie alla costante domanda di competenze tecniche avanzate.
  • IT (information technology): i professionisti IT guadagnano in media £35.000 (€42.169), riflettendo la crescente importanza delle competenze digitali e della gestione dei sistemi informatici.
  • Marketing e vendite: anche i ruoli nel marketing e nelle vendite offrono uno stipendio medio di £35.000 (€42.169), poiché le aziende necessitano strategie di vendita efficaci e campagne di marketing.
  • Risorse umane: il settore HR, con uno stipendio medio di £32.842 (€39.570), è fondamentale per la gestione del personale e delle dinamiche aziendali, contribuendo alla crescita dell’organizzazione.
  • Sistema sanitario: i professionisti della sanità percepiscono uno stipendio medio di £27.993 (€33.726), riflettendo l’importanza dei ruoli dedicati alla cura e alla salute pubblica.
  • Contabili: i contabili guadagnano in media £33.713 (€40.624), grazie alla necessità di gestione finanziaria e consulenza contabile accurata nelle aziende.
  • Infermieristica: le figure infermieristiche ricevono uno stipendio medio di £39.371 (€47.436), riflettendo la loro importanza cruciale nel sistema sanitario e nell’assistenza ai pazienti.

Le regole per il visto del Regno Unito

Nell’elenco abbiamo preso in considerazione solamente le professioni che garantiscono una maggiore possibilità di fare soldi e arrivare alle soglie minime per ottenere un visto di lavoro.

Con l’uscita del Regno Unito dall’Unione Europea infatti sono state rese più severe le regole per i trasferimenti: serve infatti guadagnare uno stipendio minimo di £38.700 l’anno (circa 45.000 euro) per poter ottenere l’autorizzazione, soglia che nel caso di coloro che hanno meno di 26 è più bassa (30.960 sterline, circa 36 mila euro), ma solo per coloro che dimostrano che si tratta di una shortage occupation - ossia un’occupazione carente nel Regno Unito - o in alternativa dichiarano di essere in possesso di un dottorato di ricerca in materie attinenti l’offerta di lavoro.

Solo chi raggiunge queste soglie può essere sponsorizzato dall’azienda e restare nel Regno Unito per un tempo pari a 5 anni; un vincolo che di fatto limita la permanenza ai soli lavoratori qualificati, con il governo di Londra che d’ora in avanti punta solo alle eccellenze. Si ricorda poi che è necessario anche dimostrare la conoscenza della lingua inglese, per un livello perlomeno intermedio B1.

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